Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Il Battisti "occulto": i segreti musicali di Sì, viaggiare

26/2/2018

17 Comments

 
La stragrande maggioranza dei brani di successo sono più che semplici, però quelli che si usurano meno, diventando dei “classici”, spesso hanno delle caratteristiche occulte. Questo è il loro segreto: avere dei segreti. 
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Il piano su cui sono erette la stragrande maggioranza delle musiche di successo è quello assiale dell’occidentale “tonalesimo” con la parificazione ritmico-metrica, pertanto tutto ciò che devia da questo, con vari livelli di gradualità, struttura ulteriori tensioni e quindi rende più dinamica la forma. Anomalie creative.
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Ed eccolo un brano che è stato un gran successo e che ancor oggi dopo oltre quarant’anni dalla sua comparsa non accenna a esser logoro per l’estremo “consumo”; è di lunga durata (oltre sei minuti) e costituito da pochissimi e semplicissimi elementi, tuttavia…
​
Sì, Viaggiare, brano presente nell'album Io Tu Noi Tutti del 1977 di Lucio Battisti, in 4/4 a tempo medio 112-117 bpm, è formato da due sole ma lunghissime sezioni che a loro volta hanno queste caratteristiche: la prima soltanto due accordi (FA#m7 – SI7) su due misure (sezione B), l’altra di quattro (DO#m7 – SI – LA – SOL#) sempre in due misure (sezione A). Quindi la strutturazione è obbligatoriamente una banale alternanza tra A e B, un vincolo di ossessiva ripetizione, con l’unica inserzione di una mini parte strumentale (Ponte) che ha una asimmetria: e qui si comincia a intravedere l’arcano...
Inizia (Intro) con quella che sarà la sezione B (il ritornello), ma è una introduzione con le sole tastiere presenti, un bel fraseggio pentatonico e i due accordi, segue l’entrata (Ponte) del resto del gruppo (chitarra, basso e batteria) sulla sequenza accordale che sarà quella di A (la strofa), ma “spezzata”:  invece di effettuare per la quarta volta le due battute di 4/4 inerenti il giro accordale (8/4), si inserisce una variante costituita da un nuovo accordo (SOLsus7 SOL7) suonato in 3/8 in una sorta di unisono di tutti (a 29”). E siccome è suonato tre volte con una pausa di 3/8 e ripetuto, facilmente questa parte la si può considerare di due misure di 6/4; ma non è finita qui, c’è una mini coda di lancio e congiunzione di 2/4 per la parte strofica (A) consistente in una mini frasetta ascendente (a 35”). Insomma, sei battute di 4/4 + due di 6/4 + una di 2/4 (oppure nove di 4/4 + una di 2/4): sezione strutturata in modo alquanto anomalo.

Ma Sì, Viaggiare è molto più di questo, è una miniaturizzazione del secolare e geografico rapporto tra l’aspetto tonale e modale del generare musica. Infatti, la sezione A è tonale in DO# minore mentre quella B, traslando di una quarta ascendente, è in FA# dorico.
Si spiega così l’inusitata lunghezza delle due sezioni, che in questo modo stabilizza i due mondi musicali, rendendoli più fruibili e definendo Sì, Viaggiare un oggetto elementare nella forma più esterna ma, via via che ci si avvicina, dal contenuto non consueto.
D’altronde in relazione all’impianto armonico-melodico di base ci sono ben tre note strutturalmente aggiunte e quindi non episodiche o di passaggio, infatti sono variamente esplicate nell’accordo SOL del Ponte, nella seguente mini frasetta di lancio e congiunzione per la sezione A e nel quarto e ultimo accordo della sequenza di questa che, a rigore, doveva esser minore e non maggiore. 
​

