L'elemento più in risalto nel panorama prog tra anni '60 e '70 è la natura "eurocentrica": un epocale distacco dalle radici blues e jazz conviveva con una predilezione per la musica colta e classica, del tutto anomala all'interno del "laboratorio aperto" del rock, che si è manifestata in modi differenti a seconda dei gruppi. Nel suo penultimo libro, dedicato a Red dei King Crimson, Pasceri notava una differenza sostanziale rispetto a quanto avrebbero fatto dopo degli eurocentrici "duri e puri" come i Genesis: se Fripp e compagni — organico mobile ed elastico per eccellenza — prediligevano strutture aperte con poco materiale garantendo però dagli esiti eccezionali, i Genesis hanno invece lavo-rato con una formazione quasi inamovibile (esemplare in tal senso la line-up fissa del '71-'75) mettendo in cantiere una pletora di idee ed elementi. È proprio da quest'ultima che parte l'analisi di Pasceri nell'ultimo titolo della collana Dischi da leggere: si tratta di guide all'ascolto che analizzano l'opera di gruppi o singoli dischi con un occhio di riguardo al dato tecnico, al contenuto strettamente musicale. Dopo Pink Floyd, Deep Purple, Led Zeppelin e altri, Carlo Pasceri — compositore, chitarrista, docente di musica, columnist di Jazzitalia — si sofferma su un suo vecchio amore, la composizione genesisiana dell'epoca prog, dal '70 al '76.
La metodologia è quella consueta di Dischi da leggere: valutazione analitica song by song (preceduta da un'introduzione generalista su ogni album), con delucidazioni sulla scrittura e le tecniche, talvolta assenti giocoforza nelle varie biografie genesisiane. Non è un approccio totalmente inedito, basta ricordare il contributo di Gaudenzio Temporelli e Innocenzo Alfano, ma è la prima volta che la materia Genesis viene integralmente trattata da questo esclusivo punto di vista. Ed è un focus molto interessante, grazie al quale gli esiti della band risultano ancora più stupefacenti se pensiamo alla giovane età dei cinque e all'abilità nel lavorare su idee-forza legate alla narrazione e al prolungamento visivo del live. Interessante la valutazione congiunta di Nursery Cryme, Foxtrot e Selling England By The Pound come trilogia, della quale l'autore individua gli elementi portanti; tra questi c'è la profondità del suono garantita dalle combinazioni strumentali (in particolare l'ossatura chitarre-tastiere), una quasi totale assenza di ripetizioni (a differenza delle proverbiali "variazioni sul tema" care ai King Crimson), di improvvisazione e di quel sinfonismo "kitsch" che condannerà tanti colleghi. |
Peccato per l'assenza di una bibliografia e per le foto presenti, tutte di repertorio e diffusissime in rete, dunque non rappresentano un fattore di novità per il cultore. Menzione rapida per live-album, singoli e B-sides, meritata la scheda ad hoc per il batterismo di Phil Collins. Il testo è autoprodotto, disponibile sia in cartaceo che in digitale (www.carlopasceri.it) ed è rivolto prevalentemente a chi dei Genesis conosce già tutto ma desidera un punto di vista ulteriore, che metta a fuoco la materia principale: la musica. (Donato Zoppo)".
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