Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Scontro tra audio-civiltà: analogica vs digitale

25/1/2016

9 Comments

 
Tutta la tecnologia fisico-meccanica del ‘900 ha fatto sì di poter ascoltare sequenze di suoni registrati tramite una catena di dispositivi atti a immagazzinare dati, leggerli, rivelarli, amplificarli e diffonderli. ​
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Fondamentalmente c’è il supporto (il disco) dove sono immagazzinati i dati e il suo lettore-rivelatore (il giradischi). Per alcuni decenni ci sono stati anche i nastri, le musicassette, che per ora sembrano definitivamente tramontate… ​
Il vinile è un disco (in materiale plastico) ove le informazioni vengono registrate in modo analogico (vibrazioni audio-incisione fisica microsolchi), che devono essere lette mediante un sistema chiamato giradischi, composto di un piatto ove collocare il disco (con relativo motore per farlo girare), da un braccetto che ha una testina la quale ha (in una cartuccia chiamata cantilever) uno stilo (puntina).
Fatto salvo l’entusiasmo tattile-visivo di avere tra le mani non tanto il disco in sé (Lp, long playng), che comunque ha il suo affascinante rituale di ascolto, quanto il suo alloggio, il cartone della copertina, per apprezzare la grafica, le foto, i disegni, insomma tutto quello che gli autori, i produttori discografici e soprattutto l’industria, che presiede tutto il processo di produzione e distribuzione del prodotto, hanno pensato di offrire ai fruitori per completare l’esperienza comunicativa delle loro opere musicali-testuali. Inoltre c’è la comodità di avere le informazioni dell’opera, i crediti, nomi, musicisti, date ecc., che naturalmente nelle versioni CD essendo ridotte di oltre un quinto come superficie (anche se di solito i booklet hanno varie pagine per sviluppare le informazioni), sono quasi illeggibili: comunque con un ridotto impatto di suggestione complementare alla musica in sé.
Dicevamo, fatto salvo ciò, del tutto laterale alla musica, il vinile rispetto al CD, come qualità di prodotto per il consumatore, è perdente su tutta la linea. Da più parti, in buona/cattiva fede, è diffusa la mistificazione che la qualità dell’ascolto musicale tramite disco in vinile e giradischi, a parità degli altri elementi della catena audio (amplificatore e diffusori), è superiore al CD. Non è vero.
Qui lasceremo stare sia le specifiche puntualizzazioni alle sciocchezze affermate da questo o da quello sia le considerazioni di carattere mercantile-industriale*.
​Sospendendo il fattore di qualità intrinseca della registrazione del dato sonoro e il suo immagazzinamento nel supporto registrazione, dandoli in linea di principio per ottimali (vedremo che per l'Lp non è così), stabiliamo la base minima e fondamentale di qualità di questo settore, quello che è chiamato Alta Fedeltà (Hi-Fi).
Il principio fondante della fedele rappresentazione di un dato evento è direttamente proporzionale alla capacità che il riproduttore ha di mantenerlo costante nel tempo.
Il sistema digitale corrisponde perfettamente a questo. Per sua natura e definizione può creare copie in sostanza perfette e non ha degrado: o funziona o non funziona.
Dunque a oggi pensare il sistema analogico Lp-giradischi come un sistema di Alta Fedeltà è più che bizzarro, è grottesco. Non ha la stabilità né la certezza del dato, ha una fluttuazione di una serie di prestazioni che ne minano gravemente la sufficienza a cominciare dalla scrittura delle informazioni soniche sul disco, peggiorando il tutto nella fase di riproduzione in quanto a panorama stereofonico, gamma dinamica e spettro delle frequenze.
Questi i parametri basilari ai quali attenersi. E tutto ciò mettendoci nell'ideale condizione di non considerare approssimazioni ed errori delle varie fasi, che tutto sia al meglio.
  1. La pretesa purezza e superiorità del suono analogico è infondata, non è nemmeno lontanamente pari a quello digitale in nessuno dei fattori costituenti il concetto qualitativo dell’Alta Fedeltà. Questo perché si sommano le criticità delle fasi di realizzazione del supporto e della sua lettura: Il disco vinilico messo in commercio è frutto di moltissimi compromessi e molto gravi; e la sua conseguente lettura, che in sostanza applica un processo simile e inverso tra le pareti domestiche, moltiplica di molto le criticità e i difetti. I problemi pertanto cominciano immediatamente, sin dal processo di trasferimento dei dati sonori del registratore-riproduttore alla sua fisica incisione. Il processo ha numerose e complicate fasi meccaniche-chimiche, acustiche ed elettriche. Basti pensare che, in estrema sintesi, i solchi del disco master sono il prodotto di vibrazioni e oscillazioni dati da una sorgente sonora che letta mediante un particolare microfono fa muovere un bulino incisore; di conseguenza il processo inverso di lettura meccanica di quelle asperità è il frutto della percorrenza tramite puntina del giradischi di quelle vibrazioni poi microfonate e riconvertite elettricamente. Gli attriti e le asincronie tra l’enorme numero di parti in gioco, soprattutto elettro-meccaniche, fa sì che l’approssimazione del dato audio sia davvero, a oggi, inaccettabile.
