Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

In memoria di Jon Hiseman

12/6/2018

5 Comments

 
Swinging London! A metà anni Sessanta del XX secolo Londra è l'ombelico del mondo. Irradiava un vitalissimo fermento giovanile, oscillava impetuosamente verso il futuro; effervescenza che naturalmente ha innescato importantissime cose musicali.
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Fatti salvi i Beatles e tutto il grande Rock più di massa, ci fu un movimento più virato verso la musica strumentale che, partendo dal Blues e mischiandosi con istanze più avanzate, ha generato molte validissime realtà, tra cui i Colosseum del batterista Jon Hiseman che proveniva da importanti esperienze.
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Infatti prestò il suo talento anche in una delle fucine più importanti in assoluto, The Graham Bond Organisation, in cui militarono molti futuri protagonisti del Rock e Jazz-rock: Jack Bruce, Ginger Baker e John McLaughlin. (Anche Georgie Fame and the Blue Flames e John Mayall & the Bluesbreakers furono importanti laboratori dai quali Hiseman trasse stimoli.)

I Colosseum si formarono nel 1968, e pubblicarono il loro notevole primo disco fine inverno del ’69 (Those Who Are About To Die Salute You), dopo pochi mesi il secondo, Valentyne Suite: capolavoro. Seguirono nel 1970 gli ottimi The Grass Is Greener e Daughter of Time, poi il commiato con Colosseum Live (’71); dopo, nel 1973, ci furono i Tempest… Ma facciamo il punto.

Dunque, le enormi conseguenze musicali di quell’esuberanza con Londra magnete assoluto, di là della musica in generale e quindi compositori, cantanti e chitarristi elettrici che tutti conoscono, fu una generazione di ottimi strumentisti con nuove idee che mescolò benissimo le fondamenta jazzistiche con le strutture rock.

Come strumentisti si distinsero ulteriormente i batteristi, citando i più importanti: Ginger Baker, Bill Bruford e Mike Giles. (Anche Mitch Mitchell e Ian Paice, tanto per menzionare due tra i più famosi e legati al Rock di massa, erano di quella genia.)

Hiseman si distinse ulteriormente, giacché è l’unico tra questi che ebbe una leadership, peraltro con un rilevante progetto musicale portato avanti per circa un decennio (dopo i Tempest formò anche i Colosseum II).

Questa messe di batteristi fu fondamentale per lo sviluppo musicale degli anni Settanta, rappresentava un fare musica più aperto e creativo e non di natura strettamente professionale, nel senso che se è vero come è vero che anche negli USA vi erano batteristi (e gruppi) che stavano sintetizzando un linguaggio crossover (per esempio John Guerin e Ralph Humphrey), erano sentiti più distanti: turnisti che facevano ciò che veniva loro richiesto, con poca personalità.

Perciò Hiseman fu all’epoca eletto come specie di batterista ideale, quello con approccio totale, un influente precursore, al netto delle inclinazioni stilistiche e del successo mietuto dai vari gruppi che naturalmente suggestionarono molto gli strumentisti epigoni. Dopo, dai più, fu un po’ dimenticato…

Prediligeva ritmare con il piatto ride e i tamburi, usava meno il charleston, esemplare la scioltezza e sensibilità unita all’energia propulsiva e precisione con la quale affrontava sia parti complesse come in Never Tell Your Mother She’s Out Of Tune (nel disco di Jack Bruce "Song For A Taylor"), Lost Angeles o The Valentyne Suite (solo nei primi due minuti quanti ritmi e obbligati…) e The Machine Demands a Sacrifice (col 7/8 africaneggiante da 2’06” e assolo finale), sia le parti più semplici, però solitamente molto variegate come nei canonici shuffle di Walkin In The park e Butty’s Blues, degni di un Art Blakey, o quello col controtempo di Boston Ball Game, 1967 (J. Bruce); o al passaggio in raddoppio terremotante proto-metallaro di Downhill and Shadows (a 4’05”); e infine anche a esplosivi, lunghissimi e fantasiosi assoli (The Time Machine).

Piglio da leader e articolazione tecnica ineccepibile consentivano a Jon di essere non solo un semplice, seppur abilissimo, “accompagnatore” come la stragrande maggioranza dei suoi bravissimi colleghi, ma uno che tirava e spingeva il gruppo (si ascolti per esempio nelle varie segmentazioni di Theme One o, al contrario, in grado di farlo anche solo mediante il rullante come in Elegy).

Insomma, molti batteristi rock europei più di guardare gli americani, che erano tendenti alla specializzazione e quindi jazzy o funky/R&B, più inquadrati, guardavano Jon Hiseman, così flessibile e con netta pronuncia tecnica, con quella lunga catena di moduli e fraseggi che esprimeva stentoreamente e in maniera rapida e precisa, swinging, oscillando tra i generi e stili… Ha gettato un potente fascio di luce colorato e illuminante: molti sono divenuti batteristi migliori grazie a lui.

Jon Hiseman​ (21 giugno 1944 - 12 giugno 2018)
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5 Comments
ALESSANDRO VARRUCCIU
12/6/2020 12:19:13

Che bel ricordo Claudio, si apprezza ogni volta che si legge!
Grandissimo Jon, il mio batterista preferito... Forse riduttivo definirlo così. Lui è uno di quelli dei quali ricordi i passaggi, come se cantasse. Idolo.

Reply
ALESSANDRO VARRUCCIU
12/6/2020 12:19:49

Scusa, Carlo!

Reply
carlo pasceri
12/6/2020 19:53:51

Grazie Alessandro.
Dispiace sia stato dai più un po' dimenticato questo grande musicista, oltre che batterista tra i fondamentali del Rock più esteso e alto.
A presto.

Reply
Giordano Musiani
17/9/2022 14:23:34

Una bellissima recensione su un importantissimo esponente del drumming mondiale che ho molto apprezzato e che mi ha insegnato un modo nuovo, per quegli anni, di muovermi con le casse, i piatt,i e i tamburi. Penso che abbia influenzato molti batteristi nel mondo e ,come giustamente hai descritto, reso migliori tanti appassionati alla batteria...Ho avuto la fortuna di poterlo ascoltare dal vivo sia con i Tempest che con i Colosseum e devo dire che mi ha sempre enormemente stimolato ed impressionato. Come molti altri grandi, per fortuna, ha lasciato dietro di sé tante testimonianze registrate del suo talento che lo ha reso per me uno dei più virtuosi batteristi, unendo sapientemente l'espressione jazzata con quella più grintosa del Rock...Grazie per la dovizia descritta in questo Tuo bel Post, Carlo Pasceri, dedicato alla memoria di uno dei miei miti...

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carlo pasceri
17/9/2022 19:44:08

Buonasera Giordano,
grazie a te, tra i pochi davvero appassionati della grande musica.

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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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