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Libro Eroi Elettrici

I critici: sacerdoti dell'arte

10/11/2012

7 Commenti

 
Le persone che contribuiscono alla nostra CULTURA, dovrebbero avere vocazioni e perizie superiori; ma si riscontra che superiori (di solito), sono solo le loro capacità di premuroso affaccendamento per mantenere quel loro impiego. Infatti, sono spesso dei dilettanti presuntuosamente sapienti, bravi solo a fare “fumo”, pure di non difficile emulazione: basta navigare tra i vari siti Internet, forum, blog ecc., per scoprire quanti sono quelli che riescono a imitare le loro nebbiose prodezze letterarie.
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I cosiddetti critici o esperti d’arte sono persone che devono esaminare e giudicare lavori di altri. Lavori che spesso sono frutti di mesi di assiduo impegno pratico dopo anni d’indispensabili studi: le recensioni di tali opere talvolta mi fanno sorridere e talvolta mi fanno arrabbiare.
Questi critici non hanno gli strumenti concettuali, tecnici e metodologici adatti per conseguire una visione chiara dei meccanismi della musica e renderne poi conto: sarebbe necessario un riassetto dell’intero campo degli studi musicologici. Gli esperti in certe circostanze fanno dello sterile nozionismo storico e dell'aneddotica (magari cronologica); arrivano calligraficamente a relazionare di minuzie eventualità di questo o quel passaggio musicale. Quasi sempre si abbandonano a mistiche descrizioni ornamentali, inzuppate di prose enfatiche, ampollose e ridondanti, presuntuosamente imitative delle opere. Questi presunti esperti presumono continuamente.

Questi scrittori concatenano una spropositata sequela di aggettivi e attributi producendo così tanto fumo e poco arrosto nella cucina del fruitore che voglia davvero intendere di un’opera e di un artista.
I critici sono dei professionisti delle circonlocuzioni iperboliche: quando incaricati di informare e relazionare di qualche opera, sembrano in un perenne stato di difficoltà, manifestando le LORO CRISI con prose fantasmagoriche. Questi esperti critici molto sbigottiscono e poco spiegano.
I critici o esperti d’arte non devono solo indicare i caratteri connotativi di presunte espressioni artistiche, ma fare pure analisi tecniche e storiche; se si limitano a suggerire di soggettivi “sentimenti sensazionali”, descrivendo così solo quello che susciterebbe la sintesi (l’opera), compiono solo un’arbitraria esplorazione di superficie.
Alcuni articoli tratti dal Corriere della Sera
Il critico deve essere in grado di conseguire, da un'indagine di un’opera (sintesi), un’analisi il più possibile precisa e oggettiva e con relazioni estese, profonde e cronologiche delle passate opere realizzate. Infatti, questi esperti devono SAPER tecnicamente SCOMPORRE l'opera dagli elementi che la compongono, per identificare i parametri che la qualificano e quindi valutarli accuratamente. Poi (dopo aver “ricomposto” l’opera), devono confrontarla con tutto quello prodotto fino ad allora, per stabilire se abbia o meno dei caratteri innovativi e fornire così una completa informazione di tutto ciò. Ne consegue che devono anche avere un’adeguata conoscenza storica della disciplina artistica in esame. Insomma, il critico deve avere una rigorosa istruzione sia tecnica sia storica. Dopo si può dilettare di descrivere l’opera pure dilettando.

I critici lusingano i lettori somministrando recensioni come opere nelle opere, somigliando sempre più a millantatori di sensibilità...

Questi esperti non avendo (o usando) criteri normativi oggettivi, storici e tecnici di valutazioni, non propongono al fruitore scale di valori e soluzioni analitiche condivisibili che possano far davvero intendere (conoscere) nel presente, per poi discernere (riconoscere) nel futuro (con corrette cognizioni di cause) le sintesi dei compositori.
Dunque i critici non valutano oggettivamente le opere e non forniscono né direzioni né approfondimenti: questo difetto di contenuti nei loro scritti causa nei lettori scorrette percezioni e deduzioni dell'arte, in genere, e delle opere in particolare.
I critici spendono tutto il loro sapere e la loro passione sforzandosi di affabulare prose, tese a evocare al fruitore emanazioni di sentimenti, degustazioni di profumi e aromi, rivelando potentemente mistiche spesso non oggettivamente presenti nell'opera; loro vagheggiano di rivelazioni che rappresentano scenari, colpendo così l'emotività dei fruitori, seducendoli.  Cercano di affascinare suggerendo cose tanto arbitrarie quanto utili per indurre le persone solo di essere intrattenute e dilettate dall'opera: suscitano un epidermico interesse e un’intima illusione di averla compresa. Da questi divulgatori di amenità sulle opere, non si ricevono delle serie estetiche da cui partire per comprenderle e custodirle, ma solo esternazioni estetizzanti cui arrivare per accarezzarle e consumarle.
Lusingano somministrando recensioni come opere nelle opere; e il lettore devoto, avendo fede nell'esperto d'arte, dopo la liturgia eucaristica, misticamente accetta l'ostia della comunione che lo avvicinerà all'artista creatore.
Questi esperti prosatori assomigliano sempre più a dei millantatori di sensibilità, a dei moderni sciamani ossia a dei mediatori tra le creazioni e l’uomo comune, giungendo attraverso la loro mimesi “poetica” quasi a impersonare i creatori. 
Sono i SACERDOTI DELL'ARTE. 
7 Commenti
frank zappa
10/11/2012 10:10:09

parlare di musica è come ballare sull'architettura

Risposta
Carlo Pasceri link
10/11/2012 12:04:28

Benvenuto frank zappa,
ma in che senso è assurdo e inutile? E per chi?
Per questi critici e per chi li legge sicuramente SI'. In assoluto, NO!
La visione romantica del compositore o esecutore in piena trance emotiva-creativa-espressiva, data da chissà quale ispirazione e suggestione mistica-sentimentale, è molto riduttiva e soprattutto inesatta.
La musica, quella più alta, non funziona così.
Gioia profondissima è destinata a chi conosce le regole che governano le sue peculiarità.
La musica (e l’arte) s’impara moltissimo sui libri (lo stesso vale per una disciplina artistica qualsiasi), dunque, per chi ha studiato, sarà possibile trasmettere “come funziona”!
Il fatto che la musica sia un ente che non vediamo e che sembra magico (in parte lo è ma non perché è invisibile), non ci deve portare a pensare che sia una cosa alla quale abbandonarsi incondizionatamente, se vogliamo davvero capirla...

Risposta
amico di frank zappa
11/11/2012 07:55:41

la musica si vive. forse non tutti lo possono capire...
non sto "contro" il tuo pensiero, ma contro le parole. come puoi criticare il sangue che scorre nelle tue vene? ripeto, non tutti riescono ad avvicinarsi a questo "modo" (musicisti, critici. audience). studi musica=studi te stesso (IL Mistero). secondo molti però si vive per degli additivi...

Risposta
Carlo Pasceri link
11/11/2012 23:11:30

Caro amico di frank zappa,
prima di diventare liquido organico la musica è energia che flutta nell'aria; magari è interessante sapere come è fatta e come funziona.
Naturalmente se vuoi solo cantar alla luna, va bene, ma attento a quando è piena...

Risposta
Carlo Pasceri link
14/11/2012 02:40:33

Ho deciso di rimuovere un commento pubblicato ieri dell’“amico del cugino di frank zappa”, che era solo ironico e deridente, ma non era costruttivo: ben vengano opinioni DIVERSE, ma ARGOMENTATE, non voglio ospitare SOLO anonimi sarcasmi .
Frank Zappa PRIMA era un grande artista e pensatore musicale, e poi (ogni tanto) si permetteva di fare del sarcasmo, pure feroce.
Oggi in giro c’è solo dell’ironia schernente da cabaret; POI nulla.

Risposta
lucio angeloni
24/4/2013 08:43:50

Grande e vecchio amico e' un piacere leggerti. Avanti cosi!

Risposta
carlo pasceri
24/4/2013 22:50:46

Carissimo Lucio,
la gioia che mi dà leggere anche solo una tua mezza riga, forse non lo puoi nemmeno immaginare.
Grazie dell'incoraggiamento, è uno squarcio di luce in questi tempi bui... Dai, allarga questo spiraglio.
Grande e indimenticabile AMICO...

Risposta

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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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