Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Musica: ascoltare, percepire, comprendere...

23/11/2015

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Quando ascolta musica, il fruitore comunemente si avvale di questi parametri:
  • dinamiche d’intensità (volumi grandi-medi-piccoli e loro articolazione di attacco e decadimento)
  • velocità (lo scorrere dei suoni sia in senso assoluto sia relativo)
  • tessiture di frequenze d’intervento degli strumenti (registri bassi-medi-alti)
  • timbri (la colorazione chiara/media/scura)
In più si possono avvertire quantità (piccole-medie-grandi) di eventi sonori e quali siano gli strumenti che li emettono, oltre alla struttura di un brano.
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Tanto per capirci, ciò corrisponde ad ascoltare qualcuno che parla con un personale timbro di voce, piano-forte, veloce–lento, insomma con un caratteristico ritmo e articolazione, quindi a percepirne inflessioni e intonazioni, ma in una lingua che non si conosce e pertanto non capirne il contenuto.
Se non si possiede un’istruzione specifica e non la si correla adeguatamente, il discorso musicale non lo si comprende; almeno parzialmente lo si potrà apprendere solo se qualcuno che conosce molto profondamente la grammatica di quella lingua con i vari vocabolari, lessici, sintassi, frasi idiomatiche ecc., lo traduce e spiega.
Le esperienze di ascolto accumulate negli anni possono far sì di presumere il riconoscimento di alcune forme catalogate (da altri) o comunque approssimativamente schematizzabili in generi e stili che, al netto dei propri gusti (spesso formati tramite queste empiriche esperienze senza però averle sviluppate in apprendimento informativo e magari evolute in istruzione formativa), fa pensare di comprendere la musica sia in senso relativo sia assoluto.
Il gusto che si usa per decidere se quell’evento musicale sia gradevole o meno dalla sua superfice di tono senza comprenderne il contenuto (determinato da precisa grammatica) può senza dubbio andar bene se poi non si ha pretesa di determinare qualità intrinseche ed estrinseche di ciò che si è ascoltato.
Le qualità, in questo senso, si possono determinare solo se si riesce a correlare correttamente le proprie competenze specifiche, che devono riguardare tanto la grammatica musicale quanto la Storia musicale.
​

Questa la necessaria premessa, per arrivare al punto.
​

Molti "esperti" altro non sono che esperti ascoltatori che percepiscono solo affabulazioni sonore senza comprendere né l’origine né il significato della musica.

Molti cosiddetti esperti che hanno riempito libri, riviste e Internet con loro considerazioni, giudizi e quant’altro sono solo degli esperti ascoltatori di discorsi che percepiscono solo come affabulazioni sonore senza comprenderne né l’origine né il significato; al massimo qualche parola qua e là ma che non riescono a connettere con altre, figuriamoci con tutto il resto... In sostanza non sono molto differenti da un qualsiasi ascoltatore di musica.
Ciononostante, oltre episodi e circostanze superficiali, tentano pure di tracciare genesi e sviluppi di generi e stili, e appena cercano di spingersi un po’ in profondità, non riescono ad andare oltre a patetici arrampicamenti sugli specchi, asserzioni che generano confusione che, appena ci si sofferma un attimo a pensarci, si moltiplica…
Da sempre mi rammarico per un’approssimazione pressoché totale da parte di cosiddetti critici ed esperti musicali; già in un mio vecchio articolo pubblicato qui e poi in ordine sparso, compreso l’incipit del mio ultimo scritto pubblicato sui Deep Purple.
​Per ovvi motivi faccio ricerche e spesso m’imbatto non solo in grossolanità ma pure in brutali errori: che provengano dall’alveo della musica accademica, alta e ortodossa, o quella Jazz, Rock e tutti i loro dintorni, che siano di decenni fa o dell’altro giorno, la “musica” non cambia… Nella maggior parte dei casi questi tipi si limitano a esibire le loro preziosissime sensazioni e, ogni tanto, aggiungono qualche timida descrizione del divenire musicale a fronte della loro discutibile percezione; a volte qualcuno si avventura sui crinali impervi della grammatica e del linguaggio musicale, e allora…
Di certo non vado alla ricerca spasmodica di idiozie altrui, non sono un distruttore, sono un costruttore, tanto che pubblico mie cose, solo che a volte non posso fare a meno di farle notare.
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Questa pagina a sinistra è tratta da un libro dedicato interamente ai King Crimson nel quale, capitolo per capitolo, si affrontano i loro dischi a tutto tondo: l’autore oltre alle solite digressioni aneddotiche, su testi e copertine, ammanta tutto di perline tecniche posizionate ad arte. Questa paginetta non è un’eccezione, tutto il libro è in sostanza composto in tal modo, questa ha attirato di più la mia attenzione perché appena un po’ più pregna d’informazioni di grammatica musicale.
L’autore afferma che nel brano “The Talking Drum” il violinista e il chitarrista usano la scala La Misolidia. Poi, a proposito del pezzo “Larks' Tongues In Aspic (Pt.2)”, che il riff di chitarra è in 9/4.
No. L’intero pezzo “The Talking Drum” è suonato dal violinista (Cross) e il chitarrista (Fripp) su una scala molto, ma molto diversa dalla Misolidia: innanzitutto non è una scala eptafonica (7 note) ma octofonica (8), e ha una struttura che appunto ne determina quel carattere esotico-etnico che si percepisce chiaramente: è chiamata Frigia Spagnola o Flamenco (di chiara derivazione araba).
È impossibile riuscire a donare quel sapore a tutti quegli interventi di Cross e Fripp con una scala Misolidia essendo, di là del numero di note, strutturata in modo (è proprio il caso di dirlo) del tutto differente da quella che loro usano davvero. (Qui qualche informazione in tal senso)
Passiamo a Larks': bè chiamare semplificazione e approssimazione quel laconico 9/4 buttato lì a fronte di una composizione metrica molto più complessa, è poco: è un ulteriore errore che fa, come gli altri, un cattivo servizio a tutti, compresi gli autori di quelle musiche.

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Nella pagina di destra del mio blocco notes
la metrica del brano Larks' Tongues in Aspic 
​(cllica sulla foto per ingrandirla)
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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