Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Pyramid Song, esotismo e minimalismo firmato Radiohead

4/6/2018

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Pyramid Song è uno dei brani più intriganti dei Radiohead, misterioso, ondivago… un pendolo tenuto davanti a noi da un melanconico ipnotizzatore arabo che lo fa oscillare in modo bizzarro. 
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Musica rock degli anni 2000 semplice ma non scontata, notevole. Una volta tanto i gruppi rock non si avvalgono soltanto del fascino dei cantanti e di suoni con manipolazioni elettroniche per suggestionare gli ascoltatori, qui sono usati gli elementi strutturali della musica, in modo minimo, ma efficacissimo.  
Pyramid Song (inclusa nell’album Amnesiac) è una piccola costruzione basata su un’unica formula ritmica rigorosamente ripetuta dal principio sino alla fine perfettamente uguale, che esplicita una breve sequenza di pochissimi accordi (con alcune piccole alterazioni che fanno ancor più slittare la percezione), e su due motivi melodici. Un piccolo ma ineffabile monolite di foggia un po’ esotica.
Il suo incantesimo è basato principalmente sull’impressione fluttuante della pulsazione temporale fornita dall’imprevedibilità della sequenza di 3 differenti accordi (FA# - SOLM7 – LA6) su cui il brano è strutturato, e dal fatto che la progressione armonica sia basata su una scala non comune per noi occidentali; peraltro è mantenuta sempre la nota fondamentale (FA#) ancorata nel registro alto: funge da perno per tutto il brano. Il motivo melodico e il bell’accompagnamento ritmico della batteria seguono il divenire degli accordi.
Archi e strumenti particolari come l’Onde Martenot (specie di Theremin a tastiera), in modo elegante, fanno benissimo il resto.
La velocità è media (108 bpm pulsazione di crome ossia ottavi) e il ritmo, definito dal piano, è molto interessante: palindromo e determina il metro di 16/8 (aritmeticamente potrebbero essere intese due misure di 4/4, ma è solo un calcolo…).
La formula magica per entrare nella misteriosa piramide dei Radiohead è:

3+3+4+3+3 + 3+3+4+3+3 (semicrome).​
​
Queste sono le durate per ogni singolo accordo suonato nell’intero pezzo. Si consideri che la stragrande maggioranza dei brani rock (ma non solo) sono strutturati con durate binarie degli accordi (combinazioni di 2-4-8), oppure successione di 3+3+2.

Peraltro la batteria, quando s’inserisce tenendo un ritmo (a 2’15”), suona (molto bene) in 3/4 + 3/4 + 2/4 in lento swing (terzinato), determinando un’incantevole doppia frizione metrico-ritmica.
Una piccola tipicità è che gli accordi sono praticamente tutti maggiori e la sequenza armonica è una sorta di pendolo parallelo che sale da FA# e scende ritornando al FA#. Dunque il ritmo è palindromo, però la durata degli accordi è asimmetrica e la successione insieme con l’armonizzazione accordale non corrisponde né alla scala maggiore (modo ionico) né a quella minore (modo eolio). È riferibile alla scala Frigia spagnola (flamenco), simile alla “nostra” frigia ma con l’aggiunta della terza maggiore, perciò la fondamentale (FA#) ha qualità ambigua: sia minore sia maggiore (specie di blues arabeggiante).
Inoltre quando entra (a 26”) il fraseggio “vocalizzato” dall’Onde Martenot, si introduce una piccolissima variante nella progressione di accordi che tanto basta per straniare la percezione: pur mantenendo lo stesso ritmo, sembra che il giro di accordi ricominci prima, giacché è anticipato il FA#… (altresì c’è una nota fuori scala, SOL#, che brevemente è suonata ogni volta che riappare nel brano questa parte “vocalizzata”.)
Poi, quando comincia il canto a 43”, ancora mini mutazione: il motivo cantato si appoggia sulla nota LA, terza minore dell’accordo FA#, che infatti viene cambiato da maggiore a minore, altresì brevemente si presenta un accordo diverso e la progressione armonica raddoppia di lunghezza. Seguono altre mini varianti che movimentano quel tanto che basta...
Strano organismo musicale; magnetico e non del tutto monotono, è il concetto del minimalismo: poco, e quel poco cambia continuamente.
Onirico, sembra senza inizio e senza fine, è un anello con incastonata una gemma. Un gioiello.
 
P.S. Pyramid Song è parente di Everything In Its Right Place, un bozzetto presente nel disco precedente: la serie di accordi è la stessa, c’è uno slittamento di tempo del ritmo armonico (4/4 + 2/4 + 4/4) e una nota fondamentale in alto persistente…
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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