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Libro Eroi Elettrici

Weather Report, la storia disco dopo disco

16/7/2019

19 Comments

 
La storia musicale dei Weather Report è tanto importante quanto di non agevole decifrazione. Questo è dato principalmente dalla natura prismatica della loro musica (strumentale e di radice jazz) e il loro mutevole percorso attraverso i sedici anni di attività (1971-1986); peraltro inserita in un periodo molto particolare della musica moderna. 
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Sedici anni per altrettanti dischi pubblicati “in vita”, considerando l’ottimo Live In Tokyo del’72 distribuito solo in Giappone, incastonati nell’era del grande Rock (parallelamente a nascita e declino del Progressive), del Funk (con nascita e sviluppo della Dance), del Punk e della New Wave; e quindi il periodo dell’elettro Pop-Rock inglese. Altresì in quell’epoca il Jazz era in piena crisi (e regresso) e infine la parabola del Jazz-Rock e della Fusion, cui i WR furono tra i massimi esponenti.
Dunque per cominciare a comprendere il poliedrico e intenso fenomeno Weather Report, in cui Joe Zawinul (tastiere) e Wayne Shorter (sassofoni) sono i protagonisti*, è importante tracciare a grosse linee la loro vicenda, seppur brevemente, faremo una panoramica della loro avventura artistica.
 
Se è vero che i WR, come comunemente accade per i fuoriclasse, non sono rigidamente ascrivibili in generi giacché li ibridano, è tuttavia utile cominciare a intenderli distinguendo le loro due fasi principali (ce ne sarà una terza finale).
La prima è dal 1971 fino al 1975 (primi cinque dischi) e la seconda dal 1977 (da Heavy Weather) al 1982, con il 1976 (Black Market) come ponte.
La prima fase è Jazz-Rock, la seconda è Fusion, seppur alla loro maniera…
Peraltro si rammenta che diffusamente sono considerati come loro capolavori I Sing The Body Electric (secondo disco del ‘72 metà in studio metà dal vivo, col resto del concerto pubblicato in Live in Tokio), Mysterious Traveller (quarto del ’74) ed Heavy Weather (settimo).
Quest’ultimo è anche il loro best seller, quello con la frizzante hit Birdland (e in subordine la romantica A Remark You Made), e la spettacolare entrata in scena del poi famosissimo bassista elettrico Jaco Pastorius: divenuto sin da subito più che una star... appena dopo un mito. Per molti versi una gran fortuna per il gruppo avere in squadra lo strepitoso Pastorius, anche in termini di successo commerciale (era l’attrazione primaria nei concerti: faceva una gran scena), per altri un po’ controproducente; biunivocamente, anche per lui stesso.
La terza e ultima fase dei WR, quella dei quattro dischi tra il 1983 e l’86, quella del dopo Pastorius, si caratterizza per una ripresa del segno più etnico e moderno, di equilibrio e compattezza, meno legata al catalizzatore-Jaco pertanto con uno strumentista così sovraesposto rispetto agli altri; altresì tralasciarono le derive più marcatamente swing. Sorta di rilettura fusion dei tempi di "Mysterious " e "Spinnin’ ".
​
Il primo stadio “jazz-rocker” a sua volta si divide tra i primi due dischi Weather Report - I Sing the Body Electric e i seguenti Sweetnighter - Mysterious Traveller - Tale Spinnin'. (Con Sweetnighter le prime gratificazioni in termini di vendite discografiche.)

