A volte del brano musicale marca quasi pedissequamente le note fondamentali degli accordi che si susseguono, sovente doppiando il ritmo della cassa della batteria, altre traccia una linea melodica più complessa, altre ancora un vero e proprio motivo-riff.
Dunque il suo ruolo principale è quello di fornire il fondamentale asse di connessione melodica, cui un po’ tutto e tutti si ancorano, tra l’armonia e il ritmo eseguiti spesso da altri strumenti (chitarra, tastiere, batteria ecc.).
Usa il pizzicato a volte in modo così potente da strappare le corde più alte, conferendo un particolare suono; d’altronde adottò sin dai primi anni Settanta anche lo slap. Usa suonare armonici naturali e vibrarli innalzandoli contemporaneamente d’intonazione, come a volte il bending anche sulle note più gravi e molti bicordi.
Le sue linee sono caratteristiche in quanto rapide, serrate; d’altronde è dotato di una grande velocità esecutiva. Altresì è colui che ha inaugurato il doppiare complessi temi e obbligati insieme con tastiere ecc. Pochi hanno avuto l’ardire di seguire queste orme.
Infine la grande bravura al contrabbasso, oltre al suo gran walkin’, usa questo strumento in funzione molto cantabile e lirica sia col pizzicato sia con l’archetto.
Insomma, un bassista (oltre che ottimo compositore) dalla flessibilità eccezionale e l’unico che ha, per così dire, raccolto il testimone di tale grandezza e sapienza, è il bassista-compositore di origine italiana John Patitucci.
Per iniziare a conoscere Stanley Clarke due anni di attività, 1974-’75: consiglio questi brani dove si riscontra gran parte delle caratteristiche, molte nello stesso pezzo, della straordinaria arte di questo poliedrico maestro del basso: Vulcan Worlds, Beyond The Seventh Galaxy, Lupsy Lu, Spanish Phases For Strings & Bass, Silly Putty, Dayride, No mystery, Journey to Love, Song to John (Pt. 2).
Buon ascolto.
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