Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Il suggello dei Soft Machine al genere Jazz-Rock

19/10/2015

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Articolo tratto dal libro Soft Machine 1968-1981.

​"The Tale of Taliesin" dei Soft Machine, versione live e breve rispetto all'originale registrato per il disco "Softs" pubblicato nel 1976 (che dura il doppio), ci dà l'opportunità di fare alcune annotazioni.
La prima è che questa band, tra le varie mutazioni d'organico occorse negli anni, non ha nemmeno un membro del gruppo originale. Tra le band storiche, davvero importanti, è cosa rarissima...
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​La seconda è che il bassista Roy Babbington, che prima aveva affiancato poi sostituito Hugh Hopper, suona un singolare strumento:  ibrido tra chitarra elettrica e basso elettrico, il Fender VI. E' un piccolo basso elettrico a 6 corde, insomma è una grande chitarra elettrica con tanto di leva vibrato e con corde più grosse. Ancor più strano l'adozione di questo raro strumento considerando che Babbington era un contrabbassista di estrazione jazzistica.
La terza è che il Jazz-Rock in quel tempo stava in netto declino: alcuni gruppi o solisti cessarono di esistere, altri mutarono la loro musica nelle direttrici più semplici del genere Fusion o direttamente nel Funk, altri ancor peggio... E questo brano (qui in 3'40") rappresenta un po' il compendio di un lato di alcune caratteristiche del Jazz-Rock, che ha per definizione bisogno di musicisti "bilingue" molto flessibili anche in termini di attitudini espressive e strumenti usati. Il tastierista Karl Jenkins autore del brano (che già da qualche tempo aveva preso le redini del gruppo scalzando Mike Ratledge) ha un'istruzione accademica e suona l'oboe, correntemente pure altri fiati, si avvale anche di sintetizzatori ed effetti vari; (insieme con il batterista John Marshall) ha fatto parte nei '60 della band Jazz del bravo contrabbassista/autore Graham Collier.
La trama sonora di "The tale of Taliesin", seppur breve, brano epico e denso, è costituita da un arpeggio in 6/4 con innestato un semplice e cantabilissimo motivo melodico suonato dal bravo John Etheridge (epigono di Ollie Halsall dei Patto: veloce affabulatore di note ma con un profondo "vibe" rock-blues). Il pezzo prosegue cambiando velocità, ritmo e tempo con un riff/unisono e assolo. Mentre Babbington è sfruttato soprattutto per doppiare alcune parti delle tastiere, l'ottimo Marshall assolve continuamente il duplice lavoro di solida intelaiatura ritmica e di guida, che è al contempo serrata/rock ed elastica alla maniera jazzistica, andando a interagire e variare battuta dopo battuta, non mancando mai di sottolineare in modo opportuno tutti i non pochi obbligati accenti di metro e forma, marcando pure "stretta" e reattiva gli stabiliti repentini cambi di atmosfere: la batteria è la co-protagonista del brano. 
Dopo la breve ma furiosa galoppata questa versione breve del britannico e medievale racconto di Taliesin cambia improvvisamente scenario, per planare sempre più placidamente (molto bella la lunga frase di Marshall che parte a 2'40" e innalza per qualche secondo la temperatura per poi...). Questa parte finale non riprende l'inizio pur sembrando così: è differente sia per la trama sia per il motivo melodico sia per il tempo (9/4 a velocità dimezzata e segmentazioni in progressione di 5/8 - 6/8 - 7/8; stessa divisione usata come raccordo a 47").​
Dunque, com'era tipico del genere Jazz-Rock, brano piuttosto statico armonicamente, modale; in ogni caso con molta sostanza musicale fornita da altri fattori che compensano questo scarsissimo moto armonico-accordale, che tanto coadiuva un qualsiasi pezzo musicale: non soltanto il dinamismo armonico-melodico che si crea quasi automaticamente, ma anche come ritmo insito e di successione di accordi (basti pensare quanto sia caratterizzante il suonare le sequenze di accordi di una qualsiasi canzone). 
"The Tale of Taliesin" suggella un po' mestamente il declino di questo importantissimo gruppo e di tutto il genere, tuttavia è una piccola pepita d'oro nascosta della miniera Jazz-Rock che conviene dissotterrare.
​
Tratto dal libro Soft Machine 1968-1981.
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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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