Carlo Pasceri
  • HOME
  • BLOG
  • SHOP
  • BIOGRAFIA
  • DISCOGRAFIA
    • Curvatura 9
    • Cannibali Alchimie
    • No Gravity
    • Real Koob
    • Blue Challenge
  • PUBBLICAZIONI
    • Libri
    • Riviste musicali
    • Jazzitalia
  • DIDATTICA
    • Corso "Tecnica Audio"
    • Seminario "Percorsi Melodici"
  • STRUMENTAZIONE
  • MEDIA
    • Audio
    • Video
    • Foto
  • CONTATTI
Libro Eroi Elettrici

Red Clay di Freddie Hubbard... e il Jazz trova nuove strade

10/11/2018

0 Commenti

 
In America, si sa, l’ibridazione è di casa. E (segnatamente negli USA) uno degli esiti è stato la nascita nel Novecento del Jazz e del Blues. Successivamente è capitato che il Jazz e il Blues siano ulteriormente mutati fondendosi con altro; e tra loro.
Foto
Sono sorti altri generi e stili pure alquanto popolari cantati e ballerecci (R&B, Soul, R'n'R, Funk), e una somma condensazione di ciò, prevalentemente strumentale e “di ascolto”, è stata la Fusion, che a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 ha vissuto il suo parabolico decennio.
Il suo “concepimento” è stato negli anni ’60 per opera di eminenti jazzisti che hanno tentato alcune particolari mescolanze, pure stimolati dalla nascita dell’elettrico Rock (e dal suo enorme successo) e quindi da alcuni produttori musicali.
Il più importante di questi fu Creed Taylor, che dopo aver lavorato in case discografiche come la Verve e la A&M, ne ha fondata una propria: la CTI (Creed Taylor Inc.).

Dunque, pur considerando che sul finire degli anni ’60 ci furono alcuni ottimi dischi di fusione*, nel gennaio del 1970 si riuniranno quattro giovani leoni del Jazz moderno per registrare in tre giorni una tappa fondamentale di una ulteriore ibridazione del Jazz: per Red Clay Freddie Hubbard chiamò a sé Herbie Hancock (piano elettrico e organo), Ron Carter (basso elettrico e contrabbasso) e Joe Henderson (sax tenore e flauto); sembra che avrebbe dovuto esserci Tony Williams alla batteria, ma declinò l’offerta e raccomandò l’impiego di un appena ventenne: Lenny White.
Red Clay, rispetto ad altri dischi di questo particolare tipo di crossover musicale, sorta di “neo-jazz” che in quegli anni stava maturando, non è l’alto esercizio di maestri improvvisatori che un po’ elettrificatosi applicano meccanici ritmi binari a strutture armonico-melodiche di stampo modale oppure blues; e nemmeno sfrutta l’adattamento di qualche canzone pop o rock.
Foto
Red Clay è un’opera eterogenea che evita la maggior parte di quegli elementi compositivi e conseguenti cliché: Hubbard e i suoi innestano in un tessuto originario di semplici temi di natura hard-bop e relative serie di accordi (si riconosce nel pezzo Red Clay lo sfruttamento di quella di Sunny), un linguaggio preminentemente ritmico e sincopato; quindi tutte le componenti compositive, melodiche (i temi spesso armonizzati dei fiati), armoniche (gli accordi di Hancock) e prettamente ritmiche (le scansioni propulsive di White), modellano una musica dal sapore diverso rispetto alle coeve opere crossover.
È una sintesi che in quattro lunghi brani, oltre a improvvisazioni magistrali da parte di tutti, prevede ritmi funky (Red Clay), jazz-valzer e binari terzinati (Delphia), swing da medi a rapidissimi (Intrepid Fox e Suite Sioux), pure con modernissime quanto precisissime polimetrie (White nel finale di Suite Sioux). Peraltro si ha pressoché tutto questo inserito, in modo fluidissimo, nei circa otto minuti di Suite Sioux.
Insomma, l’importanza di Red Clay è di aver fornito ai susseguenti artisti interessati all’estrema ibridazione dei generi una piattaforma ulteriore per innalzare il Jazz e dintorni**, che poi sarà chiamata Fusion.
Va da sé che un plauso particolare merita Lenny White, che si dimostrò all’altezza della situazione, fornendo impulsi tanto precisi quanto duttili ed elastici: oltre alla già citata Suite Sioux, lo scioltissimo swing di Intrepid Fox e il particolare groove binario di Red Clay, apparentemente semplicissimo, che tra rivoltamenti, raddoppi di tempi e gli inserimenti di rapidissimi ornamenti terzinati sul rullante, deve aver dato soddisfazione al nume tutelare Tony Williams per averlo raccomandato al suo posto.             
 
​
* Di là dei fondamentali Crusaders (all’epoca The Jazz Crusaders), tra i nomi che iniziavano a imporsi in questo particolare crossover musicale c’era quello del vibrafonista Roy Ayers, nel 1969 pubblicò l’ottimo “Duddy Bug and the friends”. Per tutti gli anni ’70 dette alle stampe notevoli dischi di carattere fusion, una deriva easy qua e là cantata e quasi ballereccia, precorritrice dell’acid jazz degli anni ’90.

**Purtroppo nel versante Rock non c’è stata una fronda di musicisti in grado di ibridarsi in questo modo: sarebbe stato un ulteriore passo in avanti per la musica moderna.
0 Commenti

Il tuo commento verrà pubblicato subito dopo essere stato approvato.


Lascia una Risposta.

    Immagine
    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


    Foto
    TEORIA MUSICALE
    Foto

    Archivio

    Aprile 2025
    Marzo 2025
    Febbraio 2025
    Gennaio 2025
    Dicembre 2024
    Novembre 2024
    Ottobre 2024
    Settembre 2024
    Agosto 2024
    Luglio 2024
    Giugno 2024
    Maggio 2024
    Aprile 2024
    Marzo 2024
    Febbraio 2024
    Gennaio 2024
    Dicembre 2023
    Novembre 2023
    Luglio 2023
    Maggio 2023
    Aprile 2023
    Marzo 2023
    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Agosto 2022
    Dicembre 2021
    Maggio 2021
    Marzo 2021
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Settembre 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Settembre 2013
    Luglio 2013
    Maggio 2013
    Marzo 2013
    Febbraio 2013
    Gennaio 2013
    Dicembre 2012
    Novembre 2012
    Ottobre 2012
    Settembre 2012

    Feed RSS

    Categorie

    Tutti
    Afrobeat
    Analisi Musicale
    AOR
    Basso
    Batteria
    Blues
    Cantanti
    Cantautori
    Cd
    Chitarra
    Classica
    Critica
    Dischi Da Leggere
    Eroi Elettrici
    Folk
    Funk
    Fusion
    Hard Rock
    Heavy Metal
    HiFi
    Hip Hop
    Jazz
    Jazz Rock
    Jazz-rock
    Krautrock
    Libri
    Libro
    New Age
    Pensieri
    Pianoforte
    Pop
    Progressive
    Punk
    Rap
    Recensione
    Rhythm And Blues
    Ritmo
    Rock
    Rock'n'roll
    Soul
    Storia Musicale
    Tecnica
    Tecnologia Musicale
    Tecnologie
    Teoria Musicale
    Vinile
    World Music

   Home   Blog   Biografia   Discografia    Shop   Didattica   Pubblicazioni    Strumentazione   Media   Contatti   

© Carlo Pasceri - E' vietata qualsiasi riproduzione anche parziale - Risoluzione minima 1024x768

designed by ALi

Basato su tecnologia Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.