Tra i Sessanta e i Settanta comincia a farsi conoscere anche nel nord Italia, suonando con i più importanti nomi dell’ambiente jazz, in big band e orchestre tra le più prestigiose.
Dopo essersi trasferito a Milano nel 1971 è sempre più ricercato come strumentista, la lista dei nomi con cui suona è impressionante, dai migliori jazzisti italiani ai maggiori autori e cantanti pop, finanche musicisti americani in tournee in Italia, come Gerry Mulligan e Astor Piazzolla; in particolare con quest’ultimo instaura una collaborazione molto feconda e duratura. Nel frattempo comincia a pubblicare dischi a proprio nome…
Dei tre grandi “padri bianchi” (Krupa, Bellson e Rich) De Piscopo riprende molte cose, oltre all’esuberanza dei veloci, potenti e netti colpi, non lasciandosi tempestare dall’impatto di un’orchestra ma al contrario guidarla, la capacità quando opportuno di swingare con leggerezza e scioltezza (anche con le spazzole), assegnando in modo equilibrato tra i vari elementi della batteria suoni e tempi.
Sul fronte più jazz-rock segnaliamo che nel 1974 ha collaborato coi New Trolls Atomic System, registrando un tanto interessante quanto poco conosciuto disco dal vivo, Tempi Dispari; nel quale Tullio per tutta l’opera (softmachiniana) si distingue per precisione e agilità nell’esecuzione di complessi ritmi e metri, oltre che per la sua puntuale capacità d’interazione coi musicisti (capitanati da un validissimo Vittorio De Scalzi alla chitarra elettrica) e la composizione nella sua interezza. Fantasia e dinamica del batterista napoletano in 7/4 e 13/8, questi i titoli esplicativi dei due lunghi brani del disco; quest’ultimo in particolare si segnala per la contemporanea doppia natura del ritmo, ternario e binario, che lo rende tanto ambiguo quanto interessante.
Nei primi Ottanta Tullio contribuì con la sua maestria a due opere tra le più rilevanti del grande Pino Daniele: Vai Mo' e Bella 'mbriana (più il notevole live Sciò).
Nel frattempo registrò, insieme a Daniele (mente del progetto), Common Ground (1983), bellissimo e misconosciuto disco di Richie Havens, nel quale De Piscopo una volta di più dimostra diffusamente la sua raffinatezza e sensibilità, in particolar modo in Leave Well Enough Alone e Dear John.
Sul fronte solistico, tra i suoi album migliori c’è l’ultimo pubblicato (nel ’93) per la EMI, Cosmopolitana, con i brani strumentali “afrocuban fusion” Movimento in Do Minore e Passo Dopo Passo.
Insomma Tullio De Piscopo è una nostra coloratissima bandiera musicale che non solo sventola esuberante simpatia, ma anche segnali da importante condottiero batterista.
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