Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

So What: una gemma "incompresa"

18/12/2012

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Anche nel caso di critici ed esperti musicali, autori di sobri e pratici studi e non di sacerdotali passi liturgici, si constata la solita approssimazione. 
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Nella fattispecie stiamo parlando di autori d’importanti libri dedicati a Miles Davis, e non di articoli su giornali o diffusi in Internet: sono noti e titolati professionisti del settore.  ​​​
So What è il brano più famoso di Miles Davis e uno dei più celebri dell’intero genere Jazz. Fu registrato e pubblicato nel 1959 e contenuto nel bellissimo disco Kind of Blue. È stato da sempre studiato da musicisti ed esperti per la sua peculiarità stilistica e di contenuti: è ritenuto la scintilla della svolta epocale modale nell’ambito Jazz, un manifesto.                                                                     
Vediamo cosa hanno scovato, e pertanto scritto, i vari esperti su questa gemma musicale.
​
Ian Carr (Miles Davis. Una Biografia Critica - Arcana editrice, 1982)
Estratto da pag. 139: Il pezzo di esordio, So What, stabilisce subito il clima, l’umore di Kind of Blue. Bill Evans suona una tranquilla introduzione, scegliendo le voci degli accordi con stile impressionistico; il basso esegue un riff melodico e il resto del sestetto replica a ognuna delle frasi con una lamentosa figura di due note, con armonia in tre parti. (TUTTO QUI…?!)

Luca Cerchiari (Miles Davis Dal bebop al jazz-rock - Mondadori editore, 2001)
Estratto da pag. 116: So What, in forma AABA, alterna il re dorico (A) al mi bemolle dorico (B), congiunti dall’intervallo di semitono. E’ manifesto il fatto che, “contenendo” per definizione terza e settima minore, il modo dorico insista sugli intervalli tipici della scala blues (???). Il tema è quasi preceduto (?) da un’introduzione a tempo libero, ricca di colori pianistici, e poi esposto da una breve frase a ottavi del contrabbasso di Chambers, cui rispondono i due accordi di Evans o i fiati.

Richard Cook (Miles Live e in studio Quattordici album fondamentali - il Saggiatore, 2008)       
Estratto da pag. 107: Inizia in modo ingannevole, con Evans che sembra provare alcuni accordi al pianoforte, come si stesse scaldando, affiancato da Chambers. I due propongono una figurazione all’unisono, seguita da un paio di frasi al piano e da un arpeggio al basso; poi Chambers attacca improvvisamente la melodia che introduce il tema vero e proprio.

Ashley Kahn (Kind Of Blue - il Saggiatore, 2007)
Estratto da pag. 117: Evans sembra esitare per un istante prima di entrare con il suo assolo, come per assicurarsi che Cannonball abbia davvero finito, procedendo con leggerezza, suonando accordi di risposta mentre i fiati assumono un ruolo di sostegno, e ribadendo delicatamente il riff “Soooo what”. Poi annuncia elegantemente l’inizio del suo assolo con un cluster di note calme, appena sincopate, poi attacca deciso. Il primo assolo di Evans è allusivo e sfumato in maniera caratteristica. Le sue linee melodiche a note singole sembrano partire con incertezza. Mentre i fiati continuano a macinare note, il pianista lascia risuonare le preziose sfumature di una serie di accordi, usando il “soft pedal” dello Steinway per assicurarsi un controllo preciso nei tempi lenti e aggiungere calore alle armonie. Soltanto al termine dell’assolo, il pianista decide di rivelare un carattere forte e drammatico.
Estratto da pag. 112 e 113: “Un’altra particolarità inconfondibile di So What, è il preludio dal carattere sognante, eseguito in tempo rubato (cioè fuori tempo rispetto alla parte principale) e denso di atmosfera e attesa”. E prosegue parlando di un take di prova del preludio eseguito da piano e contrabasso, “…il passaggio non è ancora ben sincronizzato, specialmente nel punto in cui pianoforte e basso devono procedere insieme lungo una linea melodica di stampo blues”.
​
​Fin qui quello che hanno scritto gli altri; ora proviamo a fare chiarezza e mettere un po’ di ordine, sia affermando ciò che loro evidentemente non hanno affatto compreso e quindi riferito, sia riformando e correggendo le cose che hanno asserito. 
Il preludio del brano è molto bello e sembra che sia stato scritto da Gil Evans per Miles: in quel periodo erano stretti collaboratori. Sono poco più di 30 secondi di musica con un linguaggio e uno stile diverso da quello del Jazz: sembra un passaggio wagneriano armonizzato da Satie o Debussy. La linea melodica dell’unisono insiste sul rapporto d’intervallo di quinta; prima giusta, poi aumentata, poi diminuita e infine giusta, ma con traslazioni cromatiche*. ​ ​

Il preludio di "So What" sembra un passaggio wagneriano armonizzato da Satie o Debussy.

