Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Steve Gadd giù dalla torre. E rivalutiamo Tony Cicco.

5/6/2015

13 Commenti

 
A volte, per vari ordini di motivi, alcuni musicisti passano alla storia per aver compiuto chissà quali prodezze creative; si decretano meriti che, a ben vedere, sono poco motivati. Il successo a volte funziona pure così; e viceversa. Questo, stranamente, capita sovente con musicisti bianchi.
Immagine
Uno di questi, a mio avviso, è il batterista statunitense Steve Gadd, venuto alla ribalta nei metà ’70, super attivo per una decina di anni, poi la sua brillantissima stella si è affievolita. Ciononostante è passato alla storia e quindi tuttora è considerato il padre fondatore di uno stile batteristico divenuto in effetti imprescindibile dalla fine anni ’70 in poi: la stragrande maggioranza dei batteristi ha dovuto fare i conti con lui, ha avuto miriadi di seguaci, epigoni ed emuli. Ma non è stato difficile… Diciamolo: andare dietro a Tony Williams o Billy Cobham era, ed è, un po’ più complicato!
Prima e meglio di lui c’è stato l’afroamericano Stix Hooper, batterista dei Crusaders, il primo di quelli che ha sistematicamente fuso il funk con il jazz (groove sincopato e scolpito insieme con la flessibile plasticità agile e più rotonda), ma soprattutto più direttamente discendente a livello stilistico c’è stato un altro nero prima di Gadd: Harvey Mason, che intorno al ’73 si mise in luce con il best seller di Hancock “Head Hunters”.
La "scuola" di Mason è stata immediatamente frequentata alla grande da moltissimi altri, pure bianchi americani come Andy Newmark e Mike Clark, e neri britannici come Steve Ferrone. Steve Gadd, pure essendo il più anziano tra questi, sembra sia arrivato un po’ dopo e un po’ peggio, al netto del suo enorme successo, beninteso.
In sintesi lo stile di Gadd, oltre a essere nel solco di quello generato da Mason (a sua volta discendente dai batteristi funk come Zyggy Modeliste e soprattutto da Hooper), è in sostanza imperniato su 3 cliché continuamente ripetuti: sarà questa la formula del successo? A giudicare dagli enormi risultati, pure di altri musicisti legati a pochissimi cliché e ossessivamente ribaditi, sembrerebbe proprio di sì.
I 3 cliché di Gadd per i quali è diventato famosissimo, anche in virtù di un’assegnata paternità di essi, sono in sostanza: fill sincopati, “incastri” di mini rullate a terzine/sestine con i colpi distribuiti sui vari elementi della batteria, e un accompagnamento pedissequamente sambato (serie di crome puntate e semicrome; o più correttamente trattandosi di percussioni, semicroma/pausa croma/semicroma). Ora, tralasciando quest’ultimo cliché, essendo quello suonato da Gadd stilema pari pari della Samba, gli altri due non sono invenzioni di Gadd; e, a rigore, nemmeno di Mason.
ImmagineTony Cicco
Va detto che l’enorme fortuna di Gadd è maturata nell’ambiente del genere Fusion, pertanto in un ambiente di persone che probabilmente poco hanno frequentato il Rock, forse un’attenuante. I famosissimi incastri gaddiani li troviamo in Ginger Baker, come in tutti i batteristi più famosi del Rock, Hiseman, Paice, Bonham ecc., tra l’altro ben più “cattivi” e veloci; come le frasi sincopate. E senza citare direttamente questi o Mike Shrieve, che già nel ’73 sia in studio sia dal vivo in un ambito non del tutto Rock, diciamo crossover, tra le tante altre cose, suonava fill sincopati, incastri e accompagnamenti sambati, ci piace sottolineare il lavoro di un bravissimo batterista italiano mai troppo in luce: Tony Cicco della Formula 3. Con l’occasione segnaliamo il loro disco più ambizioso "Sognando e Risognando" del ’72. Spesso il termine Progressive (designante un preciso genere musicale) è affibbiato un po' a caso a moltissimi dischi di quegli anni, invece questo è davvero uno di quelli, tra i primi in Italia e non troppo conosciuto, seppur molto valido. E in tutto il disco, tutti e tre i musicisti sono bravissimi.