La struttura del brano
​Intro - con fraseggio pentatonico del sinth (emulando una tromba) su sequenza accordi che sarà quella del B
Ponte - a 16”, strumentale entra gruppo con stessa sequenza armonico-ritmica che sarà di A, poi (a 29”) coda di transizione di tutti in unisono di due misure 6/4, più una di lancio 2/4 (a 35”) che sarà usata anche in A
A - 36”
B - 1’11”
Ponte - 2’14”
A - 2’34” (iniziano “estemporanei” cori)
B - 3’08”
Ponte - 4’11” con elisa ultima battuta di lancio di 2/4
B - 4’30” prima cantato poi coda strumentale con assolo sinth a sfumare
​​Ancora due o tre chiose: il pezzo ha una velocità non rigorosamente costante, si discosta di non pochi bpm, soprattutto nei passaggi tra le due sezioni (la B più rapida), e in complessivo aumento.
Notevolissima diversificazione ritmica tra la sincopata e rimbalzante sezione A (che può rammentare la celebre All Along The Watchtower di hendrixiana memoria), e la rettilinea e ancorata a terra sezione B, con addirittura il rullante della batteria che suona tutti i quarti di scansione (anche la chitarra li sottolinea con un riffettino), e il basso che schiaccia il primo e il terzo quasi sottosuolo (per converso ogni tanto, per alleggerire, il basso suona il pattern divenuto obbligatorio nella Dance dell’epoca: sorta di walkin’ saltellante con gli ottavi accentuati in levare per una misura ciclicamente a 1’17” - 1’34” - 1’51” - 2’08”).

La melodia cantata da Battisti: nella sezione A frase di pochissime note e con una rapida curva di andamento fortemente discendente, più note e arco più dolce sulla B; notevole ampiezza tra la nota più alta e quella più bassa, oltre un’ottava. Inoltre da rilevare che la melodia è prevalentemente cantata a una voce, ma qua e là, e solo da metà pezzo in poi e apparentemente in maniera estemporanea, qualche inserzione di rinforzo di cori (da lui stesso eseguiti), che screzia l’estrema reiterazione del tutto, rendendo meno predicibile, e quindi più sorprendente, il pezzo.

Infine di Sì, Viaggiare non è da sottovalutare il rapporto quantitativo tra le parti cantate e strumentali, non così diffuso a favore di quelle strumentali, elevando ancor più il tasso di differenziazione con altri brani di successo, riuscendo dunque in maniera magistrale a deviare quel tanto che basta per offrire all’ascoltatore, sia a quello comune sia a quello più esperto, una grande e duratura soddisfazione.
 
Le sofisticazioni di questi equilibri, i gradi di inclinazione di questi piani che talvolta intersecano assi di fattori musicali predeterminati da secoli, fanno in modo di rendere l’oggetto musicale sottoposto a queste torsioni più profondo e quindi sfuggente nella sua intima comprensione.
L’assetto fondamentale che, a seconda di tempi storici e luoghi geografici, determina il quoziente di interesse per i comuni ascoltatori, è quello che suscita un pendolo (quasi subliminale) di domanda-risposta e quindi predizione-compimento degli episodi musicali che si avvicendano; il soggettivo indice di gradimento è definito dalle soggettive percentuali di successo alle attese.
E Lucio Battisti fu un maestro nel calibrare parti piane cantabilissime e ritmi aventi scansioni incisive con parti più sinuose se non complesse anche a livello ritmico, forme e strutture d’infrazione rispetto a quelle convenzionali: tutto tanto occulto quanto comunque “sentito” e quindi epidermicamente assorbito anche dal comune ascoltatore.

Altresì egli ha avuto nel cantare una capacità espressiva assolutamente peculiare, mediamente non compresa, se non addirittura ancor oggi diffusamente travisata: Battisti canterebbe male. No, abilissimo invece, ed è la sua più intima arma segreta, che rende i suoi meravigliosi brani, al netto della composizione su carta, ancor più speciali e difficilmente cantabili anche da interpreti di spessore.   
Lucio Battisti, un autore e cantante unico, straordinario anche nelle cose più semplici.
17 Comments
Totò Sponsiello
8/3/2018 12:18:16

Il più grande genio della musica italiana di tutti i tempi.

