Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

"Flat Out" di John Scofield, gioiello fusion

9/7/2020

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Flat Out di John Scofield, pubblicato nell’estate del 1989, è un disco da 5 stelle.
Di solito a questi rozzi sistemi, usati dalla comune pubblicistica per le valutazioni qualitative delle opere, sono accostati testi con descrizioni vaghe e asserzioni cariche di aggettivi cui non sono correlate oggettive cause; spesso sono solo effetti delle sensazioni suscitate in chi ne sta scrivendo. 
​​Dunque quei giudizi di valore sono inattendibili. 
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Questo disco di Scofield, nella piena maturità della sua lunga e assai proficua fase fusion iniziata oltre dieci anni prima, è un gioiello. Ciò perché l’estetica (il progetto complessivo) e la poetica (la messa in pratica) hanno significativi segni di novità.
La strumentazione è minima e semplicissima: chitarra elettrica (col timbro saturo), contrabbasso (Anthony Cox) e batteria (Johnny Vidacovich sostituito in 3 pezzi da Terri Lyne Carrington); in quattro brani è aggiunto l’organo Hammond (Don Grolnick).
​
Flat Out è formato da 10 brani, in parte originali scritti da Scofield (sei) e in parte da standard: due jazz (Secret Love e All The Things You Are) e due “pop” (Cissy Strut e Rockin' Pneumonia).
L’impianto generale è un agilissimo Jazz venato in modo formidabile da uno speciale e robusto R&B neworleansiano (contiguo a Dr. John); speciale perché suonato da jazzisti.
Tutto nudo e crudo, bandite sofisticatezze formali.
C’è l’essenziale ossatura ritmica sincopata, terzinata, riff insieme con la chitarra elettrica di Scofield, colosso della giustapposizione e mescolanza di linguaggi piuttosto distanti tra loro, come il rapido e sinuosissimo swing e lo scheletrico e indolente blues.
Urgenti linee melodiche fluidissime e corrosive armonizzazioni interpolate da strabilianti impennate liriche.
Non testa e cuore, ma cervello e viscere.
​
I brani sono rigorosamente partizionati nei ritmi neworleansiani, con l’Hammond di Grolnick, di Cissy Strut, In The Cracks, Science And Religion e Rockin' Pneumonia, e nel jazz swing di All The Things You Are, The Boss's Car, Softy, Evansville e Flat out.
Totale fusione a caldo dei due generi, invece, per Secret Love.
Si incontrano, nel ritmo, la batteria con pattern tanto scarno quanto peculiare, terzinato in levare (figura e disposizione inverse dello shuffle), e il basso in (frenato) walkin’, mai esplicito. Scofield fa il resto.
Piccolo approfondimento per l’altro jazz standard.  All The Things You Are è in assoluto tra quelli più frequentati e impegnativi (per le modulazioni armoniche); altresì non è nelle canoniche 32 battute, ma in 36.  
Qui è quasi irriconoscibile, come filtrato da un’estetica figurativa espressionistico-cubista; per alcuni così deformato che potrebbe essere addirittura con un’ottica astratta*.
Il tema, le armonie e il tempo sono alterati a tal punto (pur rimanendo col ritmo swing-walkin’) che pure un jazzista professionista faticherebbe a riconoscerne la forma, e quindi di suonarlo.  
Principia con una solitaria introduzione ad angolo acutissimo di Scofield. Quando gli altri lo raggiungono, in special modo quando la Carrington “apre” sul piatto ride a 1’35”, perfettamente aderente alla forma del pezzo ossia alla prima battuta del quarto giro (chorus), il brano decolla e diviene semplicemente una meraviglia assoluta, di un abbagliante virtuosismo di supremo controllo cognitivo-esecutivo. 
Agli ascoltatori, in presenza di brani jazz, normalmente accade di lasciarsi andare a superfici soniche senza afferrarne a pieno i meccanismi essenziali, e talvolta di scansarli perché ne decretano il “non senso”, quasi musica “fatta a caso” perché non trovano i normali appigli cui sono abituati; ebbene, in questa eclatante versione di All The Things You Are c’è la risposta a un’arcaica domanda: quando un fruitore “non comprende” è sempre un suo limite, che si evidenzia quando i musicisti spingono “a tavoletta” la loro arte.
Brusio di vita spicciola e intima intonazione alta; compatta terra ruvida nelle mani e iridescenti nubi intangibili nel cielo. Tutto qui.

* Se nelle arti figurative, quelle correnti sovente piacciono al grosso pubblico, non accade quasi mai che piacciano in musica “trasposizioni” di ciò. 
​​
​​John Scofield è uno dei protagonisti del mio libro Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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