Dunque Birdland, un grande apparato musicale dotato di semplici congegni, è divenuto un campione della Fusion, un suo vettore basilare.
Rocco: i motivi sono tanti… I due che subito mi sovvengono sono che unisce un ritornello (chiamiamolo così) parecchio saltellante e cantabile, da allegra filastrocca, con molte altre parti e non solo una strofa e un ponte come accade solitamente; in tutto sono ben 8; semplici, ma tante. Peraltro di carattere piuttosto differenti dal ritornello. Quindi un breve tema (il ritornello) ripetuto moltissime volte (nel finale per oltre un minuto e mezzo!) incastonato in una struttura complessa.
Il secondo è che è suonato da un gruppo di apicale valore; non semplicemente da musicisti molto bravi o famosi.
R: Certo, innanzitutto è che tutte queste parti strutturali, con varie interpolazioni, interazioni e sovrapposizioni, interventi e assoli, sono ottimamente connesse e cementate da accorgimenti compositivi sia di natura melodico-armonica sia ritmica.
Il brano è al contempo ricco e ondivago, semplice e solido anche perché la sua essenza fondamentale è modale con un ritmo elementare. Il tempo è scorrevolissimo e costante, simile per tutta la lunga durata del brano, basilarmente a ottavi pertanto rapido, dato da un ritmo di figurazione tanto minima quanto martellante; però con suoni e volumi contenuti, non heavy: poco più di un inesorabile ticchettio di un orologio…
Altresì, l’asserzione che Birdland è essenzialmente modale ad alcuni potrebbe sembrare audace giacché potrebbe apparire come un pezzo tonale col tradizionale giro di accordi (soprattutto il ritornello) con qualche “sospensione”, in realtà è edificato su un solo accordo: il SOL7.
Tutte le sezioni con quella sequela di motivi e riff a cominciare dall’esordio col sinth nella tessitura bassa hanno come radice il Sol, e il materiale scalare cui attingono è esclusivamente la scala Misolidia, ma con un’importante addizione che permette a Birdland di “colorarsi” di blu: la nota Sib terza minore del SOL7. Anche per questo c’è una grande unitarietà del pezzo; malgrado tutte quelle parti rimane ancorato a una unica modalità, quella più blues di tutte.
Questo è il suo assetto primario con varie traiettorie che lo intersecano, che gli girano costantemente attorno.
D: Ah però! Tuttavia mi sembra di sentire molti accordi…
R: Le due sezioni cui ti riferisci sono quella che inizia a 43” e il celebre ritornello; sono armonizzazioni parallele delle note melodiche, a mo’ di quartetto barbershop, e non il convenzionale giro di accordi: nel ritornello finanche il basso ribadisce il motivo melodico (quindi è il contrario di quanto qualcuno ha scritto cioè che il ritornello sarebbe ricavato dalle note più alte del giro di accordi).
D: Puoi un minimo approfondire?
R: Le note del famosissimo e saltellante ritornello salticchiano esattamente tra quelle dell’accordo di SOL7 (con ogni tanto l’aggiunta del Mi e la risposta scalare discendente da Do a Sol); su queste sono realizzati gli accordi suonati.
Inoltre questo momento “liberatorio” estremamente armonico-diatonico è preparato in maniera tanto semplice quanto magistrale: fatto salvo quello di esordio, tutti i motivi-riff hanno un sapore penta-blues modale dato dalla presenza reiterata di un intervallo di terza minore e/o dalla nota Sib (a sua volta terza minore di Sol) e sulla totale stasi armonica. E tutte le linee melodiche suonano poco la radice Sol e partono da note diverse (Si, La, Sib, Do, Re) causando così una traslazione-rotazione della percezione musicale (modalmente ambigua e sospesa) che per contrasto aumenta di molto il carattere “rassicurante” del ritornello quando finalmente giunge, che invece insiste molto sul Sol ed evita l’ambiguità bluesy del Sib.
D: Beh parecchia roba… ma a orecchio sento a 3’07” una discesa di accordi col sax che suona l’assolo!
R: Vero, è una sezione special, appare solo una volta: sette turnaround cromatici intorno al SOL7(b9) giungendo al DO7 (b9): altro colpo da maestro di Zawinul, che così bilancia il ridotto materiale impiegato. Comunque Shorter a sua volta contrappesa usando per il suo assolo poche note, quelle del modo fondamentale, privilegiando un approccio pentatonico.
Non aggiungo altro per non complicare troppo, se non due postille: a differenza della stragrande maggioranza delle melodie, in Birdland prevale il modo ascendente, e il carattere cantabile del ritornello è dato anche dalla presenza (appositamente non evidenziata nel mix) di vere e proprie voci che lo rinforzano (usate pure qua e là…).
D: Insomma un brano modal-bebobluesy con una cantabilità degna di un tormentone estivo: è stato un bel modo di celebrare gli eroici fasti del dopoguerra musicale nord-americano, segnatamente newyorkese…
R: Ancor più bello considerato che è stato compiuto da un immigrato europeo, aiutato da un peruviano, un afroamericano, un portoricano e un americano con origini varie: fusione totale.
*Il ritornello (prima apparizione a 1'59"), in Italia, a causa dell’uso in uno spot pubblicitario qualche decennio fa, lo si conosce quasi a livello di massa.