  2. C’è un degrado continuo e inesorabile nella qualità timbrica, dinamica e stereofonica della musica riprodotta giacché ogni volta che la puntina legge i microsolchi li altera e viene alterata. In pratica la già ridotta risposta in frequenza, che non supera i 16.000 Hz, e dinamica (al di sotto dei 60 dB) a ogni passaggio della puntina diminuisce: c’è perdita di frequenze e dinamica (il degrado aggiunge rumore e distorsioni). Siccome il vinile e la puntina si consumano a ogni ascolto, dopo un certo numero di usi bisognerà ricomprarli (il numero dipende soggettivamente dalla sopportazione del fruitore di ascoltare cose disturbate da alterazioni e distorsioni): non solo una diversità clamorosa tra il primo ascolto del disco mai usato (e puntina) e l'eventuale ultimo, ma che ogni ascolto è oggettivamente differente.
  3. Sintesi delle principali problematiche relative alla fase di lettura: A - Difetti di sincronismo dovuti al carico meccanico variabile e alle periodiche fluttuazioni del sistema di trazione del piatto. B - Disturbi di rumore dovuti alle vibrazioni della connessione del braccio al telaio; ma anche da sorgenti esterne come vibrazioni pavimenti, mobilio, flussi d’aria ecc. Un ventilatore dentro la stanza di ascolto produce una turbolenza disastrosa. C - Distorsione di tracciamento causato dalla diversità tra il bulino incisore e la puntina lettrice. D - Distorsione radiale dovuta agli angoli di errori tra la direzione del braccio e la tangente del solco. Il movimento radiale-tangenziale operato nell'incisione e non ricalcato in fase di lettura (se non con braccetti appositi, detti appunto tangenziali, ma poco diffusi). E - Risonanze del sistema braccetto-cartuccia-stilo che introducono suoni spuri. Per limitarle, questo sistema deve avere elevata rigidità, ridotta massa e ed elevata cedevolezza della sospensione, ridotte dimensioni e materiali ultra leggeri. Addirittura se ci sono suoni ad alto volume di qualsiasi natura, compreso quello di riproduzione, non solo faranno vibrare malamente il tutto ma possono entrare nella captazione della testina che in sostanza è un microfono, e produrre un indesiderato feedback o comunque alterazione dell’ascolto.
  4. La tecnologia audio digitale è basata su concetti simili a quella analogica, ovvero su un immagazzinamento dati messi su un disco e lettura di essi; però essendo tutta la procedura incomparabilmente meno fisica, meccanica e tangibile, ma quasi atomistica e con molti meno processi e parti in movimento, con una scrittura/lettura dati ottica (laser), in termini di limitazioni e difetti non è nemmeno lontanamente assimilabile a quella analogica.
  5. Non è vero che il sistema digitale abbia dei limiti di riproduzione sonora apprezzabili: la discretizzazione del segnale analogico nel campionamento standard 44.1 kHz e quantizzazione 16 bit è scientificamente provato non abbia difetti in tal sorta. Il fatto che il segnale analogico abbia punti infiniti e quello digitale finiti, è nella pratica del tutto ininfluente: se queste differenze non sono percepibili per noi è come se non esistessero. Inoltre il segnale reale, originale (chiamiamolo analogico) quando registrato con qualsiasi apparecchiatura è sempre in qualche modo, per definizione, codificato, approssimato e sintetizzato rispetto alla sua realtà. Dunque non conta la questione astratta e quasi filosofica del campionamento con numeri finiti di un dato che avrebbe infiniti numeri, conta quella pratica e percepibile da tutti dell’analogica tracciatura rozzissima e meccanica sia in scrittura sia in lettura sul vinile puramente basata sul movimento di un incisore un solco e per giunta di due distinti canali che dovrebbe tradurre tutte le infinite e continue variazioni di frequenze e ampiezze: non lo fa. Quindi pure nel sistema disco-vinile/giradischi è approssimata la realtà, anzi è una codificazione ben più restrittiva e percepibile del campionamento digitale standard. Le capacità umane di percezione sono ben al di sotto dei limiti codificati dal sistema digitale. La dinamica che consegue è di circa 98 dB e la risposta in frequenza fino a 22.050, non solo sono superiori a quello che noi riusciremmo a percepire, ma sono di fatto superiori, e di molto, a quelle del sistema analogico che, ricordiamo, non arriva a 60 dB e non si estende oltre i 16 kHz. Forse per l’estensione in frequenza è più intuibile la limitazione del sistema analogico, per la dinamica meno: i circa 40 dB di divario tra l’analogico e il digitale si traducono in un’oggettiva differenza fisica di circa 13 volte inferiore la quale è percepita dai nostri sensi “solo” come una quadruplicazione.