Con i primi due album (71-72) espressero una musica astratta e tesa allo stesso tempo. Era un meraviglioso calderone gorgogliante di vitalità e profluvi nel quale tutti sciabordavano agevolmente e in modo parecchio libero, con pochi punti di riferimento formali e stilistici.
Erano dati i contorni e la trama di massima, qualche tratto e colore da seguire, e poi ognuno dipingeva al momento ciò che sentiva tentando di collegarsi all’altro… Un’elettrica eterodossia jazzy che Miles Davis aveva inaugurato proprio con Shorter sul finire dei Sessanta e corroborata con Zawinul un paio di anni prima.
Fluidi, con metriche e ritmi non complicati, eludendo sgargianti obbligati unisoni.
Dunque i WR erano l’altro lato del Jazz-Rock, che proprio nel ‘71 fu clamorosamente portato al proscenio da un altro titano ex Davis, John McLaughlin, con la sua deflagrante Mahavishnu Orchestra.
Sweetnighter (1973) seguì un’altra prospettiva di Miles, quella groovy: mise a terra i piedi, senza però guardarli… I WR sempre con la testa alta e gli occhi perlustratori, alla ricerca anche dei sentieri più etnici.
Sensibili a evocazioni-suggestioni di suoni stranieri, ritmi e melodie delle diverse latitudini e longitudini del mondo, non da sbrigativi turisti con Polaroid, ma da artisti impregnati di originarie fratellanze.
(Boogie Woogie Waltz, Scarlet Woman, Jungle Book e Badia i brani più espliciti di questa specie di “world music” del periodo '73 - '75.)
Con "Mysterious" il gruppo comincia a virare verso una tessitura più complessa, sofisticando forme e suoni oltre che linee melodiche e armonie, orchestra di più e pertanto si distacca del tutto dal modello davisiano. Proprio per questa transizione, seppur con qualche squilibrio, è un disco importante (Nubian Sundance brano capitale). 
​E i WR  raggiungono lo stato dell'arte di questo stadio evolutivo col successivo Tale Spinnin': opera di compattezza e maturità eccelse in tutti i suoi brani e performance strumentali.
Nel 1976 Black Market, che è una sorta di meraviglioso vettore transizionale per l’avvenire, anche in termini di formazione. Per quanto riguarda la mia stima (allineandomi con quella dello stesso Zawinul) è il loro capolavoro assoluto; c’è addensato tutto il precedente e le preconizzazioni future, al massimo livello.
Cieli e terre, immaginazioni e memorie.
L’anno dopo giunse Heavy Weather, che marca sostanziali differenze con Tale Spinnin’, Mysterious Traveller e ancor più con gli altri anteriori. Finanche coll'immediato precedente Black Market.
​Sarà forse una coincidenza, ma con l'entrata nel gruppo in via definitiva di Pastorius la musica, che in Black Market ondeggiava tra i generi, vira decisamente verso la Fusion. L’astrattezza poetica, la libertà formale, le visioni etniche e la straordinaria profusione melodica manifestate nelle altre opere sono qui praticamente assenti, a favore di una musica ben più focalizzata e schematicamente ridotta sul piano strutturale, cantabile e che fa battere il piede. Fusion di altissimo rango, felicemente incisiva, dominata dal basso elettrico e dalle tastiere, con Shorter un po’ eclissato (ancor più le "coloristiche" ​percussioni, qui ortodosse). ​
Si prosegue con l’eccentrico Mr Gone (’78), un po’ elettro-etnico un po’ fusion, sin troppo eterogeneo, però migliore di quanto sia passato comunemente in giudicato… Ma Shorter è sempre più in ombra (e ormai praticamente divenute assenti le percussioni).
Poi 8:30 (doppio del ‘79), maggior parte dal vivo (gran compattezza ed energia, qualche notevole picco e pochissime sorprese), con una facciata dell’originale vinile dedicata a quattro inediti registrati in studio: non eccezionale.
Night Passage del 1980 è il loro disco più neo jazz, sembra una moderna ed elettrica small band swing; lucente bilico tra l’inconsueto e il tradizionale, che soprattutto nei tre pezzi lenti (Dream Clock, Forlon e Three Views of a Secret) vede riflettere la sua unicità: straordinario culmine del Jazz elettrico.
L’omonimo Weather Report (1982) è un’opera molto interessante, anche perché tralascia i precedenti portamenti swing e shuffle a favore di una coniugazione tra eleganti e incisivi riff ritmici di batteria con una grande prosperità melodico-armonica (ed elettro-timbrica). Altresì si continua a ricompattare le funzioni strumentistiche, con un arretramento di Pastorius in favore di Shorter, che dopo anni finalmente stava riprendendo quota in termini di impiego nell'economia del gruppo (come anche l’apporto delle percussioni).
Concluso il periodo Pastorius, nel 1983 con Procession si conferma la fase di riassetto più congeniale dei ruoli, con Shorter più in evidenza e col basso nel ruolo di complemento (con l’ottimo Victor Bailey) e, soprattutto, in generale una musica meno legata al Jazz e allo swing, più elettro-etnica, suggestiva, vigorosa e propulsiva, che però strizza l’occhio alla melodia con qualche vera e propria canzone (ossia cantata con testo).  ​
Se Procession è il più brillante e rigoglioso (sia compositivamente sia per il rinnovato entusiasmo nel suonare), magnificamente propulsivo e lirico, Domino Theory (’84) è, della trilogia,  il più potentemente carico e teso, felino.
Peraltro "Domino" è anche il disco dei WR con il più massiccio uso dell'elettronica (drum machine, sequencer ecc.), forse anche per questo poco "arioso", claustrale.
Trilogia che si conclude col più zawinuliano** e quindi meno ricco di apporti altrui, ancorché di gran livello, Sportin’ Life (’85).
Il senza infamia e senza lode This Is This (’86), in pratica un buon disco solista di Zawinul che preannuncia la direzione del suo venturo Zawinul Syndacate, etno-africaneggiante, pubblicato per obblighi contrattuali, ha dalla sua solo la novità di una chitarra elettrica per due tracce per opera di Carlos Santana e alcune performance strumentali notevoli (per esempio Zawinul in Update).
​I WR sono tra i rarissimi gruppi cui, a fronte della loro enorme creatività e metamorfosi quasi disco dopo disco, si può ascrivere loro più di un capolavoro senza incorrere a una fatale contraddizione, tuttavia mi sono limitato a indicare quello assoluto: Black Market. In ogni caso non ritengo che i tre album comunemente indicati come i loro capolavori ("Body Electric", "Mysterious" ed "Heavy") lo siano effettivamente, pur contenendo dei brani sommi (Unknow Soldier e Nubian Sundance su tutti). Altri sono i dischi da considerare come le loro opere maestre, soprattutto perché hanno un più alto tasso di innovazione: Weather Report, Sweetnighter, Tale Spinnin' e Night Passage. 
E si fa fatica a individuare un gruppo meno prossimo ad altri, più mutevole e totale ma sempre perfettamente identificabile, più longevo e influente però mai emulato come i Weather Report, vanno molto ascoltati per poter davvero entrare in contatto con tutti i loro stupendi mondi.
 
