Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

John Bonham, 35 colpi di Rock and Roll

2/1/2018

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Nulla in musica è casuale o effetto di qualche fulminazione divina; anche ai più bassi livelli è necessario un progetto e una messa in opera che solo dopo anni di specifico apprendistato cognitivo e strumentistico può produrre decenti risultati.
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Però è fuor di dubbio che il Rock in tal senso è un genere efficientissimo, soprattutto quello a grandissima trazione chitarristica, di derivazione più schiettamente Blues e R&R: con pochissimo si ottiene moltissimo. Impatto formidabile, affascinante.
Il Rock è stato, per questo, terreno di pletore di giovani che con poca istruzione musicale e poca tecnica strumentistica si sono gettati nella mischia, spesso facendo un mucchio di simpatica confusione; talvolta ottenendo apprezzabili risultati. Non pochi tra questi sono stati premiati dall’essere ingaggiati da qualche casa discografica; alcuni hanno avuto successo.
Il Rock, soprattutto di questo tipo, di stile più chitarristico, è poco considerato dai frequentatori di Jazz e Classica. Ha fama di essere tutto istinto e poca pianificazione, suoni e performance tendenti al rumore, trasandato a livello compositivo, insomma, molta fisicità e poco “cervello”. Naturalmente oltre a non esser sempre e soltanto in questo modo, talvolta anche in brani apparentemente più rozzi e “rumorosi” ci sono sorprendenti raffinatezze musicali, spesso non appariscenti.
Sono i Led Zeppelin il gruppo che, tra quelli più famosi, duri e pesanti, più spesso ha inserito sofisticatezze di tutti i tipi. Ce ne siamo occupati nel nostro libro dedicato al loro disco più evoluto: Houses Of The Holy. Qui trattiamo l’intro di batteria di uno dei loro pezzi più celebri: Rock and Roll. ​
Sembra una veloce (circa 172 bpm) ma elementare tirata di batteria charleston-rullante che lancia il tipico riff rock&roll; ma così non è. Infatti, anche un capace musicista a tutta prima (e probabilmente anche dopo) non comprende quando inizia il pezzo (peraltro il riff di chitarra è in levare); è sempre sorprendente. Ha un codice particolare, enigmatico… Dunque se non lo si comprende, addirittura non si riesce a iniziare correttamente il brano.
La metrica complessiva dell’intro di Bonham è di 35/8, e il ritmo è interamente dispari. La pura suddivisione (data dagli accenti) quindi in ottavi (crome) è: 3+5/3+5/3+4/3+2+2/+5. Questo è il codice:
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La più coerente coagulazione metrica in quarti è: 4/4 + 4/4 + 4/4 + 3/4 + 5/8. La sua fondamentale pulsazione accentuale è battere dell’1-levare del 2/ battere 1-levare 2/ battere 1-levare 2-levare 4/ battere 2 e 3 + 5/8.
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Se lo si “sente” a tempo tagliato, ovvero a metà e quindi con una scansione di movimento d’agevolissima velocità (86 bpm), la morfologia ritmica si manifesta più chiaramente in un (quasi ortodosso) groove afro-cubano di metrica dispari: la prima parte in 4/4 con pattern di derivazione montuno; la seconda di 3/4+1/8 (7/8) di un clave con appresso la coda di 5/16 di lancio, una mini rullata per l’entrata. Ciò non vuol dire necessariamente che Bonham abbia voluto consapevolmente suonare un compendio alterato dei classici pattern afro-cubani (e perché no!), ma che di fatto è così.
Addirittura qualcuno può pensare che questa introduzione sia una sorta di casualità in studio, bè, farebbe un torto a Bonham e compagni e a molto del Rock più alto, che non di rado dispensa ponderate raffinatezze (anche armoniche e melodiche), dando così purtroppo ragione a chi considera il Rock solo terreno per musicisti barbari e inetti.
A ulteriore conferma della pianificazione, in tutte le versioni dal vivo di Rock And Roll è presente la stessa introduzione. E dai video a disposizione si nota che i LZ entrano correttamente senza guardarsi, fare cenni ecc.: semplicemente conoscono il complesso codice musicale e si sincronizzano nella sua aritmetica.
Viva il grande Rock. Viva i Led Zeppelin. Viva John Bonham.

​(Peraltro questo ritmo di Bohnam è parente a quello notevole presente nella versione di “Keep A-Knockin'” di Little Richard di 15 anni prima, ma quello suonato dal batterista Charles Connor ha una conformazione ritmico-metrica alquanto diversa, essendo un rapidissimo shuffle, quindi con andamento terzinato, con due movimenti “fuori” che lanciano le quattro misure di 4/4 con tre sincopi: è altra cosa rispetto a quello binario e ricorsivamente dispari di Bonham.)
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P.S. La trascrizione di Rock And Roll delle edizioni Alfred, seppur corretta in termini di suddivisioni ritmiche, semplifica (a livello concettuale e grafico) l’aggregazione metrica, è incongrua relativamente alla simmetria manifestata sin dall’inizio del ritmo (il ricorsivo 3+5, 3+…): “quadrano” il pattern in quattro misure di 4/4, scrivendo i primi 3/8 “fuori” (similarmente al ritmo di “Keep A-Knockin'”, ma questo è giusto considerarlo così). In questa maniera il ritmo di Bonham è, rispetto al fluire dei movimenti di scansione cellulare delle misure, traslato, innaturalmente complicato dagli ulteriori controtempi che si genererebbero. (Divisioni in rosso le nostre, in azzurro quelle Alfred e invalse).
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Dei Led Zeppelin ho analizzato l'album Houses of the Holy. L'analisi è disponibile su monografia dedicata e nella raccolta Dischi da leggere - Collezione n.2
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1 Comment
Marco Pellegrini link
21/2/2020 15:17:50

Grande Carlo

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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