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Fase di scrittura

La facciamo breve: nel processo di produzione del master per le copie dei dischi in vinile, la punta d’incisione (bulino) del disco traduce i segnali elettrici del nastro master in movimenti meccanici (vibrazioni) per incidere il disco in solchi modulati in termini di densità; l’incisione stereo deve realizzare solchi aventi un costante e perfetto angolo di 90 gradi 45/45 (canale sx-dx), le variazioni di ampiezza del segnale (intensità, volume) e frequenza si traducono in variazioni del numero dei solchi, pertanto della loro vicinanza (densità): più sono vicini più vari errori di distorsioni del segnale sono possibili. Altro punto critico: le due componenti, intensità e frequenze, sono legate: i suoni di bassa frequenza avendo maggior lunghezza d’onda (perciò più intensità energetica) dovrebbero essere incisi con maggiore ampiezza, ma questo significherebbe solchi enormi occupanti moltissimo spazio…
​Per converso i suoni di alta frequenza dovrebbero essere così ridotti che non solo sarebbero difficilmente tracciabili da una puntina, ma sarebbero coperti dai rumori di fondo (fruscii ecc.), dati anche dalla granulosità del materiale in sé. (Oltre ciò, per la riproduzione in lettura significherebbe tantissima escursione della puntina con conseguenti altissime possibilità di errori, alterazioni e distorsioni). Dunque a monte nell'incisione vengono modificate sia l’ampiezza sia la velocità di oscillazione in funzione della frequenza; le alterazioni che ne derivano devono essere compensate durante la riproduzione tramite la testina e i circuiti di amplificazione del segnale, correggendo a valle mediante equalizzazione (
curva RIAA e stadio di preamplificazione Phono, vedremo alla fine...).
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Fase di lettura

L’apparato di lettura diviso in trazione (motore e piatto) e traduzione dati (braccetto e testina), ha il compito di guidare la puntina lungo i solchi in maniera tale che essa segua gli stessi movimenti che fece in origine il bulino incisore. E siccome di base ci sono sostanziali differenze tra il bulino e la puntina, si producono immediatamente distorsioni di tracciamento (punto 3C dell’elenco precedente). Il giradischi ha il motore annesso al
piatto che può trasmettere il suo movimento in due modi: direttamente o tramite l'ausilio di una cinghia. Il primo modo è cosiddetto a trazione diretta e ha l'alberino del motore solidale con il piatto; questa tipologia vanta una migliore stabilità di rotazione se il motore è di buona qualità e se il piatto ha il peso giusto e velocissimo nello spunto (la giusta velocità di rotazione). Nel secondo modo una cinghietta in plastica collega il motore al piatto; questa tipologia presenta un’elevata insensibilità alle vibrazioni del motore, ma più lento nello spunto. In ogni caso devono essere più possibile isolati per esentarli nel trasmettere vibrazioni a tutto il resto (punti 3A e 3B).