Picture
Cicco in particolare si distingue per un eccellente lavoro: raffinato, sensibile ma vivo e teso. Infatti Cicco contemporaneamente dialoga, commenta e guida il gruppo, e sganciato dallo stile batteristico imperante dell’epoca di un certo Rock, quello dell'innovativo Mike Giles (bravissimo batterista dei King Crimson); o meglio, coniugato con altri stili...
In particolare segnaliamo i pezzi (con i dettagli più significativi tra parentesi): Fermo al semaforo (accompagnamento con fraseggi a commento e dialogo), Sognando (fill sincopati iniziali), L’albero (l’iniziale “assolo” che ci sembra pure il prodromo di una "pagina nera" per i batteristi*, e un po’ per tutto il fantasioso accompagnamento), Non mi ritrovo, Interludio (sincopi e fraseggi obbligati con distribuzione sui vari elementi). 
Bravo Tony, batterista "moderno" già nel ’72, non dovevamo aspettare Steve Gadd! 
Tra l’altro, all’epoca, si sosteneva che Gadd, pur non essendo uno che faceva i numeri, cose complicate, veloci, tempi dispari ecc., a differenza di quelli che li facevano, e di tutti gli altri, era uno che teneva il tempo come un metronomo… Bè, assolutamente non è così.** 
Poi se il suo modo di suonare sempre un po’ faticoso, certamente senza “drive” e indolente comunque piace, forse pure perché assuefatti dalle sue migliaia di registrazioni in dischi molto diffusi, e magari ci si è affezionati come a un rassicurante pelouche che non si vuol più accantonare, bè allora… Gadd se l’è goduta, va bene, se la gode, e forse se la godrà, però in ogni caso per noi un bel po’ di ridimensionamento se lo merita.
 
 
* Ringrazio Luca Fantauzzi per la segnalazione.
** Si ascolti ad esempio il disco di Lee Ritenour "Feel The Night" (1979) e in particolare il brano omonimo e "Wicked Wine". Ma anche il brano "Spain" di Al Jarreau contenuto in "This Time" (1980). Gadd era all'apice della sua carriera e queste sono tra le sue performance più famose e oltretutto nelle sue corde (né brani complicati, né jazzy, né live).

13 Commenti
Gianni Conte
7/10/2015 13:49:41

Sono pienamente d'accordo

Rispondi
Giuseppe Gadau
9/10/2015 23:29:11

Questa è la classica dottissima dissertazione piena di qualificanti riferimenti storico - musicali, di confronti e parallelismi che denotano una grande conoscenza della storia della musica e dei suoi interpreti ma fanno anche trapelare che chi scrive, giudichi i musicisti in base alla apparente difficoltà del brano che eseguono, stilando una classifica dove, a questo punto, quei "fenomeni da circo" che eseguono i brani facendo a gara col metronomo, a chi va più veloce, sarebbero i vincitori indiscussi. Peccato che nella musica esistano altre e più importanti sfumature che fanno la differenza fra un fuoriclasse e un normale musicista.: dire che Gadd suonava come un metronomo è una fesseria (chiunque l'abbia detta), proprio perché la forza di Gadd stava proprio nella capacità di stare dentro al tempo musicale senza rimanerne intrappolato. Termini come "groove " "rotolamento" "tocco" non significano niente?

