Dunque i Yellowjackets erano i “moderni” della nuova ondata degli Ottanta, anche perché la loro raffinata ricerca sonora era congiunta con contenuti compositivi che erano in costante equilibrio tra il cantabile, l’impatto ritmico e l’originalità intrinseca di scrittura dei brani. Un amalgama di canzone funky con intelaiature di rapide frasi cicliche (di solito col sequencer) e riff ispessiti da tessiture armonico-polifoniche di rilevante fattura insieme con obbligati ritmici: i gruppi di riferimento più importanti da oltrepassare erano i Crusaders, i Brecker Brothers e gli Spyro Gyra.
Ovviamente avevano abilità strumentali ben superiori alla media.
Corrisposero benissimo alle istanze di modernità dell’epoca che, soprattutto col cambio del decennio, si avvertivano ancor più forti; anche solo col variare dei musicisti alla ribalta.
Ebbero un paio di anni e di dischi di transizione, mutarono pelle (rifondandosi parzialmente) e intrapresero con Four Corners (altro loro capolavoro del 1987) una via tangente, tralasciando l’aspetto più aggressivo ed elettronico per una deriva più jazzistica e acustica, morbida.
Hanno continuato per parecchi anni a produrre dischi di grandissima levatura (in particolare Like A River del 1993, ultimo loro apice); poi, come è naturale che sia, un po’ più altalenante come qualità.
I Yellowjackets gradualmente misero nel loro già enorme e personale pentolone rilevanti dosi di tradizione americana nero-country e di musica classica, e aumentarono la già notevole propensione a comporre linee con arcate amplissime, con respiri melodici straordinari, offrendo al genere Fusion un’ulteriore prospettiva; anche il pubblico gradì.
Loro costante caratteristica fu una ricerca ritmico-metrica non comune nella Fusion, in modo molto elegante hanno eretto strutture musicali mediante fitte e complesse trame ritmiche che puntellavano le consistenti armonie e melodie, frequentemente in chiave polimetrica.
Il “segreto” è tutto in cima, nell’’introduzione del pezzo, minimale, che principia con quattro bicordi di chitarra elettrica ascendenti ripetuti senza alcuna pausa, a ciclo, senza null’altro; poi si aggiunge Haslip fraseggiando in slap seguendo la ritmica di Ford.
Il dilemma emerge dopo, quando entra la batteria a circa 21”, sancendo l’inizio sezione A col tema di piano elettrico. La chitarra continua la figurazione, ma la pulsazione sembra cambiata, più lenta…
Il “trucco” illusionistico è dato da una polimetria implicita: la chitarra suona una parte di 4:3 (quattro su tre), ossia un cosiddetto gruppo irregolare*, stesso concetto della terzina su un tempo di 4/4, solo all’inverso.
Ciò conferisce all'introduzione un’apparente scansione più rapida (circa 125 bpm); quando entra la sezione A si comprende che c’è qualcosa che non torna, il tempo come rallentasse, di fatto, sin dall’inizio, la scansione è circa 94 bpm. Appresso la figurazione chiave della ritmica di Robben Ford**.
Altresì la chitarra continua la sua figurazione che quindi risulta affatto sincopata e disallineata col 4/4. Infatti, si può notare agevolmente che ogni volta è usata una cesura finale di pausa per riallineare il ciclo dopo le due misure di tema.
Questa soluzione in assoluto non è particolarmente complessa né nuova, e lo sbigottimento che ha suscitato tra gli addetti ai lavori specializzati in Jazz e Fusion (dette e scritte di quasi esilaranti) indirettamente conferma la natura della Fusion (ossia Jazz): c’entra ben poco con il Jazz-Rock (e il Progressive) con il quale è spesso confusa.
Comunque Ferrante e compagni hanno continuato a mostrare una felicissima indole nel comporre e suonare brani con ritmiche polimetriche, successivamente con umori più africani.
Questa fu un’altra caratteristica che li contraddistinse dall’altro grande gruppo fusion dell’epoca, gli Steps Ahead; finanche i Weather Report non hanno adottato poi così tanto questo mezzo compositivo.
Evviva le Vespe!
* Approfondita trattazione di questa fondamentale figura ritmico-polimetrica nei miei libri di teoria: Tecnologia Musicale, Viaggio all’Interno della Musica e Quaderni Musicologici.
** Per comodità di lettura e concettuale è stato trascritto il ritmo con note continue del valore di croma puntata, in realtà la parte di Ford è più staccata, così (le note con testa a x indicano lo stoppato):