Il suo riff mi stregava, tante note (23) ma così cantabile… E siccome ero nell’adolescenza anche per quanto riguardava lo studio musicale, pensai bene di misurarmi con quello che percepivo alla mia portata: mi sbagliavo. Poco ci mancò di esser travolto dalla delusione di non esser stato capace di trascriverlo ed eseguirlo correttamente, di lasciar stare lo studio...
Il risultato è tanto aritmeticamente elementare quanto musicalmente efficace perché simultaneamente vi sono due diversi cicli temporali che scorrono: le percussioni ne suonano uno di 6 e il basso uno di 4, un polimetro.
Dopo il tema è Tavolazzi a fraseggiare un po’; si alternano così queste due fasi, a quasi un minuto e mezzo il basso suona un riff terzinato di carattere afrocubano (trascritto sotto), poi un diverso tema questa volta doppiato con la voce di Demetrio Stratos cui segue una risposta melodica strumentale.
Poi ancora altri innesti melodici e rapidi unisoni per infine quietarsi… micro pausa, e nuovo riff di tastiere: quello che mi sembrava semplice.
Tante note non scalari e molto sincopate con un’articolazione (principalmente per le prime 8) davvero peculiare: sembrano terzinate a mo’ di “doppio” shuffle (il ritmo hip-hop). In realtà sono più binarie che altro, ma hanno una rapidissima alternanza dinamica tra tenuto e staccatissimo che dona un portamento ritmico molto singolare. E' in 10/4, pertanto è pari, ma certamente non comune (doppiato poi dal basso elettrico).
Dunque il brano procede con questa sequenza di 10/4 accompagnato da un lineare ritmo di batteria, e si dipana con Stratos che non intona un motivo melodico, ma recita un testo con interazioni di risposte strumentali sovente sardoniche che rammentano sia nell’intento sia nel linguaggio musicale usato, come d’altronde anche nella prima parte (e qua e là nell’intero disco), Frank Zappa.
Negli anni seguenti completai la conoscenza di questo magnifico gruppo coi loro formidabili musicisti, acquistai tutti i loro dischi, anche i bootleg. E ho scoperto che Crac, seppur notevolissimo, non è il loro miglior disco; tuttavia è il mio preferito. Chissà perché…
Il riff basilare di tutta la seconda parte del brano (velocità circa 100 bpm) è basato su una scala minore pentatonica (con 3 e 6 maggiori di passaggio) la particolare articolazione in special modo delle prime 8 note, alternando tenuto e staccatissimo, offre un peculiare andamento, quasi shuffle.