Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Ampli per chitarra elettrica, un ruolo fondamentale ma sottovalutato

29/9/2015

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Se appartenete a quella stragrande maggioranza di persone, anche musicisti e chitarristi, che ritengono sia la chitarra il più importante strumento "responsabile" dei timbri musicali prodotti dei chitarristi elettrici di rock e dintorni (perciò suoni saturi) e volete continuare a pensarlo senza avere dubbi di alcun genere, non leggete il resto dell'articolo.
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​Quella moltitudine di persone ritiene molto meno importante ciò che è posto dopo la chitarra ovvero l’amplificatore (che rammento essere costituito da pre-finale e altoparlante/i).
Francamente, dopo il primissimo periodo di appassionamento alla musica e in particolare alla chitarra (elettrica), questo fatto mi è sempre “suonato” strano… Sarà anche per gli studi che ho compiuto, ma l’importanza degli apparati elettronici per la produzione di un suono appunto elettronico mi è sempre sembrata una discendenza abbastanza ovvia…
Va stabilito che la componente elettronica della chitarra elettrica è concretata dai magneti (pick-up), che trasducono le vibrazioni fisiche delle corde in segnali elettrici: in pratica sono dei microfoni. Questi dispositivi sono pertanto i primari responsabili* dei suoni delle varie tipologie e marche di chitarre elettriche: le due grandi marche e scuole storiche Fender e Gibson, oltre ad avere principi costruttivi un po’ differenti per quanto riguarda la parte “liuteristica”, differiscono nella tipologia di magneti in dotazione. Il risultato è che questi strumenti hanno suoni diversi.
Va da sé che, siccome è la chitarra lo strumento che si tocca (e che sta davanti, in faccia a tutti), sembra essere (oltre che la diretta) l’unica responsabile della realizzazione del suono emesso: la suggestione è fortissima e quindi il mito della chitarra, a scapito di dove è “attaccata”, è pressoché assoluto. Tanto che nei sogni (e spesso nelle stanze) dei chitarristi ci sono ben più chitarre di ampli.

Ma sono gli amplificatori i responsabili principali del suono dei chitarristi elettrici, non le chitarre!
​

Gli amplificatori sono dotati di controlli di volumi che determinano l’intensità e la profondità del suono stesso insieme con la distorsione del segnale, fondamentale e formidabile mutazione timbrica per il chitarrista elettrico (di rock e dintorni, talvolta pure di jazz); oltre ciò sono dotati di controlli di equalizzazione timbrica almeno a 3 bande (bassi-medi-alti) per l’ulteriore modificazione sonica. Va pure considerato che le differenti tipologie di altoparlanti in dotazione ai vari amplificatori hanno un ruolo non indifferente nella costruzione timbrica dei suoni: diversamente da quelli per Hi-Fi, che almeno per principio sono neutri (senza colorazioni timbriche) e quindi tutti simili, questi sono tutti diversi, hanno caratteristiche proprie che contribuiscono per il modellamento del suono finale.
Per avere prova di questo basta fare un semplicissimo esperimento: a parità di chitarre cambiare amplificatori, e viceversa… L’inevitabile risultato sarà che cambiando amplificatori cambierà e di molto il suono! Viceversa cambiando chitarre e mantenendo lo stesso ampli il suono certamente cambierà, ma molto, molto meno; concerne sfumature soniche, non di più. E quello che offre la passiva elettronica di un magnete di chitarra come caratteristica (suono più o meno brillante, più o meno “carico ecc.), gli ampli sono in grado di compensarlo mediante i loro attivi controlli di volumi ed equalizzazione; non è possibile il contrario.  
E questo senza considerare l’ulteriore modificazione del suono che spesso viene operata: effetti di tanti tipi (wha-wha, leslie, chorus, flanger, tremolo ecc.) insieme con i semplici ma importantissimi riverberi ed echi, fanno sì che la chitarra, seppur matrice importante a livello manuale tattico per il chitarrista e affascinatissima, nella produzione del suono e dei timbri abbia una parte ridottissima.
La chitarra è la buccia del frutto sonoro, il succo timbrico dei chitarristi sta negli amplificatori**.


* Gli altri elementi che costituiscono una chitarra elettrica (legni, forme, ponticelli ecc.) sono influenti in minima parte, infatti tutti insieme non pareggiano quello dei magneti: la prova è che se per esempio a una Fender si cambiano i magneti adottando magari quelli tipici della Gibson, il suo suono cambia drasticamente avvicinandosi di molto a quello Gibson; pur non pareggiandolo perfettamente.

** Non pochi chitarristi a volte abbinano all’amplificatore i cosiddetti effetti a pedale (o a rack) chiamati overdrive e distorsori, per avere ancor più possibilità timbriche: essi sono preamplificatori aggiuntivi a quello insito dell’amplificatore.


1 Comment
Kelino
29/9/2015 18:01:23

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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