Carlo Pasceri
  • HOME
  • BLOG
  • BIOGRAFIA
  • DISCOGRAFIA
    • Curvatura 9
    • Cannibali Alchimie
    • No Gravity
    • Real Koob
    • Blue Challenge
  • PUBBLICAZIONI
    • Libri
    • Riviste musicali
    • Jazzitalia
  • DIDATTICA
    • Corso "Tecnica Audio"
    • Seminario "Percorsi Melodici"
  • STRUMENTAZIONE
  • MEDIA
    • Audio
    • Video
    • Foto
  • CONTATTI
Libro Eroi Elettrici

Il grande segreto dei Yellowjackets

10/8/2018

3 Comments

 
Yellowjackets (=Vespe) è il curioso nome di uno tra i massimi gruppi della Fusion. Il primo nucleo vede il tastierista Russell Ferrante, principale compositore, il chitarrista Robben Ford, il bassista Jimmy Haslip e il batterista Ricky Lawson; poi a rotazione altri bravissimi strumentisti.
Foto
Misero a segno un formidabile uno-due pugilistico con il loro primo disco omonimo nel 1981 e Mirage A Trois (il loro primo capolavoro del 1983), che l’imposero sulla scena internazionale già come dei moderni punti di riferimento; ebbero un discreto riscontro di pubblico.
Foto
Ciò perché coniugarono benissimo le caratteristiche fusion espresse già alla grande da altri artisti nel decennio precedente con modernità soniche e procedurali, avvalendosi, più del passato, di sequencer, lyricon (un sintetizzatore a fiato) e sofisticate programmazioni di tastiere: erano pochissimo acustici.
Dunque i Yellowjackets erano i “moderni” della nuova ondata degli Ottanta, anche perché la loro raffinata ricerca sonora era congiunta con contenuti compositivi che erano in costante equilibrio tra il cantabile, l’impatto ritmico e l’originalità intrinseca di scrittura dei brani. Un amalgama di canzone funky con intelaiature di rapide frasi cicliche (di solito col sequencer) e riff ispessiti da tessiture armonico-polifoniche di rilevante fattura insieme con obbligati ritmici: i gruppi di riferimento più importanti da oltrepassare erano i Crusaders, i Brecker Brothers e gli Spyro Gyra.
Ovviamente avevano abilità strumentali ben superiori alla media.
Corrisposero benissimo alle istanze di modernità dell’epoca che, soprattutto col cambio del decennio, si avvertivano ancor più forti; anche solo col variare dei musicisti alla ribalta.
Ebbero un paio di anni e di dischi di transizione, mutarono pelle (rifondandosi parzialmente) e intrapresero con Four Corners (altro loro capolavoro del 1987) una via tangente, tralasciando l’aspetto più aggressivo ed elettronico per una deriva più jazzistica e acustica, morbida.
Hanno continuato per parecchi anni a produrre dischi di grandissima levatura (in particolare Like A River del 1993, ultimo loro apice); poi, come è naturale che sia, un po’ più altalenante come qualità.
I Yellowjackets gradualmente misero nel loro già enorme e personale pentolone rilevanti dosi di tradizione americana nero-country e di musica classica, e aumentarono la già notevole propensione a comporre linee con arcate amplissime, con respiri melodici straordinari, offrendo al genere Fusion un’ulteriore prospettiva; anche il pubblico gradì.
Loro costante caratteristica fu una ricerca ritmico-metrica non comune nella Fusion, in modo molto elegante hanno eretto strutture musicali mediante fitte e complesse trame ritmiche che puntellavano le consistenti armonie e melodie, frequentemente in chiave polimetrica.
​Top Secret (in Mirage A Trois) è uno dei brani della prima fase che più ha intrigato, produsse molte perplessità e conseguenti imbarazzi tra gli addetti ai lavori dell’epoca (e successivamente). Si pensava di saperne abbastanza e invece ecco che con quattro banali “accordini” si andava fuori giri…
Il “segreto” è tutto in cima, nell’’introduzione del pezzo, minimale, che principia con quattro bicordi di chitarra elettrica ascendenti ripetuti senza alcuna pausa, a ciclo, senza null’altro; poi si aggiunge Haslip fraseggiando in slap seguendo la ritmica di Ford.
Il dilemma emerge dopo, quando entra la batteria a circa 21”, sancendo l’inizio sezione A col tema di piano elettrico. La chitarra continua la figurazione, ma la pulsazione sembra cambiata, più lenta…
Il “trucco” illusionistico è dato da una polimetria implicita: la chitarra suona una parte di 4:3 (quattro su tre), ossia un cosiddetto gruppo irregolare*, stesso concetto della terzina su un tempo di 4/4, solo all’inverso.
Ciò conferisce all'introduzione un’apparente scansione più rapida (circa 125 bpm); quando entra la sezione A si comprende che c’è qualcosa che non torna, il tempo come rallentasse, di fatto, sin dall’inizio, la scansione è circa 94  bpm. Appresso la figurazione chiave della ritmica di Robben Ford**.
Foto
​Peraltro l’introduzione è tutta dispari anche come numero misure: 5 quelle di chitarra da sola (in 3/4), altre 5 col basso (sempre in 3/4), più una (l’undicesima) in 7/16 (a circa 20”) con il lancio di Ferrante per il tema A (che invece sarà in 4/4).
Altresì la chitarra continua la sua figurazione che quindi risulta affatto sincopata e disallineata col 4/4. Infatti, si può notare agevolmente che ogni volta è usata una cesura finale di pausa per riallineare il ciclo dopo le due misure di tema.
Questa soluzione in assoluto non è particolarmente complessa né nuova, e lo sbigottimento che ha suscitato tra gli addetti ai lavori specializzati in Jazz e Fusion (dette e scritte di quasi esilaranti) indirettamente conferma la natura della Fusion (ossia Jazz): c’entra ben poco con il Jazz-Rock (e il Progressive) con il quale è spesso confusa.  
​
Comunque Ferrante e compagni hanno continuato a mostrare una felicissima indole nel comporre e suonare brani con ritmiche polimetriche, successivamente con umori più africani.
Questa fu un’altra caratteristica che li contraddistinse dall’altro grande gruppo fusion dell’epoca, gli Steps Ahead; finanche i Weather Report non hanno adottato poi così tanto questo mezzo compositivo.
Evviva le Vespe!

