Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

21st Century Schizoid Man: quando a sbagliare sono gli esperti

23/12/2016

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I King Crimson rappresentano uno dei maggiori gruppi rock in quanto a bravura strumentale e creatività compositiva. Un gruppo nobile non solo per il suo nome altisonante, ma per l’effettiva consistenza della loro musica, complessivamente sviluppata nel corso di circa un quarantennio, con l’apice nella prima fase, ossia quella degli anni ’70, segnatamente con i tre dischi del biennio ’73-‘74.
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Ai King Crimson è associato, più di altri gruppi, una pubblicistica che favorisce miti e leggende e uno zoccolo duro di fan poco preparati ad accogliere la reale proposta del grande Robert Fripp. (Non è dato sapere se questa pubblicistica sia conseguenza del pubblico o viceversa, poco importa...)
La pubblicistica si concentra soprattutto sull’epocale prima opera dei KC, In The Court Of The Crimson King, astutamente, essendo il disco più celebrato e semplice del catalogo KC; pertanto è su di esso che in massima parte si basano molte delle strambe e scorrette analisi ed esaltazioni.
Forse la causa è che questo disco non è intriso di oggettivi contenuti così profondi, come comunemente si crede: la sua forza è più formale, sovrastrutturale, di abilissimo impacchettamento progettuale e di torreggiante tecnica esecutiva. E allora se l’obiettivo è di glorificare chissà  quale altissima creatività compositiva, e chi ne scrive non è musicalmente competente, forzature, errori, pretestuose interpretazioni sono inevitabili.
Tuttavia, di là di qualche fan che anche recentemente è stato reclutato per scrivere diffuse agiografie invariabilmente dense di amenità ed esaltazioni grottesche, e con inesorabili scorrettezze sul piano musicale, sorprende che anche chi è istruito musicalmente, si abbandoni a tali pratiche.
Anche questi ricorrono a suggestioni elfiche, a numerologia misticheggiante e quant’altro per guarnire le loro analisi e sintesi dei King Crimson, con affermazioni gonfie, e qua e là complicanze pretestuose e presunte, tanto per fornire la base dei loro contenuti.
Va da sé che se queste cose le scrivono persone musicalmente addestrate, saranno più o meno supinamente copiate e immesse nei loro testi dai quei fan investiti dalla bruta editoria per scrivere vangeli.
Dunque, anche se Eric Tamm, Andrew Keeling e, nel caso riportato più avanti, Roberto Agostini e Luca Marconi, mostrano di essere istruiti musicalmente e si esprimono in modo ben più professionale, non mancano nei loro testi affermazioni discutibili; ne riporto per brevità solo un paio concentrate sul brano più notevole e famoso di ITCOTCK: 21st Century Schizoid Man.
​​
1) Per marcare la pretesa novità di questo brano basato su un riff in DO minore, Agostini e Marconi scrivono in un saggio del 2005 dal titolo "Here, There And In Between: parole e musica nella prima fase del progressive rock britannico": “Nella popular music britannica di quegli anni, i brani ossessivi e aggressivi sono perlopiù in modo maggiore, basati sul modo pentatonico maggiore o misolidio con eventualmente passaggi in modo pentatonico minore, dorico ed eolio al fine di introdurre le blue notes in ambiente maggiore. Il modo minore è presente in canzoni meno aggressive, spesso dal carattere malinconico e drammatico, e con strutture armoniche più articolate.”.
Strana affermazione. Basti pensare a 5 precedenti riff o pezzi tra più importanti di tutta la storia del Rock: il riff di Satisfaction, Sunshine Of Your Love, Foxy Lady, Purple Haze e Whole Lotta Love sono tutti basati sulla scala pentatonica minore e, come ben si sa, certamente non “dal carattere malinconico e drammatico, e con strutture armoniche più articolate”.
​
2) Sul riff principale (a 0'27") in più parti fa riferimento alla sua pretesa polimetricità, per esempio:
 “…con un peculiare andamento ritmico che è caratterizzato da un’accentuazione irregolare che gli dà un sapore polimetrico”.
Arrivando a trascriverlo per attestare ciò con questa didascalia: trascrizione del riff che mette in luce la sua struttura polimetrica
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Bontà loro che lo trascrivono anche nel modo più corretto dimostrando, involontariamente, la pretestuosità del reclamato peculiare carattere polimetrico del riff: forse anche chi non conosce la grammatica musicale dalla figura può apprezzare ciò.
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Eccolo quindi, il riff è semplicemente sviluppato in quattro battute di 4/4. Per renderlo più nobile hanno voluto complicare la sua grammatica, spacciandolo per un parossistico riff polimetrico del tutto dispari e asimmetrico di cinque battute: 5/4 + 3/4 + 9/8 + 9/8 + 6/8. Un pasticcio.*