Rispondi
carlo pasceri
10/10/2015 09:12:20

Buongiorno e benvenuto Giuseppe,
ma non capisco! A quale articolo ti riferisci e soprattutto scritto da chi?!
In questo articolo (e in tutti i miei scritti comprese risposte a commenti di altri lettori) NESSUN ELOGIO indiscriminato (né classifiche né vincitori) a chi va più veloce o alle complicanze tecniche/meccaniche.
Qui, contestualmente allo stile di Steve Gadd, si parla di riferimenti batteristici quali Zyggy Modeliste, Stix Hooper, Mike Giles, Mike Shrieve, Harvey Mason, Andy Newmark, Mike Clark, Steve Ferrone.
Questi sono tutti batteristi che si sono distinti per il loro groove e tocco; fill e fraseggi eleganti, loro sfumature e raffinate soluzioni ritmiche e timbriche.
Anche solo il fatto si elogi il lavoro di Tony Cicco con i commenti appresso…
Ma di quali “fenomeni da circo” parli, a chi alludi?
Qui c’è solo il ridimensionamento di Gadd: un ottimo batterista considerato a torto, lui sì, un fenomeno di groove, di tocco, di come sta dentro il temp; e di sensibilità, creatività, precisione ecc., a fronte appunto dell’oggettiva storia musicale (con orecchie ben aperte senza pregiudizi).
Se poi ciò disturba invece di esser stimolati ad approfondire magari quei batteristi citati da me, mi dispiace, ma non attribuire questa mia argomentata riflessione critica al fatto che chi la fa è qualcuno in completa antitesi a quel mondo gaddiano di groove e tocco, perché così non è!
Intanto questo è un altro articolo che dovrebbe ulteriormente chiarire… Ciao.
http://www.carlopasceri.it/blog/riflessione-batteriologica

P.S. Non so quanti anni tu abbia, ma quella fesseria di Gadd che aveva un pressoché perfetto timing (e altri no, in genere quelli più… diciamo di stile diverso), è una somarata che ho sentito per decenni dalla fine dei ’70 in poi.
Però in genere il batterista non deve stare dentro il tempo... In genere il tempo lo crea lui; e lo porta avanti lui, non va appresso agli altri (o al click) trascinato come un qualsiasi ingranaggio; di solito è lui il motore. Che in genere deve girare abbastanza regolarmente.

Rispondi
Giuseppe Gadau
10/10/2015 12:22:15

Ciao Carlo, ho abbastanza anni sul groppone per ricordare molto bene il periodo a cui ti riferisci. Io suono il basso e non sono sicuramente un virtuoso dello strumento ma, a quanto mi dicono, ho il suono e la precisione nelle dita: dico questo non per auto incensarmi ma per chiarire con quale orecchio io ascolto i grandi musicisti, bassisti e batteristi in particolare. Tu citi, fra gli altri, il disco di Lee Ritenour "Feel The Night". ma sinceramente non capisco a quale proposito; cosa c'è che non va nella batteria, a parte la qualità non eccezionale del suono e qualche piccola imprecisione imputabile più a Abraham Laboriel che a Gadd?? Per quanto riguarda lo "stare dentro il tempo" forse non siamo daccordo sul significato del termine, che non vuol dire "andare appresso agli altri", ma significa proprio il contrario, cioè suonare non come farebbe un soldato del terzo reich,freddo e rigido, ne come un messicano reduce dalla siesta. molle e strascicato. ma interpretare il brano col giusto calore e con tanto groove.Del resto saprai bene che i migliori batteristi sono quelli che riescono a seguire il click (quando c'è) tirando indietro o avanti (intenzione) o stando esattamente sulla battuta, con estrema facilità e senza perdere mai il timing e il rotolamento. E in questo, checchè tu ne dica, Steve Gadd era un maestro!
ciao