* Approfondita trattazione di questa fondamentale figura ritmico-polimetrica nei miei libri di teoria: Tecnologia Musicale, Viaggio all’Interno della Musica e Quaderni Musicologici.
​** Per comodità di lettura e concettuale è stato trascritto il ritmo con note continue del valore di croma puntata, in realtà la parte di Ford è più staccata, così
(le note con testa a x indicano lo stoppato):
Foto
3 Comments
Alberto Giraldi link
13/8/2018 16:45:37

Grazie per il contributo! Russell & c. sono il mio gruppo preferito da sempre: come non apprezzare!!! Alberto Giraldi

Reply
carlo pasceri
13/8/2018 20:14:14

Grazie a te per l'intervento. Oramai non siamo tantissimi (appassionati dei YJ) ma credo buoni.

Reply
Michele
11/8/2019 16:09:46

Ho conosciuto YJ nel 1986 e da allora è stata una vera e propria folgorazione. Hanno un'eleganza compositiva e capacità tecnico esecutive difficilmente eguagliabili. Sono come un buon vino che invecchiando migliora sempre di più. Non saprei quale brano preferire tra i tanti, probabilmente Geraldine, da The Spin, è quello che preferisco in assoluto, per la finezza del tema e dell'armonia. Dopo aver conosciuto YJ, la fusion non è più la stessa.

Reply

Your comment will be posted after it is approved.


Leave a Reply.

    Immagine
    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


    Foto
    TEORIA MUSICALE
    Foto

    Archivio

    Marzo 2023
    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Agosto 2022
    Dicembre 2021
    Maggio 2021
    Marzo 2021
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Settembre 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Settembre 2013
    Luglio 2013
    Maggio 2013
    Marzo 2013
    Febbraio 2013
    Gennaio 2013
    Dicembre 2012
    Novembre 2012
    Ottobre 2012
    Settembre 2012

    Feed RSS

    Categorie

    Tutti
    Analisi Musicale
    Basso
    Batteria
    Blues
    Cantanti
    Cantautori
    Cd
    Chitarra
    Classica
    Critica
    Dischi Da Leggere
    Funk
    Fusion
    Hard Rock
    Heavy Metal
    HiFi
    Jazz
    Jazz Rock
    Jazz-rock
    Krautrock
    Libro
    New Age
    Pianoforte
    Pop
    Progressive
    Recensione
    Rhythm And Blues
    Rock
    Soul
    Storia Musicale
    Tecnica
    Tecnologia Musicale
    Tecnologie
    Teoria Musicale
    Vinile

   Home   Blog   Biografia   Discografia    Tecnologia Musicale   Didattica   Pubblicazioni    Strumentazione   Media   Contatti    Bookmark and Share

© Carlo Pasceri - E' vietata qualsiasi riproduzione anche parziale - Risoluzione minima 1024x768

designed by ALi

Powered by Create your own unique website with customizable templates.