*Tra i fondatori anche il contrabbassista-compositore Miroslav Vitous, fuoriuscito nel 1974 perché non incline alla direzione intrapresa più elettrica e funky; fu sostituito da un altro fuoriclasse Alphonso Johnson. Quindi Pastorius subentrò a Johnson; insomma, i WR ebbero tre giganti nel ruolo.
​
**
Compositivamente l'apporto maggiore di Shorter è nel disco di debutto, mentre quello di Zawinul nell'altro omonimo, quello del 1982; altresì l'apporto minore di Zawinul è in Black Market.
​
19 Comments
Luca Neri
24/7/2019 15:55:02

Grazie per la bellissima recensione!

Mi basta sentirli nominare per avere la pelle d'oca, li ringrazio senza fine per una adolescenza accompagnata dai loro LP.

Reply
carlo pasceri
25/7/2019 06:58:34

Benvenuto Luca,
grazie a te per l'intervento.
Ed è davvero bello che ci sia qualcuno che si emozioni come te per una musica così poco da adolescenti, così adulta.

Reply
Luca Neri
29/7/2019 18:22:24

Avevo 17 anni.... e il brano di Mr Gone "The Pursuit Of The Woman With The Feathered Hat" mi ha folgorato...

TIZIANO BUFFOLI
22/11/2019 16:13:11

Maggio1983 Milano teatro tenda Lampugnano _bei ricordi di grandi musicisti che mi avvicinarono alla fusion.

Reply
Francesco
20/4/2020 09:58:27

Io ero quello in seconda fila che ballava in piedi sulla sedia! Ad un certo punto mi resi conto che forse stavo disturbando quelli seduti dietro. K girai e vidi che tutti stavano facendo lo stesso!

Reply
Nik Nocella
2/2/2020 21:17:42

Immensi. Non mi stancano mai. I piú grandi di sempre.

Bella recensione.

Reply
Francesco
20/4/2020 09:54:36

Ricordo una vecchia intervista rilasciata da Jaco a Carlo Massarini nel periodo in cui veniva registrato Mr.Gone che, secondo quanto affermava lo stesso Jaco, era pensato come un disco solo di Zawinul. Questo spiega almeno in parte le differenze anche strutturali fra quel LP ed il resto dei lavori dei WR.