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Il braccio porta testina è costituito da tubo cavo in lega metallica (alluminio, titanio, ecc.) rigido che deve essere a sua volta insensibile alle vibrazioni, dato che la sua funzione è quella di consentire alla testina di seguire le ondulazioni dei solchi incise sui dischi, deve essere caratterizzato da estrema leggerezza. All'estremità posteriore del braccio di solito è collocato un sistema di bilanciamento, costituito da un contrappeso cilindrico recante una scala graduata in grammi; questo contrappeso viene regolato in base al carico della testina e alla forza con cui la testina stessa deve leggere il solco. Ad ogni variazione corrisponde una modificazione dei tre parametri fondamentali del suono, dinamica, stereofonia e timbro. Inoltre i bracci possono essere di vari tipi, ognuno con differenti pregi e difetti: dritto, tangenziale, curvo, a esse, radiale, a pantografo.
​I bracci hanno il controllo di
antiskating che deve continuamente bilanciare la forza tendente ad attirarlo verso il centro del disco con conseguente intera e disastrosa distorsione del segnale; comunque a compensare un’enfatizzata lettura del canale stereofonico interno e alla sua precoce e asimmetrica usura, per la cronaca quello sinistro, perché in un unico solco sono presenti i due canali stereofonici. Tre diversi sistemi antiskating: a molla, a peso e magnetico (Punti 3C e 3D). Qui il punto D dei i cosiddetti angoli di errori (sia orizzontali sia verticali), che dipendono dalla geometria del braccio, e si possono calcolare mediante misurazioni della sua lunghezza, superamento del perno del piatto, dalla sua piegatura, e dalla sua altezza dal piano.

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Le testine più utilizzate sono costituite da quattro parti fondamentali: lo stilo (puntina), il portastilo (cantilever), la bobina e il magnete. La testina è la componente più delicata nel determinare il livello di fedeltà della riproduzione sonora, essa trasforma l'informazione di vibrazione meccanica tracciata dalla puntina nei solchi del disco in segnale elettrico. Lo stilo consiste in una piccolissima punta di diamante (o altro materiale duro) che ha lo scopo di seguire i rilievi del solco del disco; questo compito è estremamente difficile in quanto numerosi fattori tendono a spingere lo stilo fuori dal solco, e basta una minima asimmetria che il programma musicale ne risulti alterato in tutti i parametri (compreso quello del volume di un canale rispetto all'altro).
Per limitare più possibile queste problematiche lo stilo deve possedere uno specifico peso in modo da seguire, il più fedelmente possibile, le asperità del solco senza peraltro consumarlo più di tanto. Ma siccome OGNI VOLTA si ascolta un disco sia il solco sia la puntina si deformano, in teoria OGNI VOLTA ci dovrebbe essere una compensazione del fattore peso. Caratteristica dello stilo, che influisce sulla fedeltà di riproduzione, è la sua forma; questa potrà essere
radiale, conica, ellittica, iper-ellittica, e ciascuna di queste forme presenta vantaggi e svantaggi.
​Quella sferica è la più diffusa quella ellittica è quella più conforme al bulino incisore dunque più precisa, ma anche quella che maggiormente tende a consumare i solchi. La puntina ha il parametro di flessibilità o cedevolezza che è dato dal rapporto tra il suo spostamento dal punto di riposo e la forza richiesta per ottenerlo. La criticità è soprattutto per la lettura delle basse frequenze, la puntina deve variare meno possibile al variare della frequenza e mantenere contatto costante per tutte le direzioni delle modulazioni dei solchi, anche a dispetto delle ondulazioni dei dischi stessi (quasi mai perfettamente piatti, comunque nel tempo si alterano anche solo al variare della temperatura con scadenti riproduzioni!).
La puntina deve avere un preciso angolo d’incidenza con il piano orizzontale del disco, quello corretto è di 15 gradi, pena distorsioni del segnale. Ci sono due principali tipi di testine in commercio, esse si differenziano in base alle modalità costruttive: le testine a bobina mobile (MC), quando all'estremità del cantilever è collegata una piccola bobina, e le testine a magnete mobile (MM) con all'estremità del cantilever un piccolo magnete. (Ci sono anche quelle in ceramica, più economiche, che sfruttano l’effetto piezoelettrico.)
​Una testina di buona qualità dovrebbe generare un segnale elettrico il più possibile pulito, ben definito e uguale per entrambi i canali, senza introdurre rumori o vibrazioni e senza consumare eccessivamente i dischi. In ogni caso, quelle MC hanno bisogno di una preamplificazione più potente giacché hanno un debolissimo segnale di uscita. Ciò, oltre a distorsioni e rumori, introduce altri notevoli elementi di variabilità del segnale.


