Oltre una pregevole inventiva, Halsall aveva dei fondamentali tecnici solidissimi (plettrato, bending e timing), un fluidissimo e insistito legato col suono distorto che, insieme ad un’eccellente rapidità, faceva sembrare le sue lunghe frasi come quelle di un agilissimo flauto o sax soprano.
Tecnica e sonorità che oggi sono diventate patrimonio acquisito dei chitarristi grazie al gigante Allan Holdsworth che le ha grandemente esplorate e sofisticate.
Allorquando nei soli decideva di accelerare con le sue fluidissime e inusitate frasi non erano mai pretestuose, non c'era frattura musicale, esibizione tecnica, lo faceva con immenso gusto sovente fondendo in modo magistrale il linguaggio rock-blues con quello suo così originale vagamente mutuato dagli sheets of sound di Coltrane; basti ascoltare nell'album d'esordio (1970) del suo gruppo Patto l'intervento (da 1'30") nel pezzo di rock alquanto ortodosso Red Glow: specie di Clapton miscelato a Holdsworth...
Personalità musicale unica, non può che rammaricare che la cometa Ollie Halsall sia scomparsa troppo presto.
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Su chitarra e chitarristi elettrici ho pubblicato il libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra