L’autore di questo scritto è amante della musica strumentale, del Jazz-Rock e, segnatamente, dei Soft Machine.
Hidden Details è un disco di musica strumentale di genere Jazz-Rock, a nome dei Soft Machine.
Ti è piaciuto?
L’ho gradito; un po’ come quando si leggono quei romanzi di qualche autore di gialli che conosci già, che ha ideato qualche personaggio tipo un investigatore coi suoi amici…
Lettura scorrevole e senza vere sorprese?
Esatto. Si sa già cosa e come accadrà, tutto è smussato.
Nessuna avventura?
Fa passare tranquillamente il tempo, con le pantofole. Non lascia alcun segno.
A parte Travis, gli altri tre parteciparono alla registrazione di Softs, un disco del 1976 a nome Soft Machine, che già allora non comprendeva alcun membro fondatore. Comunque Babbington e Marshall giravano intorno alla vera Macchina Soffice già ai tempi di IV e V.
D’altronde già nei primi anni del nuovo secolo Etheridge e Marshall con altri ex membri (non fondatori ma almeno più “anziani”), Hugh Hopper ed Elton Dean, avevano avviato il gruppo Soft Machine Legacy e prodotto alcuni dischi, non dissimili da questo.
Ora, superando la questione dell’appropriazione di un nome così glorioso, Hidden Details è un disco costituito da 13 brani suonato discretamente, sia nel senso di “abbastanza bene” sia “non eccessivo”.
Dunque, non considerando il nome, ovvero non relativizzando questa formazione con le varie edizioni dei Soft Machine, ma vagliando in assoluto la musica a fronte della data di pubblicazione, settembre 2018, Hidden Details è un disco che a livello creativo, ossia di invenzione e originalità delle composizioni, è modesto. Come modesto è il livello degli apporti strumentistici dei quattro.
Le coordinate musicali ricalcano ampiamente formule e soluzioni che, senza andare a scomodare gli storici Soft Machine, da decenni nell'ambito del genere sono “già sentite”. Perciò di là della temperatura del disco, tiepida e di colori pastello (giusto: sono persone anziane), è molto ridotta l'esplorazione di riff, temi, ritmi, armonie ecc. sia in ampiezza sia in profondità.
D’altronde loro quattro non sono stati i compositori della musica dei Soft Machine (solo un paio di pezzi in Softs di Etheridge e Marshall).
Anche a livello di apporti individuali non si ravvedono elementi stilistici rilevanti (fatta parziale eccezione per Etheridge che, epigono di Holdsworth già nel ’76, si fa notare).
Tutto è piuttosto anonimo, Hidden Details potrebbe essere l’esito di molti bravi musicisti in giro per il mondo, e anche laddove rispolverano due brani, l’elegante The Man Who Waved At Trains e lo straordinario Out Bloody Rageous (di Mike Ratledge), la loro rilettura evidenzia tutte le caratteristiche sopraddette, comprese le limitazioni: scialba e sommaria.
Va rammentato che i Soft Machine che vanno dall’esordio del 1968 a Softs (1976) avevano un enorme spettro musicale intergeneri e interstili, per certi versi è un gruppo incomparabile anche con se stesso, se non nella scia dell’innovazione continua. E tutto sommato Hidden Details si colloca coerentemente nel solco di quell’ultima fase che ha appunto Softs come perno e oscilla tra Bundles e Alive And Well.
E tuttavia molto manca, mancando il dominus di allora (Karl Jenkins) e la giovinezza. E nel frattempo ci sono state tante musiche nuove e musicisti innovatori…
Ma per chi vuole leggere un romanzo di Agata Christie o simili Hidden Details va benissimo.
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