Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

I miei brani preferiti e quel semitono seducente e "radicale"

24/2/2024

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Tutti hanno i loro brani musicali preferiti, quindi pure io.
La cosa particolare è che presto ho scoperto che tra i tantissimi pezzi che via via ascoltavo, dalla mia adolescenza in poi, le mie preferenze non di rado avevano un denominatore comune che andava oltre gli autori, i generi e gli stili musicali.
Dapprima e soprattutto ho amato Black Napkins, A Night in Tunisia e Nardis (di Frank Zappa, Dizzy Gillespie e Miles Davis): un’attrazione che le decadi di anni trascorse non ha indebolito, è ancora potentissima.
​A seguire tanti altri, pure molto differenti tra loro, come Lost Life e Pyramid Song (Art Pepper e Radiohead), che hanno confermato ciò che avevo intuito, ossia che era la peculiare sequenza armonica che mi seduceva (e ancora mi incanta).
La singolarità è che le sequenze armoniche della stragrande maggioranza dei brani e generi musicali, compresa la musica Classica, non si basano (né tantomeno principiano) su un movimento cromatico, ascendente o discendente che sia, o di quale specie di accordo (maggiore, minore ecc.) si tratti.
Dunque, quali che siano le numerosissime combinazioni possibili*, molto raramente i brani sono fondati su accordi che si spostano mediante il più piccolo movimento a disposizione, chiamato di seconda minore (un semitono), che è il più radicale, ma lo fanno tramite altri intervalli; i più usati sono di seconda maggiore (tono), terza minore o maggiore (1,5 e 2 toni) quarta (2,5 toni) e quinta (3,5 toni).
Pertanto, c’è forse alle mie orecchie pure questo poderoso fattore di straordinarietà, di non “consumato”, che ha influito sul mio gusto.

In ogni caso va considerato che l’effetto che si realizza** è di grande energia, di tensione-risoluzione quasi violenta, dovuto ai cromatismi; inoltre, così si introducono immediatamente nel campo di azione molte note diverse, cosa che non accade con tutti gli altri tipi di movimenti sequenziali (quarte, quinte e ancor meno per le terze): bisogna avere molti cambi di accordi per ottenere molte note differenti, giacché gli accordi che si muovono con quegli intervalli hanno molte note in comune.

Va annoverato che nel genere Metal il cromatismo, anche strutturale, è usato molto più di altri generi; infatti è un genere che mi piace. (E il Grunge non disdegna questa soluzione, anzi.)
Comunque è Frank Zappa colui che più e più variamente di tutti ha usato questa peculiarità armonica, tra i tanti, i miei brani preferiti sono: King Kong, The Dog Breath Variations, Fifty-Fifty, The Grand Wazoo, Peaches en Regalia, Inca Roads, Twenty Small Cigars, Alien Orifice, Läther. 
​Comunque, se dovessi dirne uno soltanto, è Nardis il mio brano eletto, anche perché è un vero festival di accordi che si muovono cromaticamente, peraltro in varie combinazioni.
Così, come si dice oggi, tanto per condividere; magari potrà piacere di questi qualche brano poco frequentato o sconosciuto, facendo soprattutto caso a questa rara caratteristica: buoni ascolti.

​ 
* Ascendente/discendente, minore verso maggiore, maggiore verso minore, oppure maggiore-maggiore, minore-minore; e così via, pure con molte altre tipologie più sofisticate di accordi, per numerosissime combinazioni a disposizione.
** L’effetto spesso è alquanto esotico, rimanda alle culture arabe e indiane, ciò perché queste, solitamente, usano scale che hanno subito il cromatismo con la seconda nota della scala; come per la “nostra” Frigia, però usata estensivamente, guarda caso, solo in Spagna, dominata per oltre mezzo millennio dagli arabi.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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