Reply
Andrea Tolin
31/7/2020 09:37:24

bell'articolo, però dissento sull'identificazione di "Black Market" come il capolavoro dei WR, a mio avviso è ben lungi dall'esserlo. E' ovviamente sempre cosi, ad ognuno il suo...:-)

Reply
carlo pasceri
31/7/2020 10:22:58

Benvenuto Andrea,
certo "a ognuno il suo": in tutte le discipline è più che normale trovare disallineamenti tra i profani e gli esperti. Sarebbe strano il contrario.
Ne approfitto così per sottolineare nella fattispecie che la differenza che c'è tra un comune ascoltatore e un esperto nel ritenere "capolavoro" (o meno) un disco (o altro) sta nel fatto che l'ascoltatore lo fa in base a quanto gli piace (lo emoziona ecc.) mentre il musicologo su ben altri parametri, tendendo a escludere proprio quelli su cui si basa il dilettante appassionato.
Grazie del prezioso intervento.
A presto.

Reply
Giovanni
1/8/2020 10:00:43

Qual’è la differenza tra jazz-rock e fusion?

Reply
carlo pasceri
1/8/2020 16:47:55

Benvenuto Giovanni, in due righe, la differenza basilare è il carattere armonico-melodico fortemente modale (riff e pochissimi accordi) del Jazz-Rock mentre quello della Fusion è tonale (giri armonici complessi). Altresì il Jazz-Rock usa spesso in maniera strutturale frasi alquanto difficili e rapide come obbligati-unisoni tra strumenti, mentre la Fusion ha andamenti più morbidi e cantabili. Infatti la Fusion ha una forma più lineare e regolare non lontana da quella della canzone mentre il Jazz-Rock ha repentini cambi di scenari sovente in antitesi tra loro. Ciao.
(Qui un paio di articoli inerenti che ti potrebbero interessare).
http://www.carlopasceri.it/blog/i-tesori-dimenticati-della-musica-fusion
http://www.carlopasceri.it/blog/jazz-rock-musica-difficile-il-caso-brand-x
http://www.carlopasceri.it/blog/come-si-realizza-la-fusion

Reply
Peter John Asaro
13/1/2021 12:40:18

The only "fusion" band that counted!

Reply
Giorgio Battaglia
13/1/2021 14:26:06

Grazie per l’ottima mini biografia del gruppo che apprezzo di più in assoluto e che mi ha influenzato in modo significativo sia come ascoltatore che come batterista.

Reply
Gianvincenzo Posillipo
1/8/2021 07:28:29

Con loro ho conosciuto il jazz 40 anni fà...
Oggi a 54 anni quando ascolto"A Remark You Made" l' emozione è fortissima....

Reply
Andrea
1/8/2021 07:41:21

bel pezzo. Scopro nel 1973 i WR , con il loro passaggio sd Umbris Jazz. Ascolto Sweetnighter, BWWaltz e pensi che sono venuti da una altra galassia . Visti dal vivo a Roma, con Pastorius e Peter Erskine, formazione stratosferica.

Reply
mario lanzzetti
1/8/2021 10:02:34

A distanza di anni ho trovato un pezzo plaza real eseguito in acustico da shorter con il suo gruppo, che non ricordavo, che era di un vecchio album dei WR. ma la versione originale è molto diversa di quella acustica di shorter.
Segno di come ogni musicista può essere diverso all 'interno del medesimo gruppo

Reply
massimo casini
1/11/2021 18:03:26

Mi ha fatto molto piacere il tuo scrivere di loro.oggi a 62 anni Sono stati il gruppo che piu' mi ha segnato nell'intimo

Reply
Marco Gentilini
31/7/2022 16:11:34

Premetto concordo con Black Market al top. Visti nell'80 a Londra e 82 o 83 al Palaeur mai visto così pieno con la gente addirittura dietro al palco. Poi grazie a loro che mi sono avvicinato a Dio Miles

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MARCO CARNER
3/8/2022 09:04:32

Grazie per l'articolo bellissimo, i Wr ,l'unica band che , assieme ad Allan Holdswort mi emoziona ancora. Misteryous Traveller per me il top.

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