Ciò mi ha spinto ad omaggiare il mio antico amore per loro con una breve analisi del brano hit di questo quintetto formato da quattro jazzisti e un rocker (con studi adolescenziali di chitarra classica).
Via Beato Angelico è esattamente a metà del loro percorso artistico iniziato discograficamente nel 1972 e terminato nel 1976.
Cinque anni per cinque dischi (postumi due live); con la parabola più valida costituita dai tre centrali, con l'apicale Geneaologia del 1974 che contiene questo brano, che fu per loro una sorta di piccolo spartiacque.
Il gruppo era formato dal fondatore e principale compositore Giovanni Tommaso (basso elettrico, contrabbasso, voce e sinth), da Tony Sidney (chitarra elettrica, acustica e classica), Bruno Biriaco (batteria), Claudio Fasoli (sax soprano, alto e tenore), Franco D'Andrea (pianoforte e piano elettrico).
Una delle caratteristiche dei Perigeo era il continuo uso di contrappesi compositivi e operativi: da una parte la cantabilità (usata talvolta proprio la voce) e l’estrema reiterazione di semplicissimi moduli (riff, accordi, ritmi, sezioni), dall’altra sperimentazioni timbriche e di azioni collettive quasi free. E ancora, da una parte semplicissimi motivi melodici e atmosfere soniche suggestive, quasi da colonna sonora, dall’altra improvvisazioni con linguaggi di Jazz moderno (soprattutto gli anni sessanta di Coltrane e non solo Fasoli, pure D’Andrea: era molto influenzato da McCoy Tyner per l’esteso uso di armonie quartali e scale pentatoniche).
Poi a volte l’impiego del contrabbasso con l’archetto di Tommaso quasi post-cameristico e la furia elettrica (perfettamente incanalata nel discorso musicale) di Sidney. Eccellenti equilibri.
Anche Via Beato Angelico è un ottimo esempio di calibrature di contrasti.
La seconda parte è subito caratterizzata da un festoso tema pentatonico segmentato in tre porzioni asimmetriche (A, B e C), ripetuto, breve assolo di chitarra elettrica, ripresa del tema, fine.
La prima parte principia con una veloce oscillazione di suoni di sinth, quasi dei cinguettii, gorgoglianti…
Si sovrappone subito una linea sincopata di chitarra acustica (sarà l’incipit del segmento A della seconda parte), poi il sax (ancor più sincopato), dopo il piano che esegue una simmetrica polimetria (6 su 4) ed è l’unico sul tempo “giusto”: il primo movimento in battere.
Un accumulo di minimalismo sonoro in media-alta frequenza frantumato a 49” dalla poderosa entrata di una tanto concisa quanto aggressiva parte melodica doppiata (sinth - basso+chitarra) in media--bassa frequenza rinforzata dall'unisono dei tamburi di Biriaco, caratterizzata da formidabili colpi di gong pesantemente manipolati in studio (prevalente l'effetto phasing), che crea un radicale contrasto tra il ciclico e delicato proliferare seminale e terragno dei 3 motivi melodici acustici, col suo iper elettrico, fantascientifico, attacco tribal-tech.
Dopo circa un minuto e mezzo tramonta il tutto, rimangono cinguettii e gorgoglii sintetici, ed emerge il meraviglioso piano elettrico di D’Andrea che lavora sul registro medio-alto e che, vuoi per le armonie vuoi per gli effetti usati (prevalente l'echoplex), si conferma essere l’asso nella manica dei Perigeo: è colui che più ha caratterizzato (sia nei contenuti sia timbricamente) il gruppo. Insostituibile.
La seconda parte inizia con due accordi reiterati (tempo medio-veloce) del piano elettrico nel registro medio-basso nudo e crudo (tanto per bilanciare…), segue la ritmica semplicissima e mitigata di basso e batteria, con in evidenza la parte di congas (suonate da Mandrake – al secolo Ivanir do Nascimento).
Poi il tema A (4 misure) esposto da chitarra elettrica e sinth; tutto su coordinate latino-americane.
A 2’58” segmento B (6 misure) con l’entrata del sax soprano che doppia la chitarra e il sinth che “risponde” segue (a 3'09") C (chitarra-sax) di 3 misure. Si replica, però col C ampliato (unisono anche sinth) da una ripetizione e un’appendice (8 misure). Breve assolo teso ed efficace di Sidney (contrappuntato dalle lunghe note di Fasoli), ripresa di A, B, C appena variato, conclusione... però su una nota che non è quella di "riposo"; come se alla fine di una movimentata giornata non si tornasse a casa...
Ecco cosa sono i Perigeo, e in genere tutta la musica d’arte: anche per il suo brano hit, quello d’impatto e facile presa, ha dispiegato un’importante serie di peculiarità, di doppio codice di lettura e percezione: solo i grandi artisti sono capaci di questo.