​Menziono che il tema di So What è caratterizzato proprio dall'intervallo di quinta giusta espresso dalle prime 2 note (RE2-LA2). Invece: "…pianoforte e basso devono procedere insieme lungo una linea melodica di stampo blues". Quest’affermazione, a carico di colui si è incaricato di dedicare un intero libro a questo disco composto solo di 5 brani (Kahn), è come appunto confondere la lingua tedesca/francese (classica) con quella africana (blues). 
E poco prima: "...eseguito in tempo rubato (cioè fuori tempo rispetto alla parte principale")... Il termine rubato indica una libera interpretazione della scansione temporale che quindi non sarà rigidamente metronomica: i valori di durata di alcune note (seppur scritte) saranno un po' alterati, ottenendo una peculiare flessibilità giacché si farà ondeggiare il tempo (rallentando e accelerando). Non è (semplicemente) un diverso valore di tempo metronomico di un’introduzione rispetto a tutto il resto del brano. Aggiungo che è ravvisabile per il preludio un tempo di circa 135bpm, che coincide pure con la parte seguente del tema. 
E siccome Kahn scrive di più, si espone di più e quindi sbaglia di più. Infatti, a carico dell’avventuroso ma poco esperto e sensibile Kahn, abbiamo pure una sua stima a dir poco opinabile dell’assolo del pianista Bill Evans: egli NON esita nel prendere il suo assolo! Il chorus di assolo di Cannonball era correttamente terminato, difatti, insieme con gli altri si stava evidentemente sistemando davanti al microfono per suonare in sezione. Evans non poteva avere incertezze giacché stavano tutti nello stesso stanzone a vista, e i fiati hanno suonato il miniriff sowhat appena prima dell’inizio del chorus di assolo del pianista, dando perciò un ulteriore segnale di avvio (seguito guarda caso pure dal batterista che cambia ritmo e dinamica).

Evans vuole differenziare i suoi assoli a fronte del fatto di essere in un gruppo con tre giganti ai fiati.

Pertanto Evans NON annuncia il suo assolo (perché era già entrato) con un cluster di note calme (una contraddizione poiché i cluster per definizione sono due o più note suonate contemporaneamente con intervalli di seconde pertanto dissonanti e producenti tensione e movimento), né le sue linee melodiche a note singole sembrano partire con incertezza. Questo è lo stile di Evans (di allora) impregnato di tecnica squisitamente pianistica: suonare gli assoli con raffinatissimi block chords e linee melodiche con le code delle note che si stratificano un po’ e perciò articolando e pronunciando frasi come nessun altro strumento è in grado di fare, tanto meno i fiati (e non "…per assicurarsi un controllo preciso nei tempi lenti e aggiungere calore alle armonie"). 
Non è venuto in mente a Kahn che Evans intelligentemente volesse così differenziare i suoi assoli anche a fronte di essere in un gruppo con tre giganti ai fiati? Comunque proprio in tutto Kind of Blue il pianista suona gli assoli in questo modo. ​

​Nelle 4 sezioni dell’assolo A’ A’’B A’’’ (stessa forma del brano) Evans suona a note singole solo in A’’, raggiungendo il punto più alto dell’intensità espressiva nel B e non nella chiusura di A’’’, che termina con cluster di carattere ma non proprio forti e drammatici; anzi in questa A’’’ molto sottilmente riduce l’energia, stabilendo perciò l’anticlimax. Forse tutto questo ha confuso Kahn, il quale concependo in modo convenzionale che lo schema degli assoli debba essere con l’entrata d’attacco e non tenue, non ha riconosciuto né che Evans era entrato con il suo assolo in maniera perfetta né che avesse elaborato un assolo raffinato e originale anche come schema, disegnandolo in termini di climax espressivo come appunto una strada con un dolce e sinuoso salire (senza esprimere un vero acme) e discendere; e non come (spesso accade soprattutto nel Rock e nel Pop) una specie di strada con un primo ripido dosso di entrata (per attirare l’attenzione), uno svolgimento e un altro ripido dosso di uscita (per imprimere nella memoria).

Infine Cerchiari, di là del fatto che non mette in risalto il singolare e prezioso preludio, si spende in spiegazioni teoriche che non si comprendono. Infatti, nel passo relativo a So What, in meno di 2 righe, “proietta” molte ombre: "è manifesto il fatto che, “contenendo” per definizione terza e settima minore, il modo dorico insista sugli intervalli tipici della scala blues". 
In che senso il modo dorico (una scala musicale) insiste sugli intervalli tipici della scala blues? Questi intervalli (terza minore e settima minore) sono presenti in tutte e quattro le scale modali minori derivate dall'ortodossa scala maggiore perciò pure frigia, eolia e locria: pertanto in che senso per definizione la dorica contiene quegli intervalli? Che c’entra il blues con So What?
A margine invece diamo seguito a quello che il sibillino Davis ha raccontato, ossia di essere stato “stimolato” da alcuni ascolti di Rachmaninov e Ravel; in particolare il Concerto per pianoforte e orchestra n.4 (1927) e il Concerto per pianoforte per la mano sinistra (1930). A circa metà di quest’ultimo (8'36'') inizia un temino da danza popolare: il primo segmento di 7 note è molto simile al tema suonato dal contrabbasso di So What (trasposto è DO-FA-SOL-LA-SI-SOL-LA).

* La sequenza di note dell’unisono (stessa parte musicale suonata simultaneamente da 2 o più strumenti) è: LA1-MI2-SOL2-LA1-FA2-LA1-MI2-LA1-FA2-SOL2-SOL1-MI2-LA1-MIb2-LAb1-MIb2.

L'analisi completa di Kind of Blue è inserita nel volume Dischi da leggere - Collezione n.1.​
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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