Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Il culto del totem dell'altro ieri

20/10/2012

2 Comments

 
Appena c'è da riempire gli stadi di gente (e/o vendere dischi), la macchina propagandistica si mette in moto. E qualcuno pensa bene di raccontare e vendere ancora la favoletta dei buoni e utili dinosauri rock da incoraggiare e preservare.
L'apologia dei Rolling Stones che ho letto su Il Corriere della Sera del 19 ottobre 2012, sembra proprio essere una velina utile, insieme con altre, per suggellare la loro leggenda inattaccabile e fare (gran)cassa. Il critico di turno cerca di giustificare l'eterna attività compulsiva di questi ministri di rituali, con improbabili tesi e poetiche mitologiche, arrivando a chiedersi retoricamente di cosa è fatto il Rock.  "Il numero degli accordi, delle melodie, delle soluzioni ritmiche è incredibilmente limitato. Ma gli Stones hanno sempre interpretato questo materiale povero come un alfabeto di pulsioni, un secchio da calare nel pozzo oscuro e profondo della natura umana. E dunque, in mano loro, un linguaggio innumerevoli volte dato per morto può suonare nuovo come se fosse stato appena inventato, in un colpo di genio e disperazione. E gli Stones, come tutti i grandi artisti, continuano a inventare ciò che hanno già inventato, a scoprire ciò che hanno sempre scoperto. Perché mai dovrebbero andarsene in pensione?" Suggestivo, quasi convincente! Ma andiamo con ordine.
I fattori e i parametri musicali costituenti il "rock" realizzato dagli Stones, sono sicuramente molto, molto limitati.  Gli Stones, come tanti altri (ma ottenendo più successo di altri), sono riusciti efficacemente a sfruttare i costituenti connotativi e quindi altamente espressivi a loro disposizione per concretare la loro "povera" musica. La riproposizione pedissequa di schemi e addirittura delle stesse canzoni, evidenziano e consolidano le percezioni di soggettività espressiva di quella musica, pertanto paradossalmente si inietta intensità e vivacità al comune sentire dei fruitori: ecco come si riesce ad avvincere ancora dopo tanti anni il pubblico. (Perifrasi astute del critico-velinaro: continuano a inventare ciò che hanno già inventato, a scoprire ciò che hanno sempre scoperto; per ammettere che fanno sempre le  stesse cose e nello stesso modo.)
La drammatizzazione dei suoni (chitarre distorte e voce in prima linea), e le piegature delle note ad opera di chitarristi e cantanti rock, concretano incisività, passione, vigoria e individualità, e quindi una sorta di comunicatività; facendo emergere pure il loro STILE/CLICHÉ. Spesso quando c’è pochezza di contenuti ma riconoscibilità si evoca lo STILE/CLICHÉ e tutto si perdona se non addirittura si onora, dando però origine a un circolo vizioso e viziato.

Tuttavia, per antitesi, più si percepisce questa soggettività individuale, più facilmente la MASSA-OGGETTO del pubblico fruitore si immedesima e si identifica. Quindi amare questi TOTEM è semplice: sono oggetti di vincolanti culti adorativi perché capaci di affratellare.
Il linguaggio MINIMO ma NON MORTO del Rock (che possiede un'insita forza), seppur somministrato da ZOMBIE, induce facilmente una potente ed epidermica sensazione energetica al pubblico; il quale evocando quei TOTEM con venerazioni votive  riesuma i suoi zombie realizzando un feedback di mutua sopravvivenza e originando perciò un anello virtualmente eterno. (I linguaggi non muoiono, casomai muoiono o sono morti gli artisti che non sono in grado di generare per mezzo di quel linguaggio opere musicali creative, come gli Stones.)
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I linguaggi non muoiono, casomai muoiono gli artisti che non sono in grado di generare con quel linguaggio opere musicali creative...

In questi casi la musica c'entra marginalmente, l'effetto di retroazione compulsiva e rivitalizzante che si ottiene non è così dissimile da quello che possono indurre altre cause rituali...

 P.S.: I Rolling hanno diffuso addirittura la probabile scaletta di brani del concerto: chissà come mai… Ci vogliono dire qualcosa?
2 Comments
Luca
18/11/2012 21:06:37

Carissimo, riemerso dal mortifero magma della mia indisposizione fisica (per quella mentale non v'è, ahime, rimedio!), non posso far altro che riconoscere la tua, da me sempre riconosciuta, capacità di dar forma a concetti che avevo ben chiari ma che non riuscivo verbalmente a rendere.
Cio' premesso non posso che trovarmi pienamente d' accordo con la definizione di "Totem" da te argutamente fornita. Addolora assistere all' avvilente spettacolo di queste masse inerti ondeggianti dianzi a certi inverecondi simulacri, terrificanti nel loro immobilismo, come umanoidi asserviti al volere di un leader spersonalizzan - schiavizzante. Mi disorienta, vieppiù, la stima goduta da certe personalità del panorama musicale da parte di altri artisti, stavolta con la A maiuscola. Ad exemplum, Keith Richards, tanto per restare in argomento, è considerato un' icona della chitarra rock non solo dai fans del suo gruppo o giù di li ma anche da addetti ai lavori peraltro di ben altra caratura...
Dire che il suddetto ha lanciato alcuni tra i riff piu' storici della musica Rock è come cercare di far passare Madre Teresa di Calcutta per un Tupac amaru.....
Comunque, apro questa mia partecipazione al tuo blog complimentandomi (come usuale) per l' ottima articolazione del tuo sito e per la lucidità d' espressione nelle varie sezioni.
Un abbraccio e a presto....

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carlo pasceri link
19/11/2012 01:52:54

Benvenuto Luca,
grazie dell'attenzione e della stima, ma come dicono quelli bravi, rimani sintonizzato, cosicché potrai dare il tuo contributo per far luce e diffondere un po' di chiarezza e consapevolezza tra quelli che come noi s'interessano davvero di musica (anche stimolando un dibattito).

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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