Rispondi
carlo pasceri
10/10/2015 15:27:37

Giuseppe, ho citato quel buon disco nel quale Gadd mi piace pure abbastanza (anche come suono) proprio per evidenziare che, un po’ dappertutto anche in produzioni più easy e di ottimo livello (e che a me piacciono), Gadd, se non assistito dal click, fluttua, non è quel metronomo che si dice(va). Tutto qui. (Altro l’ho detto in altre righe.)
"Stare dentro il tempo": bè io ho parlato addirittura che è il batterista che deve creare il tempo (di solito il più regolare possibile, fatti salvi casi particolari).
E uno con questo tipo di talento, al netto di qualche oscillamento (che naturalmente TUTTI lo hanno), non ha bisogno di click o di bassisti (o altri) che con la loro linea guidino, ma viceversa con sicurezza (anche prendendosi dei rischi) siano loro a condurre tutto e tutti esprimendosi con il loro stile, ovvero il loro linguaggio di frasi, idee, tocchi, dinamiche, accenti, sfumature, interpretazioni e interazioni improvvisate laddove opportune. Certo non intendo né mi piacciono né stile nazista né messicano ;-)
A Gadd non gli riconosco questo tipo di sicurezza nel guidare, anzi si appoggia indolentemente al bassista o chi per lui: se hai l’orecchio, sensibilità ed esperienza che dici e un po’…
Pur non avendo questa capacità di guidare gruppo e pezzo, Gadd per contrappasso non ha una sfrenata fantasia (si ripete molto) men che mai creatrice, o un lessico tecnico/meccanico ampio da esibire (in senso buono), e né tanti né particolari timbri e suoni che colorino, per poter esser, per me, una leggenda vivente del batterismo mondiale.
Tirare indietro/avanti: sì Giuseppe, infatti so bene di questa leggenda metropolitana che va di pari passo a quella di Gadd-metronomo: quando si sente un batterista che oscilla con il click, stia lui facendolo apposta! È fumo negli occhi, è una bufala: è illogica.
O sono mini errori oppure scomposizioni molto sofisticate!
Se dentro una griglia temporale data dal click, che è ovviamente costante, il batterista costantemente “tira indietro” (o avanti) dando dei colpi appena dopo (o prima), soprattutto quando si leva il click non si sente nessun effetto!
Casomai può accadere che il batterista in qualche battuta scomponga il tempo irregolarmente, ossia suoni parti di 5 su 2, 7 su 4 ecc.: questo può produrre giustamente sensazioni di stiramento del tempo: ma non è il caso di Gadd!
Gadd come Porcaro e come tutti gli ottimi professionisti, in presenza di click cercano solo di “SPACCARLO”. Infatti se ascolti le loro produzioni con il click, non c’è quel tirare indietro o avanti, sono a posto.
Quel tirare indietro/avanti è presente in sostanza solo quando non c’è il click e il batterista oscilla.
Se per te “interpretare il brano col giusto calore e con tanto groove” è ciò, a ognuno i propri maestri, nessun problema.
Ciao
P.S. Questo non vuol dire che non esistano volontariamente cambi di velocità a seconda delle sezioni, ciò è storicamente accaduto, ma è raro e pressoché assente nell’ambito del quale ci stiamo occupando.

Rispondi
Giuseppe Gadau
11/10/2015 11:34:16

Per farla breve....uno che dice "tirare indietro o avanti è una leggenda metropolitana " evidentemente non è mai entrato in uno studio di registrazione serio, se non per curiosare un po.Del resto, dopo aver visto e sentito le tue ridicole evoluzioni su YouTube, capisco perfettamente il perché!!

carlo pasceri
12/10/2015 13:11:51

Io faccio brevissima… Giuseppe, non rosicare. Capisco che è dura, ma dignitosamente tenta qualcosa di più di queste inappropriate e ridicole deduzioni…
Vabbè un po’ meno breve… Lascia perdere tue visioni di me che mi aggiro incuriosito in seri studi di registrazione, e ancor di più di provare a capire come io suoni: non credo sia pane per te e quelli come te (che purtroppo sono tanti)!
Concentrati su altro, di molto più semplice: perché hai dimostrato di non comprendere bene i miei scritti (che pure mi sembrano alla portata di tutti come linguaggio e lessico; dissertazioni di ben altri livelli tecnici-musicali le ho scritte in altri contesti), e tu pur conoscendo da decenni il lavoro di Gadd, ancora non riesci a mettere 4 concetti in croce o esempi che non siano le solite insulse banalità: aria fritta!
Dici che hai anni sul groppone, allora dovresti con essi avere un po’ di senso delle proporzioni, soprattutto prima di confrontarti con altri: hai tentato di criticare un mio articolo, io ho ulteriormente argomentato, e tu?!!
Oltre ad auto incensarti e lanciarti in infantili provocazioni e offese più o meno esplicite, che informano di te, appunto, che hai fatto?
E va bene, al netto dei tuoi giudizi su come io suoni, che a questo punto mi sembrano per me più incoraggianti complimenti che altro visto da chi sono emessi, ossia te (come i tuoi pari), dai facciamo così: trovami un esempio, dico UNO, di quel che sostieni, ossia del tirare indietro/avanti del tempo di Gadd CON IL CLICK, e allora sono disposto ancora a parlare con te…
Altrimenti continua a svanire con le tue banalità e infantilità, scompari del tutto "rotolando" insieme con tuoi anni sul groppone, il tuo suono e precisione nella dita e il tuo grande orecchio!

