McLaughlin dimostra che si può anche andare velocissimi con originalità di linguaggio ed energia; Holdsworth e Di Meola simili a McLaughlin, ma da differenti versanti e soluzioni tecniche (legato-lineare e con leva il primo, palm muting e più sincopato il secondo).
A fine '70 inizio '80, Van Halen unisce l'uso selvaggio della leva e i suoni inusitati di Hendrix e Beck con interventi flash, insieme con l'uso diffuso e virtuosistico del tapping. Con lui, in sostanza, terminano le innovazioni.
Dopo di loro (nei '90 e '00) una pletora di chitarristi estremizzano ancor più l'azione tecnica, arrivando a somigliarsi un po’ tutti (Howe, Gilbert, Kotzen ecc.). Oggi più nulla.
Questi ultimi "eroi" della chitarra elettrica hanno potuto sedimentare tutta la ricerca e sviluppo dei decenni precedenti. Apparentemente non manca loro niente, anzi! Perizia e teoria sicuramente solida. E non si dica che non sanno suonare il Blues, che non sanno o non saprebbero contorcersi su tre note in croce acute e sature, perché non è vero! Ma la chitarra elettrica rock si è fermata lì, anzi si sta involvendo...
Cosa manca davvero loro? Cosa è mancato a mano a mano e sempre di più nei decenni trascorsi?
Tutti i chitarristi sopra citati sono protagonisti del mio libro Eroi Elettrici