Conclusione

Insomma la riproduzione analogica del suono concerne quindi la (ri)percorrenza dell’incisione tramite una puntina che trasmette le vibrazioni a un trasduttore elettroacustico (microfono) che sarà collegato a un preamplificatore, poi a un amplificatore e diffusori o cuffie. Con il sistema analogico, diversamente da quello digitale, la riproduzione è sempre differente a causa del suo lettore, il giradischi: ne consegue che a parità di disco e catena audio se cambiamo giradischi il suono delle musica varierà notevolmente. Anche questo abbatte il concetto di Hi-Fi.

P.S. C’è un ulteriore importante e profondo processamento del segnale. Abbiamo accennato all’inizio che in fase di scrittura c’è un’equalizzazione del segnale originale per poter incidere solchi abbastanza piccoli e costanti. Questa compressione del segnale meccanico per limitare le ampiezze dei solchi della gamma bassa e ampliarli per la gamma alta, si ottiene mediante un'equalizzazione normalizzata più di mezzo secolo fa (curva RIAA), e consiste in una curva di frequenze-ampiezze che parte da una notevolissima de-enfasi di intensità dei bassi profondi per arrivare progressivamente a un’enfasi degli altissimi.
Pertanto dopo tutto il complicatissimo ciclo meccanico-elettrico sopra descritto ci deve essere un filtraggio di frequenze più possibile simmetrico fornito dallo stadio Phono degli amplificatori per compensare in senso reciproco la correzione iniziale. Va da sé che questo violento processamento porta inevitabilmente a una corruzione del segnale originale, anche perché non si avrà mai un perfetto riallineamento delle frequenze.
Comunque per sapere come suona un disco, magari considerato come il non plus ultra della fedeltà e purezza del suono, al netto di elettrostatica, polvere, usura ecc., si provi a collegare il giradischi al normale canale d’ingresso dell’amplificatore, quello dove si collegano altre sorgenti ben meno critiche, che non hanno bisogno di correzioni e pompaggi vari, come il CD, e ascolterete in tutta la sua magnificenza il suono meraviglioso del disco vinilico, dell'amato Lp. Buon divertimento.
​
* Qui non prendiamo in esame il processo di registrazione e missaggio audio: queste fasi si possono interamente eseguire sia in modo analogico sia digitale (o un miscuglio tra i due). Anche questo è spesso al centro di querelle, ma sono vicende più per addetti ai lavori Al pubblico non arriva tanto questo, quanto il prodotto di supporto (il disco) e la sua conseguente lettura.
9 Comments
Giulio
9/7/2017 22:44:38

ahahaha......vabbè 4 risate le ho fatte per stasera. Don Chisciotte contro l'analogico...

Reply
carlo pasceri
10/7/2017 08:58:13

Caro signor Giulio, che bel buongiorno ho ricevuto da lei: non può nemmeno lontanamente immaginare la piena soddisfazione che traggo nell’avere riprova che ancora esistono persone come lei, che si palesano così; non aumenta solo il mio egotismo… Grazie.

