Invece le musiche etniche in Europa orientale (Serbia, Romania, Bulgaria ecc.) e Asia occidentale (Turchia) hanno degli aspetti ritmici molto interessanti (non soltanto perché basati su metri dispari come il 9/8 e il 5/8), tanto che alcuni colossi della musica occidentale nel secondo Novecento si sono interessati a essi, da Dave Brubeck a Don Ellis e Frank Zappa*.
La stragrande maggioranza della musica che conosciamo si basa su un regolare mono impulso temporale di riferimento che scorre (in orizzontale), e sul quale sono sovrapposti (in verticale) vari ritmi, talvolta piuttosto complicati: è la poliritmia**.
Quello che caratterizza le musiche etniche orientali è che hanno due tipi di impulsi, uno breve e uno lungo proporzionali tra loro.
Blue Rondo à la Turk e Take Five (quest’ultimo composto da Paul Desmond) sono i primi famosissimi esempi di manipolazioni della pulsazione temporale orizzontale. Il loro fascino enigmatico risiede nella particolare segmentazione del beat e del suo coagulo in differenti pacchetti d’impulsi temporali tra loro correlati.
Laddove un tempo di 9/8 nella Classica è costantemente raggruppato in isocroni e regolarissimi blocchetti di 3-3-3 (perciò un 3/4 terzinato come la Cavalcata delle Valchirie di Wagner), di solito nelle danze slave o turche si suddivide in 2-2-2-3 (cosiddetto Aksak ovvero zoppo); come il “Blue Rondo”. Brubeck dopo tre esposizioni in questa maniera per concludere il ciclo ci mette pure il classico 3-3-3 (e poi altro ancora***). Sembra una cosa da poco, ma è tutt’altro, è moltissimo.
In Take Five accade una cosa simile: il segreto della sua grande fluidità è che genera un peculiare 4/4.
Sembra assurdo, però è così, c’è una costante e ciclica torsione temporale; d’altronde in musica si può manipolare anche la percezione del tempo assoluto…
Comunemente Take Five è suonato e scritto in 5/4 (3+2), tuttavia va inteso in 10/8, così si percepiscono facilmente i due macro impulsi più lunghi e i due più corti in rapporto tra loro di 3/2 (peraltro sono 6 le note del riff del piano perciò sempre pari).
I primi due di 3/8 e gli altri due di 2/8, questo produce una sequenza metrica parificata e di velocità mutevole ma costante: accelera e decelera in modo continuo e perfettamente controllato e proporzionale. Il ritmo di Take Five è stato preso a modello innumerevoli volte, pressoché copiato a fronte della sua grande efficacia nell’andare a parificare un tempo dispari come il 5 e quindi renderlo molto fruibile.
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**Sovente, anche accademicamente, si confonde la poliritmia con la polimetria: per generare un poliritmo non è necessario che si sovrappongano ritmi con metri diversi.
*** A 1’39” si trasforma in un 3/4 ove i primi 2/4 sono divisi in 4/8 e l’ultimo in 3 (perciò una terzina, e quindi 7 impulsi totali); poi a 1’53” addirittura muta in un 4/4 swing di due battute alternandolo con altre due con l’originario metro e ritmo di 9/8 mantenendo la scansione base. D’altra parte lo swing stesso si basa su un rapporto di 3 a 2 ossia si suddivide l’unità in tre e si raggruppa in due: lo shuffle.