Starr è quello che ha innovato di più e in modo esemplare, ossia senza trascuratezze a livello tecnico.
Infatti, oltre le brillanti idee di contenuto, Starr a livello formale era preciso e pulito, sensibile e dinamico.
Rammarica soltanto che il suono della sua batteria difetti di qualità, poca profondità e poco dettaglio giacché le dotazioni dei registratori multipiste dell’epoca, che avevano pochissime tracce su cui registrare, non consentivano di sovrapporre correttamente tutte le idee (e quindi i suoni) dei Beatles: George Martin e i suoi collaboratori avevano un bel daffare con pre-missaggi con compressioni-dati tremendi, che andavano a minare gravemente la qualità del suono, se non addirittura causare veri e propri pasticci. (Per esempio un brano importantissimo come “I Am The Walrus” da 2’12” quasi rovinato...).