Reply
Nedo
4/9/2017 20:38:32

Ho letto il suo articolo, e seppure consapevole della mia infinita ignoranza per quello che può valere mi trovo perfettamente d'accordo con lei. Le scrivo dopo avere seguito un thread di vhf, in cui sostenitori dell'analogico e del digitale si scontrano sui concetti da lei espressi, in particolare a pag 13 un forumista ha inserito un grafico video in cui la frequenza dell'lp e' molto più completa e complessa di quella del cd in cui la frequenza è tagliata a 22000 hertz....
Comincio....anzi continuò a non capirci nulla....le allego il link del thread
http://forum.videohifi.com/discussion/426875/quali-cd-player-che-non-facciano-rimpiangere-il-vinile/p13
Mi scusi per il disturbo spero di capire qualcosa in più
Saluti
Nedo

Reply
carlo pasceri
6/9/2017 10:08:54

Buongiorno sig. Nedo, dunque, fermo restando tutti gli altri tanti fatti, incontrovertibili, rappresentati in merito alle problematiche del sistema vinile/giradischi/stadio phono rispetto a quello CD, la questione inerente la risposta in frequenza è di solito intesa ed espressa in modo parziale e scorretto.
In sintesi, il vinile ha in nuce per vari motivi un suono limitato e alterato, (anche) in termini di risposta in frequenza, e come riportato nell’articolo, basta connettere il giradischi a una qualsiasi delle entrate dell’amplificatore e non al circuito “phono”, preposto per ricostruire le frequenze che il vinile non possiede, per ascoltare il suono vero del vinile.
Pertanto qualsiasi misurazione fatta al termine della catena audio (ammesso sia corretta e non manipolata), è direttamente adulterata dallo stadio phono, che restaura arbitrariamente le frequenze mancanti al vinile tramite apposito circuito equalizzazione.
Peraltro sono disponibili dagli anni ’90 software in grado di alterare ulteriormente l’originale spettro frequenziale, immettendo armoniche aggiuntive (in origine mancanti). Tutto ciò in effetti, ammesso sia utile, può “infedelmente” estendere la risposta in frequenza del sistema vinile/giradischi/stadio phono anche oltre i 22.000 Hz del CD standard, adulterando completamente il segnale originale.

Reply
simone link
8/3/2019 14:01:02

Una voce nel deserto o quasi. Finalmente qualcuno che non scrive a vanvera. Il ritorno (?) del vinile è l'ennesimo segnale che il marketing e il feticismo modaiolo sono più importanti di qualsiasi altra cosa: anche della realtà, scientifica e sonora, e del buon senso.

Reply
Mauro
25/11/2019 16:56:40

Quest'articolo è davvero interessante oltre che utile a definire scientificamente quello che è il divario tra analogico e digitale. Molte delle mie perplessità sono state fugate leggendolo. In effetti altro sito di cui in proposito leggevo riferiva di un docente che ha fatto un test sonoro tra i suoi studenti i quali avevano replicato di preferire il suono digitale, ritenendo, il professore, avere maggiore qualità quello analogico. Il risultato è stato attribuito alla abitudine dell'utenza all'ascolto del suono digitale. Questo articolo invece analizza la costruzione della riproduzione analogica del suono ed effettua il confronto con quella digitale. È pertanto superbamente eloquente. In effetti c'è la falsa credenza nel ritenere l'analogico il migliore metodo di riproduzione del suono senza sapere come tale procedimento avviene. Grazie del tuo intervento.

Reply
carlo pasceri
26/11/2019 09:10:04

Buongiorno Mauro,
grazie a te.
A presto
(Potrebbe interessarti questo breve e vecchio articolo) http://www.carlopasceri.it/blog/vinile-vs-cd-e-la-mercificazione-delle-opere

Reply
Pierluigi Candiani
6/1/2021 19:21:18

Buonasera Carlo,
ho letto oggi il suo articolo che trovo molto interessante, chiaro ed esaustivo anche per un semplice ascoltatore, per altro di parte (da 30 e più anni ho sposato il digitale e mai e poi mai tonerei indietro!).
La ringrazio.
Cordiali saluti

Reply
carlo pasceri
6/1/2021 22:13:54

Buonasera Pierluigi,
grazie a lei.
Cordialità.

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