E come spesso accade si cercano rocce lunari e non si nota che si sta camminando sul brecciolino della Terra… Tutto molto più semplice, lineare e meno originale; non solo in senso generale come succitato, ma pure in particolare: anche se ben mascherato, il famoso riff di Schizoid Man è strutturato e composto dalle stesse 7 note su 9 di quello di Sunshine Of Your Love dei Cream, ma un po’ rovesciato: Cream discendente - KC ascendente.
​Quindi ugualmente pentatonico minore con iniziale “pendolo” (indicato con l'ovale nelle immagini sotto) tra il primo grado (DO) e il settimo (SIb sotto di un’ottava), poi cromatismo blues tra il quarto e quinto grado (SOL-SOLb-FA - il rettangolo) e ugualmente un solo MIb (la terza - indicato con un triangolo rosso) suonato dopo il DO tonica; i Cream dispongono in questa sequenza, mentre i KC la invertono (prima il MIb e poi il cromatismo e ascendente): sorta di specchio un po’ deformante, che non fa riconoscere lo stesso oggetto.
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Il riff di Sunshine of Your Love
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Il riff di 21st Century Schizoid Man

E a margine, il secondo riff (quello a 2'25") somiglia al riff del tema Mission Impossible (di Lalo Schifrin del ‘66), giacché strutturato in modo molto simile: quello di Fripp rispetto a quello di Schifrin (in 5/4 più lento e laconico) è in 12/8 più rapido e prolungato, con alcuni cromatismi.
E nei continui ricicli di materiale musicale che è uso fare Fripp (cosa evidenziata già nel libro Dischi da leggere dedicato a Red), segnalo che questo secondo riff fungerà da modello ritmico del brano Sailor’s Tale (in Islands): la figurazione del ritmo di batteria è pressoché identica, e con il riff del basso ancora basato sulla scala pentatonica minore.
(Peraltro Sailor’s Tale è stato oggetto di uno dei numerosissimi errori vergati in un recente libro italiano sui KC di un altro fan-scrittore, ove si afferma che è in 5/4, laddove si evince facilmente essere in 2/4 (terzinato) o 3/4 (6/8); probabilmente lo sprovveduto autore ha asserito ciò poiché ha contato il numero di note del riff, che sono appunto cinque: no comment…)
 
Fatta salva l’estrema cura formale nel progetto di ITCOTCK e l'abilità strumentale realizzativa di tutti, in special modo di Fripp e del magnifico Mike Giles, la cosa assai strana è che dei King Crimson hanno scritto tonnellate di amenità e sciocchezze, ma nessuno si è occupato davvero delle due cose più notevoli, maestose, queste sì, non solo del brano 21st Century Schizoid Man e di tutto il disco, ma in assoluto del Rock e dintorni: l’unisono di tutti (a 4'36") e l’assolo di Fripp. Bah! 
​
*Mi ero tempo addietro occupato di pretestuosità di questo tipo a proposito di altro, evidenziando che la stragrande maggioranza dei pezzi e riff pure quelli più popolari, si può forzarli in pretese complicanze. E tra gli altri ho citato proprio Satisfaction e Whole Lotta love: il primo in 5/8 (2 + 3) + 6/8 (2 + 4) + 5/8 (2 + 3); il secondo in 5/4 (4+4+2/8) + 3/8 + 3/8.
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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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