Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Scuola musicale di Canterbury, un falso mito rock

30/11/2016

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Ogni tanto conviene tentare di fare chiarezza, aggirandosi tra le varie leggende che circolano da decenni nel mondo del Rock; saghe che alimentano mal comprensioni di cosa è il Rock, da cosa è formato, musicalmente intendendo. In special modo ne soffre il Progressive e dintorni…
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In passato abbiamo già affrontato il concetto di psichedelia, e mostrato come sia scorretto correlare questo termine a un genere o a un qualcosa di endemico del Rock; eventualmente da associarlo a un connotativo stilema inter-genere definito da alcune caratteristiche soniche. 
Nulla più di un approccio di coloritura e percezione che s’induceva mediante qualche effetto elettronico. A volte psichedelico è associato a canterburiano e allora… E allora vediamo da cosa deriva quest’altro aggettivo.
​
È opinione diffusa che nel Rock esista una scuola musicale detta di Canterbury, dunque se non un genere, almeno un preciso stile musicale che avrebbe caratterizzato uno dei periodi più notevoli in assoluto ovvero quello che addirittura avrebbe dato i natali al Progressive tra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70.
​
No, non c’è una scuola né uno stile canterburiano, non ci sono elementi che denotino questo supposto istituto musicale.
Se per comodità con canterburiano ci si può riferire a quello che dopo la metà degli anni ’60 un gruppo di ragazzi, nella città di Canterbury, ha costituito sorta di laboratorio musicale, in quanto ad adolescenziali motivazioni e mescolanze tra loro, comuni interessi artistici nel fare musica che fosse creativa ecc., ciò non consente di trarne elementi comuni tali da poterne individuare un compiuto stile, scuola o quant’altro si propini in tal senso come successive conseguenze musicali.
Infatti, quella sorta di laboratorio chiamato poi Wilde Flowers, attorno al quale si sono riuniti alcuni tra i più notevoli nomi (Robert Wyatt, Daevid Allen, Pye Hastings, Kevin Ayers, le coppie di parenti Sinclair e Hopper…), in seguito hanno dato vita ai Caravan, Soft Machine e Gong, e ai loro successivi laterali (il grande Steve Hillage era nei dintorni) ed epigoni. Ma non ha dato esiti comuni, né in senso di contenuti né di forma.

Quel che diffusamente è inteso e propalato come musiche canterburiane è dato da sonorità morbide e pulite, quasi arcadiche, prodigate soprattutto dall’uso di timbri e strumenti come flauto e organo con progressioni di accordi tonali e modulanti e melodie alquanto sinuose, con il cantato garbato: ma è la descrizione dei Caravan! Non si riscontrano queste caratteristiche nei Soft Machine o nei Gong; ne hanno ben altre…
Insomma, che siano i Genesis o Camel o altri che hanno a volte esplicitamente alcune di queste caratteristiche, non hanno tanto generiche discendenze canterburiane quanto più precisamente caravaniane. Semplice!
 
P.S. Sì sì lo so, è più facile approssimare e affagottare tutto, confondendo; più affascinante, e quindi vendibile, rimandare le nette discendenze caravaniane a una nebulosa e mitica scuola canterburiana…

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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