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Libro Eroi Elettrici

Equinox, il blues "sinistro" di John Coltrane

15/11/2018

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Il percorso "teologico" di John Coltrane è un ritorno a un’origine, a una completezza, alla divinità bianca del primordiale rumore cosmico, che contiene tutto, in uno sprigionamento di incredibile energia. 
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Numerose sono le tappe di questa sua corsa verso il primigenio universo, manifeste affabulazioni di un clamoroso incremento di suoni che si affastellano, prima con schemi matematico-geometrici (come in Giant Steps e A Love Supreme), poi sempre più furenti e quasi caotici (Ascension e Interstellar Space). Ma questa sua cosmogonia sonica passa anche attraverso altri tipi di brani, specie di antitesi di questi.
L’approccio di Coltrane ai pezzi blues rinvia al desiderio di tornare a uno stato d'animo arcaico, come di religiosa e composta pensosità, lontano sia dai blues dolenti o guizzanti sia da quelli armonicamente complicati dei boppers.
Quelli di Coltrane hanno una scrittura e un tono né scabri né contorti, ma asciutti e fluenti.
E, a differenza di molti altri, frequenta parecchio i blues minori, meno tensivi e centrifughi e più rilassati e centripeti di quelli maggiori; sorta di terra di mezzo tra le intime ballad e il resto. Contribuirà a renderli più diffusi nei repertori degli altri musicisti.

Uno dei blues minori più importanti di Coltrane è Equinox, registrato nel 1960 e contenuto nell’album Coltrane’s Sound (pubblicato nel ’64). Cinque note del riff di cui tre ripetute, quattro accordi* e un tema basato su due note, e qualcun’altra che gira intorno.
Dopo una breve introduzione di McCoy Tyner (piano), Jimmy Garrison (contrabbasso) ed Elvin Jones (batteria) di discendenza latin, si stabilizza su una nota fondamentale che evoca un senso di attesa.
Interessante il semplicissimo riff di basso e il ritmo; il tempo è medio-veloce (circa 118 bpm) e il metro per semplicità è da ascrivere a un normalissimo 4/4, tuttavia la pulsazione ritmica è distintamente in 3 (pareggiata al termine) e distribuita su 8/4 totali: 3/8 + 3/8 + 3/4 + 2/4. Peraltro la sensazione è che sia un brano più lento di quel che davvero è, avendo l’accentuazione soprattutto ogni 3 (e non ogni 2 ottavi o 2 quarti come è norma).
Il riff, che martella la nota Do#, prende la rincorsa all’indietro: scende sulla subquarta Sol# che poi sale sulla subseconda (maggiore) La# per risolvere sulla fondamentale (Do#).
Ain’t No Sunhine di Bill Whiters e Tutu di Miles Davis (autore Marcus Miller) sono due tra i più noti brani che sfruttano questo identico movimento (simile anche Whole Lotta Love).
Segue il lento e concentrato tema, fondato sulla nota base (Do#) e pochissime altre che le girano attorno. Qui Coltrane mostra quella sua attitudine a pacate e assorte peregrinazioni, sul registro medio-alto, che rimandano a un predicatore che induce la sua congrega, e che successivamente esprimerà con crescente fervore.
Quindi si procede con due lunghe improvvisazioni, inizia Coltrane; poi cede la ribalta a Tyner, che interviene con una condotta particolare, prevalentemente in modo accordale, ma leggero, specie di generale e sintetica parafrasi del brano. Riesposizione del tema, fine.

Il carattere generale di Equinox è peculiare, alquanto modale e iterativo di tutti gli elementi, oscillante quel tanto che basta da renderlo un po’ ambiguo, iniziatico.
Footprints di Wayne Shorter, un altro standard, peraltro pubblicato prima, sarà il suo degno (e più famoso) erede.
 
*I quattro accordi di Equinox sono due minori (il fondamentale e il suo conforme perno bluesy ovvero DO#m e FA#m9) e due maggiori (gli usuali di cadenza, quindi LA7 e SOL#7).

L'analisi musicale del capolavoro A Love Supreme è inclusa nel libro Dischi da leggere - Collezione n.1.​
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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