Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Tra le note de "La Mela di Odessa" degli Area

25/6/2019

2 Comments

 
Il primo disco degli Area che ebbi (e che ascoltai) fu Crac. Mi ricordo che oggi come allora era estate, forse del 1980. Loro mi attraevano moltissimo, erano complicati… Però un paio di brani di Crac (o meglio, uno e mezzo) mi sembravano come dei qualsiasi pezzi rock: Gioia e Rivoluzione e la seconda parte de La Mela di Odessa. Non a caso sono in assoluto tra i loro brani più famosi.  
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Gioia e Rivoluzione non mi attirava musicalmente, troppo canzoncina, però “La mela” sì!
Il suo riff mi stregava, tante note (23) ma così cantabile… E siccome ero nell’adolescenza anche per quanto riguardava lo studio musicale, pensai bene di misurarmi con quello che percepivo alla mia portata: mi sbagliavo. Poco ci mancò di esser travolto dalla delusione di non esser stato capace di trascriverlo ed eseguirlo correttamente, di lasciar stare lo studio... 
​Il brano, che dura oltre sei minuti, è nettamente diviso in due parti, la prima è strumentale e complessa e la seconda, quella col riff, lineare e cantata; beh, diciamo con un testo.
La prima principia quasi free, poi Giulio Capiozzo comincia un ritmo terzinato in 2/4 a velocità media (rinforzato dalle percussioni) quasi tribale; poco prima di un minuto entrano le tastiere di Patrizio Fariselli e il contrabbasso di Ares Tavolazzi: il primo esegue un rapido tema scalare ascendente (terzinato), il secondo, in contrasto col ritmo percussivo (e il tema), suona una linea in ottavi binari a mo’ di veloce walkin’ bass. 
Il risultato è tanto aritmeticamente elementare quanto musicalmente efficace perché simultaneamente vi sono due diversi cicli temporali che scorrono: le percussioni ne suonano uno di 6 e il basso uno di 4, un polimetro.
Dopo il tema è Tavolazzi a fraseggiare un po’; si alternano così queste due fasi, a quasi un minuto e mezzo il basso suona un riff terzinato di carattere afrocubano (trascritto sotto), poi un diverso tema questa volta doppiato con la voce di Demetrio Stratos cui segue una risposta melodica strumentale.
​
Poi ancora altri innesti melodici e rapidi unisoni per infine quietarsi… micro pausa, e nuovo riff di tastiere: quello che mi sembrava semplice.
Tante note non scalari e molto sincopate con un’articolazione (principalmente per le prime 8) davvero peculiare: sembrano terzinate a mo’ di “doppio” shuffle (il ritmo hip-hop). In realtà sono più binarie che altro, ma hanno una rapidissima alternanza dinamica tra tenuto e staccatissimo che dona un portamento ritmico molto singolare. E' in 10/4, pertanto è pari, ma certamente non comune (doppiato poi dal basso elettrico). 
Dunque il brano procede con questa sequenza di 10/4 accompagnato da un lineare ritmo di batteria, e si dipana con Stratos che non intona un motivo melodico, ma recita un testo con interazioni di risposte strumentali sovente sardoniche che rammentano sia nell’intento sia nel linguaggio musicale usato, come d’altronde anche nella prima parte (e qua e là nell’intero disco), Frank Zappa. 
Negli anni seguenti completai la conoscenza di questo magnifico gruppo coi loro formidabili musicisti, acquistai tutti i loro dischi, anche i bootleg. E ho scoperto che Crac, seppur notevolissimo, non è il loro miglior disco; tuttavia è il mio preferito. Chissà perché…
​
Il riff basilare di tutta la seconda parte del brano (velocità circa 100 bpm) è basato su una scala minore pentatonica (con 3 e 6 maggiori di passaggio) la particolare articolazione in special modo delle prime 8 note, alternando tenuto e staccatissimo, offre un peculiare andamento, quasi shuffle.
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Questo è invece il riff della prima parte del brano (esprime un’armonia di DO sus4/7) innestato qua e là; la prima apparizione a circa 1’30”, suonato solo dal contrabbasso, in seguito doppiato dal pianoforte e chitarra elettrica (la velocità è circa 92 bpm) ​
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2 Comments
Luciano
5/12/2019 19:53:15

Gli Areaaaaa..mitico gruppo italiano prog rock e sperimentale.. Io da batterista ammiro Giulio Capiozzo, ma anche la maestria dei compagni.. Demetrio tra i migliori cantanti di sempre.. Ares, Paolo e Patrizio altri grandi musicisti e belle persone.. Grazie mille anche a te, Carlo, per aver spiegato nei dettagli il brano

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Fabio Lingua
15/6/2021 23:01:42

Nervi Scoperti il brano top dell' album , tutto strumentale , vagamente alla W.R. , lo adoro . Li ho visti 3 volte due con Demetrio e una senza , Fariselli senza dubbio la loro principale anima compositiva . Il nostro miglior gruppo di quegli anni meravigliosi . Come album il mio preferito rimane Arbeit macht frei con Victor Busnello che esegue soli strepitosi !

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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