Peraltro il complessivo colore sonico dei GG è molto particolare giacché anche molto acustico, infatti hanno una amplissima tavolozza timbrica, usando diffusamente e omogeneamente molti strumenti: vari tipi di sax, tromba, violino e violoncello, marimba, mandolini, flauti e quant’altro insieme con gli strumenti più comuni come tastiere, basso e batteria.
Altra particolarità è la brevità dei loro brani relativamente alle complicanze insite, facendoli risultare ancor più densi: molte sezioni, spesso in sovrapposizioni e successioni di vari generi e stili, e naturalmente di atmosfere, con poche ripetizioni. Probabilmente anche per questo hanno riscosso meno successo di altri.
Altresì, a differenza di altri gruppi del genere, i GG sin da questo disco di esordio hanno manifestato alquanto compiutamente la loro estetica e poetica musicale.
Si presentano potentemente già col primo brano, Giant, dopo l’introduzione con accordo di organo, in circa un minuto espongono con grinta l’eterogeneo nucleo, per poi ulteriormente variare con sezioni di differente natura. Ci sono interventi di Mellotron e fiati (coadiuvati da un ospite al flicorno tenore), magnifiche polifonie cinquecentesche fuse con riff hard-rock.