Veniamo ai brani.
In The Dead Of Night è il magnifico pezzo di apertura che ostenta la traiettoria Jazz-Rock: modale, in 7/8 e con lungo assolo. Introduzione su una nota e un minimale riff di tastiere, poi Wetton canta un incalzante motivo di pochissime note, poco dopo si distende, ma dura pochissimo… dopo solo trenta secondi s’innesta un tema strumentale (chitarra e basso), un lungo ponte… Riprende il cantato, si ripete la sezione strumentale, si giunge all’assolo di Holdsworth. Ripresa di una precedente sezione (quella a 1’01”) per il finale.
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Sempre a nome U.K. si è proseguito parzialmente nel ‘79 con il disco Danger Money (in trio, senza Bruford e Holdsworth e con il bravissimo batterista statunitense Terry Bozzio). Un album non al livello del precedente. Molto meglio i susseguenti dischi solisti di Bruford (Feels Good To Me del ‘78, One Of A Kind del ’79 e Gradually Going Tornado dell’80) e di Holdsworth (I.O.U. dell’82, Road Games dell’83 e Metal Fatigue dell’85), i quali sostituiranno i residuali stilemi Prog con alcuni elementi Fusion (all’epoca più attuali): giunsero così a una musica moderna che, ad oggi, risulta ancor più pregiata anche per questo fattore di estrema e alta sintesi musicale. Sintesi smarrita da decenni, con i gruppi della nuova generazione persi in meandri di soluzioni convenzionali e abilità camuffate con i digitali edit dell’hard disk recording.
Allan Holdsworth è uno dei protagonisti del libro Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra.