I californiani Beach Boys, capeggiati da Brian Wilson, furono tra i più importanti gruppi in assoluto del nascente Rock che, in quell’alba degli anni Sessanta, coincideva col Pop. All’inizio, in modo simile ai Beatles, con i quali erano in competizione sia commerciale sia artistica, erano “spensierati” realizzatori di brillanti singoli di gran successo, brani che poi finivano negli LP insieme con qualche altro pezzo. Poi sempre più detentori di un’idea musicale di ampio respiro fino a progettare e produrre nel 1966 il loro undicesimo disco, un capolavoro, un monumento Rock e Pop: Pet Sounds. Disco organico stimolato dalla coesione di Rubber Soul dei Beatles, Pet Sounds è un proto concept album, peraltro con un dispiegamento di risorse umane e tecnologiche eccezionali. Opera estrosa e geniale, raffinata e sperimentale (contiene anche i brani God Only Knows e l’arrangiamento di Sloop John B - vecchio brano folk caraibico) è frutto della acutissima mente musicale di Wilson, che però lamenta qualche fragilità, arrivando ad avere crolli nervosi a fronte delle difficoltà cui andò incontro, prima per la realizzazione dell’opera e in seguito per il suo inadeguato successo commerciale. Debolezza psicologica peggiorata l’anno seguente all’indomani della “risposta” dei Beatles con Sgt. Pepper, che a loro volta erano rimasti grandemente impressionati da Pet Sounds. (Brian Wilson stava realizzando il seguito di Pet Sounds (SMiLE): rimase incompiuto; “ricostruito” è stato pubblicato solo decenni dopo.)
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Settembre 2024
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