Segue semplicissima apertura armonica di 8 misure SIm – MI, FA#m – RE, FA#m - SOL, FA#m – MI, con melodia più insistente e ascendente (meno note ma più ritmica), per poi riconnettersi e “quadrare” con il principio ostinato arpeggiando per 2 misure il LAadd9 (pertanto il tutto è costituito delle canoniche 16 battute). Tutto ciò si può considerare parte A.
Avviene (a 1’10”) una seconda sezione bluesy di 9 battute con accordi RE7 e MI7 (B), batteria “dritta” e motivo melodico che in pratica oscilla alternando solo due note contigue (RE e DO), per giungere (1’23”) a sorta di mini break sul MI e lick di chitarra, poi si riprende da capo esponendo solo una volta la parte A per andare in B; brevissima coda in sfumando, fine.
Tre minuti, tutto qui, Intro – A – A – B – A – B – Coda; pochissimi e banali accordi e suoni: e allora?
L’innovazione era spesso rappresentata dalla connessione dei fattori costituenti i brani; in questo caso a cominciare dal particolare ritmo sincopato e in controtempo di batteria che replica l’insistito e ipnotico, quasi un raga, arpeggio di nona (segnatamente triade LA+diade SI4).
Tamburello che segna solo i tempi pari 2 e 4, fornendo in questo modo sia una sensazione di velocità dimezzata sia un ritmo ancor più in controtempo.
Poi l’apertura diatonica (pressoché assente nel R&R e R&B) che, di là dell’equilibrio tra il moto della melodia e gli accordi (prima accordo fisso con melodia sinuosa poi quando gli accordi si susseguono con melodia meno mobile), non è esattamente nell’ortodossa tonalità di LA maggiore (Ionico), ma, più correttamente, in LA Misolidio (come se fosse LA7 di dominante).
E nella parte B, come a completamento di questo strano e frammentato viaggio occidental-indù-blues, ci sono gli accordi RE7 e MI7, canonici in un blues in LA. Altresì la batteria si “raddrizza”, con tamburello e charleston in ottavi che segnano tutti i movimenti dando la sensazione di una notevolissima accelerazione della velocità di base, che invece è sempre la stessa. Il tutto quindi, complice un raffinato trattamento dei suoni, alquanto d’impatto, elettrico, martellante e incisivo.
(Da non sottovalutare l’aspetto, che dona varietà quasi subliminale, del numero di battute delle strutture e la loro suddivisione all’interno delle stesse: A di 16 partizionate 6+10 o 6+8+2, e B di 9.)
Aggiungiamo una considerazione su come i grandi riescano a prendere spunto da altri o da se stessi e riciclino alla grande: l’anno successivo nel capolavoro Revolver c’è un altro fondamentale brano, Tomorrow Never Knows, che riprende non poche suggestioni da Ticket To Ride; eppure è altra cosa…