Reply
Marco
6/3/2019 08:04:21

Molto interessante il tuo sito. Personalmente preferirei un linguaggio più discorsivo e meno arzigogolato, ma siccome è il tuo sito .... complimenti comunque.

Reply
Angelo Carlo
28/7/2020 14:14:29

Apprezzo molto i tuoi approfondimenti: consentono di "guadare" dentro un pezzo musicale e non solo di "vedere", in virtù di competenze applicate sempre più rare. Chapeau.

Reply
carlo pasceri
28/7/2020 16:24:39

Benvenuto Angelo, grazie.
A presto.

Reply
Andrea
28/7/2020 22:25:10

Ottimo articolo.
Per me si è ispirato molto anche a questo brano
Electric Light Orchestra- Evil Woman
https://youtu.be/R20f-TPKjzc

Reply
Salvatore livorno
29/7/2020 09:05:57

Complimenti per l'analisi. Battisti fu un grande innovatore per molti versi non del tutto compreso

Reply
carlo pasceri
30/7/2020 06:39:31

Grazie Salvatore, e sì, concordo con te, ancora non molto compreso (anche perché un grande innovatore).
Ciao.

Reply
Fiorenzo
29/7/2020 12:40:22

E se fosse che tutto dipenda dall’arrangiamento? Magari Battisti ha scritto A e B e tutto il resto aggiunto da un arrangiatore? Senza nulla togliere alla composizione originale... grazie comunque dell’analisi.

Reply
carlo pasceri
31/7/2020 07:03:29

Buongiorno Fiorenzo, direi di no, per vari motivi.
Il primo è che l'analisi musicale innanzitutto esamina scavando fino all'osso i brani proprio per non lasciare che alcuni fattori, solitamente chiamati "arrangiamento" e da considerare dei rivestimenti musicali, possano influenzare il giudizio musicale oggettivo.
Il secondo è che spesso questi fattori di rivestimento (scelta degli strumenti e quindi dei suoni, velocità, registri frequenziali ecc.) li decideva Battisti stesso.
A presto.

Reply
Steve
29/7/2020 21:55:08

Calante in modo spesso fastidioso. Cantare bene è altra roba.

Reply
carlo pasceri
30/7/2020 06:32:19

Caro Steve,
ti sbagli: Battisti canta benissimo e non è "calante".

Naturalmente comunque per te può risultare spesso fastidioso, è legittimo, ciao.

Reply
Federico Bianchi
25/4/2021 22:23:37

Ciao Carlo, intervengo con piacere avendo toccato quale argomento questo stupendo brano di Lucio che fa parte di un album a cui sono particolarmente affezionato. La tua analisi musicale effettuata è tecnicamente perfetta, quasi certosina e non fa altro che mettere in risalto la grandezza del compositore che io ritengo il numero uno come la sua casa discografica dell'epoca. Non aggiungo altro alla tua analisi che trovo perfettamente calzante. Ciao Carlo.

Reply
carlo pasceri
26/4/2021 06:50:04

Ciao Federico,
grazie per l'attenzione e la generosità, sono molto contento ti sia piaciuto l'articolo. A presto.

Reply
Bk-9
6/5/2021 17:38:37

Ma la seconda tastiera, che fa da supporto al synth nell'introduzione... qualcuno sa da dove partire per riprodurla???

Reply
Oscar Ferrari link
27/7/2021 22:29:51

complimenti per l'articolo, hai spiegato una magia, che comunque non riguarda solo la canzone, ma tutto l'album. A me il pezzo sarebbe piaciuto di più con una tromba vera, ma erano gli anni in cui o usavi il synth, o non eri nessuno

Reply
carlo pasceri
29/7/2021 07:47:21

Benvenuto Oscar,
grazie, ce la metto tutta per spiegare queste magie...
Concordo sulle tue considerazioni; avrei preferito anch'io una vera tromba, ma quello era il tempo in cui si era al principio della tendenza all'uso di sinth e altre elettroniche da studio che nel decennio successivo esplose in tutta la sua potenza.

Reply
Dario Greggio link
5/3/2023 17:23:05

grazie & buon compleanno anche a me :)

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