Pertanto questo disco è differente dai suoi due precedenti e pregevolissimi Feels Good To Me e One Of A Kind, parecchio complessi e di difficile ascolto (anch’essi da riscoprire), Gradually Going Tornado più semplice e accessibile. Anche perché degli otto brani presenti quattro sono cantati. Ma non sono i Talking Heads.
Il gruppo è costituito da Jeff Berlin al basso (e al canto), il mai troppo celebrato Dave Stewart alle tastiere e John Clark alla chitarra elettrica (al posto di Allan Holdsworth). Bill Bruford suona il pianoforte in un brano, una ballad.
Le composizioni sono perlopiù a firma di Bruford, ma meno del passato; più presente Stewart e un po’ Berlin.
La musica, come è loro norma, è un incrocio di generi e stili, crossover tra Jazz-Rock e Prog con un pizzico di funky-pop-rock (anticipando qualche coordinata dei Level 42, che debuttarono nel 1981).
Musica energica e complessa, ma pure alquanto melodica, suonata benissimo, imperniata sul poderoso e portentoso basso di Berlin e le sortite solistiche della chitarra “holdswortiana” di Clark. La batteria non è protagonista, ma fornisce timbri e impulsi così peculiari che comunque dona un apporto imprescindibile per il carattere dei brani. Sontuoso il lavoro delle tastiere, amalgamano e sostengono, contrappuntano e ruggiscono perfettamente (Stewart è il più progressive tra i quattro, quello con discendenze più classicheggianti). L’unico appunto è il cantato, senza infamia e senza lode, dunque modesto, pertanto non all’altezza del resto.
Inizia largo, maestoso, poi più serrato e grintoso, e “dispari” (11/8), segue breve solo di basso; ponte (3’01”) reiterato ancora asimmetrico (23/8). Tutto si acquieta. Rimane soltanto il piano.
Poco prima dei cinque minuti si riprende la struttura dal principio, col solo di Clark; poi Berlin al proscenio; si dà il cambio con Clark. Segue, dopo nuova sezione tesa e compatta con tema che si dipana in 20/8, un breve solo di Bruford; ci si avvia alla conclusione.
Land's End non è la cosa migliore del disco, ma è una interessante suite che si distacca un po’ dal consueto: più snella e melodica, potente, articolata ma non eccessivamente verbosa. Il brano più notevole di questa seconda parte del disco (inferiore alla prima).
Gradually Going Tornado è tra le ultimissime opere nobili dell’era del Rock (e dintorni) più elevato in assoluto. Qualcuno come i King Crimson si rinnovò alla grande, anche gli Yes fecero cose ragguardevoli mutando (peraltro gruppi in cui Bruford aveva già militato), e pochissimo d’altro.
Dunque questo disco è un’ottima occasione per ascoltare musica di gran qualità ma non eccessivamente difficile, che poi è stata archiviata, seppellita dalla storia. Non ci sono eredi.