Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Hendrix e le raffinate armonie... del vento

5/5/2020

2 Comments

 
Avrò avuto suppergiù 14 anni quando ascoltai per la prima volta The Wind Cries Mary, e mi piacque subito, come a milioni di ascoltatori prima di me. La sensazione che ebbi fu di una canzone dolce ma forte, vigorosa e non smielata. E continuò a offrirmi questa impressione, sempre. Anche oggi è così.
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Già sapevo chi fosse Jimi Hendrix, la sua enorme fama e stima presso quelli più grandi di me che ci capivano di musica… D’altronde in quei tempi stavo imparando a suonare la chitarra, tentavo di informarmi e di Hendrix conoscevo altri brani e visto molti filmati.
Attribuii quella sensazione di virile romanticismo al suo modo di cantarla e suonarla la canzone, e per tanti anni la pensai solo in questa maniera: in parte è davvero così, ma non è la parte più rilevante.
The Wind Cries Mary ha matrice soul-rhythm & blues, alla Curtis Mayfield, un grandissimo di questo genere musicale, anche come chitarrista ritmico*; tuttavia le innovazioni in questo pezzo di 3 minuti sono considerevoli. The Wind è un brano rock: in trio, soltanto con la sua voce (mai in falsetto), senza alcun coro, ritmi con ottavi “dritti” e non terzinati. Vediamolo un po’ più da vicino.
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Il tempo è in 4/4 moderato parecchio oscillante come velocità (da circa 70 a 80 bpm), e la formale macro struttura è semplicissima e convenzionale. 
​
Intro - A - B – A – B - C (solo) – A – B – A – B – Outro (simile all’Intro) 
​
Però la micro struttura è meno convenzionale: A è costituita di 6 misure e la B di 5; la C di 11. Si badi che la sezione C del solo di Jimi non è banalmente A+B ma, seppur mantenga la partizione 6+5, ha accordi e cadenze ritmiche differenti (peraltro durante il solo c’è una chitarra di accompagnamento).
La caratteristica più considerevole di The Wind Cries Mary risiede nelle sue armonie: è infatti un brano composto soltanto di accordi maggiori**, ben otto; perciò a livello tonale è parecchio modulante (una tonalità ha solo tre accordi con triadi maggiori). 
Dunque, in pochi secondi lo spazio musicale si estende come raramente capita in una canzone (nel Grunge degli anni Novanta si ritroverà un po’ questa peculiarità).
Dopo l’Intro con quel raffinato passaggio armonico-cromatico (MIb-MI-FA) ripetuto con i bassi cambiati che “camminano”, che tanto colpì un po’ tutti***, quasi come fosse sorta di area jazzy in cui il crooner Hendrix poteva esprimere la sua malinconia (è usato come transizione anche nella B), la A è quasi normale, giacché spende subito tutti e tre gli accordi maggiori di una tonalità. Solo che inizia dal V e scende al IV prima di approdare al I: è una variante di non poco conto****.
​Nella parte B e soprattutto nella C, con il solo, Hendrix non si fa sconti, e la base è alquanto impegnativa, piuttosto instabile a livello tonale, per volteggiarci melodicamente.
Insomma, di certo i musicisti e soprattutto i cantanti sono quelli che a tutta prima possono colpire di più, facendo epidermicamente la differenza, tuttavia la grandezza permanente delle composizioni è data dalla scrittura musicale; brani come The Wind Cries Mary rimangono musicalmente grandi a prescindere dall’esecutore.
The Wind può essere eseguita anche da un robot, se ne potrà comunque riconoscerne l’insita bellezza.
 
 
* Si sa che Hendrix veniva da quelle parti; anche come una delle qualità che più ha distinto il suo chitarrismo: suonare diadi e triadi (double-triple stop) di passaggio in sostegno o costruzione dei suoi pezzi come Little Wing e Bold As Love. Hendrix fu apicale in questa tecnica, lo è tuttora.
** E se è vero come è vero che non è stato né il primo né l’ultimo (i pezzi di derivazione blues di solito hanno questa caratteristica e spesso estesi alla settima), però sono costituiti da pochissimi accordi - 4 o 5 - diversi) questo di Hendrix porta alle estreme conseguenze il concetto.
*** Mademoiselle Mabry di Miles Davis, inserita nel disco Filles de Kilimanjaro, è basata su un simile passaggio.

**** Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd è interamente ed esattamente basata su questa sequenza traslata (partendo da RE in luogo di DO) con una melodia più banale.


📙 Jimi Hendrix è uno dei protagonisti del mio libro Eroi Elettrici - I grandi solisti della chitarra.
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2 Comments
Massimo costantini
10/2/2022 08:24:56

Ottima disamina, precisa e senza fronzoli. Molto interessanti le note sulla struttura armonica. È un peccato che Hendrix sia associato iconicamente a chitarre infiammate e larsen; molte delle cose più grandi le ha fatte senza il distorsore

Reply
carlo pasceri
11/2/2022 08:52:20

Benvenuto Massimo, e grazie; sono del tutto d'accordo con te su Hendrix.
A presto.

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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