Gianluca
9/8/2016 14:27:08

Egregio Carlo, anche qui come nell'articolo su Jeff Porcaro condivido in parte la Sua opinione, però ci sarà un motivo se uno come Gadd passa alla storia, fa tante incisioni ed altri no. Il primo motivo è che, credo, abbia un buon carattere e poi sappia suonare. E' vero che tecnicamente il buon vecchio Steve non è altro che un paradiddle scomposto in diversi modi, ma quando ascolto "Quartet No. 2" - Part II (Dedicated to John Coltrane)" dall'album "Three Quartets" di Chick Corea, con i suoi piatti che non sono jazz, col suo swing un po' così, comunque mi piace. Un saluto.

Rispondi
cenzino pettinicchio
31/1/2017 15:58:52

Concordo, molto umilmente, da batterista zappatore, con l'analisi di Carlo, aggiungendo che Steve Gadd ha uno swing sul piatto inascoltabile, probabilmente ha frequentato gli ambienti giusti con giusto carattere. Concordo anche con l'analisi su Porcaro, anche se è un batterista che mi piace molto ascoltare. Ecco ho finito. si si.

Rispondi
Luca C.
1/2/2017 15:34:04

Ma la personalità dove la mettiamo?

Rispondi
cenzino pettinicchio
1/2/2017 19:32:42

Caro Luca, la personalità è una cosa soggettiva. Se intendi il carattere, ho già scritto nel post sopra, rimarcando un carattere buono per ambienti giusti dello Steve Gadd.

Luca
26/8/2017 02:29:34

Nella mia "carriera" di musicofilo e di audiofilo ho visto e sentito di tutto, di tutto, ma non mi era mai capitato di assistere ad una così scriteriata mistificazione della Batteria come nel caso di Steve Gadd. Roba da chiodi, qui sembra che si consideri la Musica e il Ritmo in particolare come una specie di zimbello, uno spauracchio. Mi associo, senza leccapiedismi giacchè non percepisco compenso alcuno, all' analisi oggettivamente corretta di Pasceri. Comprendere o meno la validità di uno strumentista comporta dei sacrifici, studio, ascolti e ricerche. Paragoni accorti ed ancora ascolti, ascolti, ascolti. Ma a ben pensare basta semplicemente andare a guardare il Buddy Rich Memorial al capitolo Gadd, Colaiuta, Weckl e vedere il pasticcio del classico vaso di coccio tra i vasi di ferro. Invenzioni a flusso continuo ai lati e statico imbarazzante al centro. Ripetitivo e flaccido, stia contento di questa immeritata piedistallizzazione e approfitti di tal rendita concedendosi il meritato riposo. Arrivo anche a dire che a lui va il mio rispetto come onesto mestierante e operaio medio delle pelli. Ma non chiedetemi di andare oltre, perchè nulla di nulla è stato inventato.
Distinti saluti.

Rispondi
michelangelo
4/9/2017 18:12:00

ragazzi no dai....se siamo arrivati a criticare steve gadd siamo alla frutta....sono un batterista....figlio di batterista professionista...quindi qualcosa dovrei capirla...ho visto un sacco di batteristi live tra clinic e concerti....gadd e grande e lo rimarrà perche emoziona...interpreta a modo suo la musica...e quella è la sua firma...parliamo di uno dei pochi batteristi nella storia che riconosci dal suond....ora può piacere o no...ma se ancora ad oggi è chiamato ancora dai grandi (vedi prossimo tour con chick corea e clapton)....bhe questo la dice lunga...

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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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