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Libro Eroi Elettrici

Trilok Gurtu, la fusione tra Oriente e Occidente

30/10/2017

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I batteristi si dividono in due macrocategorie, quelli di scuola jazz e quindi tendenti a essere ariosi, aperti, elastici e pittorici, e quelli funk-rocker, più stretti, con suoni rapidissimi e quindi intrinsecamente percussivi ed esplosivi, meno “melodici” e più geometrici. 
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Perciò moltissimi batteristi, anche tra i più bravi, o hanno particolare scioltezza e cantabilità, attenzione al dettaglio alla sfumatura, o hanno particolare incisività, rapidità e precisione propulsiva. 
Tra i pochi che hanno riunito le due metà c’è Trilok Gurtu, musicista indiano nato a Bombay il 30 ottobre 1951; trapiantato nel mondo musicale occidentale sin dagli anni Settanta, segnatamente in Europa, anzi in Italia, collaborando ai dischi peraltro molto interessanti del gruppo Aktuala. Successivamente entrò nel gruppo americano degli Oregon, e da lì una bellissima carriera come collaboratore di musicisti di altissimo rango e leader di alcuni suoi progetti musicali, facendosi valere anche come compositore.
Per forza propulsiva, flessibilità anche nel dialogo con altri strumenti, precisione, fantasia, inventiva e originalità in tutto, anche timbrica, Trilok Gurtu è il batterista-percussionista (e compositore) che più si è distinto nei decenni successivi ai grandi maestri del Jazz-Rock dei Settanta.
Trilok spesso si esprime nel mezzo di tempi complicati, esplicitandoli con ritmi complessi ma fluidi, suonati con estrema scioltezza, naturalezza verrebbe da dire. Ma anche frasi (fill) e interventi mirati a far “cantare” i ritmi, tanto che spesso doppia o duetta con se stesso tramite la propria voce. Non tralasciando di sottolineare in unisono intricati obbligati.

Dunque Gurtu è riuscito a connettere la sua cultura indiana, estremamente virata e versata verso il ritmo complicato ma limitato a pochi suoni e meno stratificato (per il singolo esecutore), con quella occidentale ove il ritmo è più semplice ma più polifonico, mediando ed esprimendosi in modo originale: pertanto un caposcuola partito dalle radici della sua terra e che ha fatto tesoro dell’esperienza jazz-rocker/fusion.
Enorme energia e sensibilità con ricerca e messa in opera originalissimi fanno di Trilok Gurtu un preziosissimo maestro, così di alto rango che è difficile seguirlo: come tutti i fuoriclasse ha infatti prodotto poca scuola. Speriamo di più nel futuro.
 
P.S. Per iniziare a comprendere una minuscola frazione della sua naturale versatilità e bravura si potrebbe fare particolare attenzione nel video proposto il passaggio a 3’08” ove dopo un accompagnamento fast-swing (non sostenuto dal walkin’ del basso) si rapprende in un ritmo 4/4 tribal-dance per quattro misure per riprendere a 3’12” in totale scioltezza il fast-swing in crescendo dinamico… D’altra parte tutto il suo suonare in questo estratto fonde allo stesso tempo arioso swing con incisiva percussione tribale (in particolare accompagnando il solo di McLaughlin).

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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