Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Come Fripp (con Belew e Gunn) si prese gioco del tempo

6/6/2019

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E’ noto che il tempo lo misuriamo mediante ciclicità, che sia quella dell’arco di un giorno, delle stagioni o delle lancette di un orologio…
E quando si tratta di musica più o meno tutti hanno sentito dire “questo pezzo è in 4/4”, e a cosa sia riferito molti lo hanno intuito, ovvero al tempo musicale. È chiamato metro*. 
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Il metro è il conteggio degli intervalli simmetrici del tempo (battiti) a cui lo scorrere musicale è ineluttabilmente correlato; indica quanti siano quelli raggruppati (nel modo più semplice e logico) in una “scatolina” chiamata misura (o battuta). Ciò si determina dal periodare degli accenti insiti nel ritmo, sovente dalle parti cicliche di un groove di batteria o di un riff di chitarra o basso.
Molti hanno in vari modi tentato di liberarsi dalla tirannia del tempo, confonderlo in termini percettivi, renderlo più rarefatto e aleatorio o stratificarlo; ingannarlo. Nel corso degli ultimi decenni questi hanno in varie maniere reso così difficile il riconoscimento del metro che talvolta la musica sembra non abbia tempo.
Alcuni titani del Jazz e i suoi derivati come Sun Ra, Ornette Coleman, John McLaughlin, o in tempi più recenti Steve Coleman o addirittura giovani rocker come i Radiohead, hanno in questo modo reso alcuni loro brani più ineffabili che mai. Magie nelle magie, sortilegi ammalianti più o meno subliminali…
In tale cimento non poteva mancare un campione della musica Rock più alta come Robert Fripp che, dopo i fasti coi King Crimson degli anni Settanta e l’ottima trilogia degli Ottanta, sul finire degli anni Novanta innescò quattro “frattalizzazioni” del suo gruppo chiamate ProjeKcts.
Ottima musica di stampo improvvisativo, mescolanza tra i KC degli anni precedenti, i soundscapes di Fripp con Eno e la musica elettronica degli anni ’80 e ‘90 di Bjork, Nine Inch Nails e simili.
Un notevole esempio è il lungo brano Space Groove II del ProjeKct Two registrato nell’autunno del 1997 da Fripp (chitarra elettrica), Adrian Belew (batteria V Drums) e Trey Gunn (touch guitar e synth).  
È fondato su dei sincopatissimi ritmi di batteria e una sequenza di 6 note di basso con alcune improvvisazioni di chitarra e sinth.

Space Groove II è sconcertante, innanzitutto nei primi minuti, giacché il metro è incomprensibile.
​E ciò è causato non tanto dalla persistente frantumazione ritmica di Belew quanto dalla sequela del basso, che è incessantemente variata in termini di lunghezza, pertanto non misurabile e quindi ametrica.  
L'assetto del pezzo è sorprendente, di un'instabilità che intriga.
Dunque il concetto cardine è tanto semplice quanto efficace, anche in termini di percezione della parte di basso che sembra più interessante di quel che è, a riprova che il ritmo è più denotativo della scelta stessa delle note di un motivo melodico: banali 6 note della scala FA minore pentatonico (esclusione del Mib).
(Nella trascrizione ho usato una convenzionale divisione in crome)
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Seppur il battito sia intelligibile (pulsazioni molto veloci a circa 260 bpm), l’idea vincente è che la scala-riff del basso (precedentemente registrato impiegando davvero creativamente la tecnologia) è attivata dalla cassa di Belew. Siccome quest’ultimo suona ritmi liberi da schemi ricorrenti, magari pure pensando in 4/4, non si genera alcuna ciclicità temporale e pertanto non si hanno riferimenti metrici. Straordinario.  

Se è vero come è vero che la sfida della libera associazione (dissonanza) delle note nella duplice dimensione melodica e armonica, insieme con la libertà formale, è stata da molti anni vinta, quello col tempo per i musicisti è un confronto ancora aperto.
D’altronde va osservato che non è solo una formidabile sfida a livello razionale, di idee, ma anche esecutiva: è davvero molto arduo suonare “senza tempo”.
Alcune avanguardie delle passate generazioni hanno aperto e indicato varie strade, ora tocca ad altri.
Coraggio, eroi del nuovo millennio, provate anche voi a vincere il tempo!
​
​*Articolo sollecitato da un lettore.

​Robert Fripp e Adrian Belew sono tra i protagonisti del libro  📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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