Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Stratus di Cobham, il riff Jazz-Rock più influente

19/6/2018

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Riff, ma quale riff parte seconda, “a volte ritornano”…
Nel XX secolo l’ostinazione, quasi l’ossessione industrial-meccanica della reiterazione, si è manifestata in maniera straordinaria e diffusa in ogni attività umana, esacerbando qualsiasi precedente in tal senso. Pertanto anche in musica.
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L’enorme successo del Bolero di Maurice Ravel e O Fortuna (Carmina Burana) di Carl Orff, quasi cent’anni fa, stanno lì a dimostrare una via apertissima. Anche prima c’erano gli ostinati, ma non in modo così strutturale, grandioso, spettacolare. In seguito, negli anni Sessanta, c’è stata la musica minimale, elettronica e non, che generava un organismo musicale con una forma autoreplicante con minime variazioni, ipnotica, un po’ come le decorazioni islamiche a pattern geometrici.
Dunque in tutti i mondi e generi musicali si è avuto ciò, e il Rock, con le sue efficientissime saturazioni timbriche, che tanto impattano energeticamente e riempono lo spazio delle frequenze soniche, ne è diventato il vessillo, interpretando e mettendo grandemente a frutto le precedenti esperienze (anche quelle di settori più prossimi come il R&B).

Il riff è una brevissima frase, quasi sempre a note singole, sovente in media o bassa frequenza, continuamente ripetuta. Questa reiterazione in bassa tessitura con timbri saturi di armoniche e con schemi semplicissimi e brevissimi, configura una doppia struttura funzionale: quella di sostegno ad altro (che sia un motivo melodico, armonie ecc.) e quella di incisiva cantabilità, quindi formidabile ricezione e memorizzazione: il piacere che se ne ricava è quasi scontato.
​
I primi riff rock, come Satisfaction, sono costruiti su pochissime note e in banale sequenza scalare (gradi congiunti), soprattutto su scale minori diatoniche/pentatoniche, ma con ritmi non comuni. Sovente quelli di maggior successo erano così.

Satisfaction è in SI minore ed è melodicamente così strutturato: 

1   1   -  1   2   3    -   3   3    2      2    1

  (SI SI  - SI DO# RE - RE RE DO# DO# SI)
​
​Non tutti i riff di grande presa furono appannaggio del Rock o del Pop, ce ne fu uno nell’ambito della musica strumentale Jazz-Rock, Stratus di Billy Cobham pubblicato nel disco Spectrum del 1973.
E' suonato dal basso ed è particolare: praticamente non ha ritmo, nel senso che è tutto costituito da quartine di sedicesimi (semicrome) che suddividono in modo regolarissimo la pulsazione di tempo medio in 4/4 (87 bpm): davvero moderno, industrial e ben poco melodico. Questo tipo di riff avrà molto seguito negli anni successivi.
Tuttavia ha una sequenza più ambigua del solito, seppur edificato su un’armonia minore (SI),  scalare e con sole 3 (diverse) note. Infatti i soli 8 eventi che lo compongono determinano una più ellittica successione, iniziando dalla fondamentale SI che però è posta come nota più alta, è quindi primariamente discendente, peraltro non esprimendo la natura melodica minore giacché non è mai suonata la sua terza minore (Re).
Ecco la sua sequenza:

8    7   8   5    7   8   8   7  
​​
(SI LA SI FA# LA SI SI LA) 
​
Va rammentato che di una scala la nota conclusiva, che prende lo stesso nome di quella di partenza essendo il doppio (o metà frequenza), per esempio nella scala SI il Si più alto, è l’ottava nota. Perciò in questo caso il Si non è 1 ma 8.
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Stratus di Billy Cobham, nelle due chiavi e registri, violino e basso.
Stratus ha avuto un ottimo successo tra gli appassionati del settore, il travolgente riff ha fatto molto, e anche tutto il resto (parti musicali e musicisti), come per gli altri brani edificati su riff, beninteso, ma davvero nulla rispetto a un pezzo di gloria planetaria pubblicato dieci anni dopo e che ancora continua: un “Billie-riff“ di un ragazzo di colore e di gran talento che non può non rievocare quello di Cobham. 

(D’altra parte ci si può divertire andando indietro nel tempo e trovare chissà quante parantele, per esempio il 14 dicembre del 1981 fu pubblicato I Can't Go for That (No Can Do), un singolo del duo Hall & Oates, che inizia con un riff simile; e loro chissà a chi si sono ispirati, come anche Jon Anderson & Vangelis con State of Independence, eccetera eccetera.)
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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