Ma non solo, anche di altro, e ha fatto tesoro di quei tempi che stava vivendo mettendoci molto del suo.
Brevi motivi (pertanto ripetuti a mo’ di ostinati), che concatenati formano un tema melodico più ampio, triangolari ossia con arditi salti intervallari (repentini cambi di direzione ascendenti/discendenti).
Pochissima armonia (espliciti accordi) ma con polifonie più o meno scarne o ricche (che sia un riff o minimi interventi a volte di altre sue voci sovraincise, suoni” industrial” o big band financo sezioni archi orchestrali). Ritmi percussivi assai semplici quando presenti (in Post non molto), regolari, non di rado elettro-tribal, perciò con quel senso techno di “futuro primitivo”. Queste le sue caratteristiche meramente musicali.
Un po’ abilissima giocatrice di carte e un po’ meravigliosa prestidigitatrice: il suo mettersi in gioco, i suoi azzardi musicali, sono sostenuti da uno spiccato senso dell’artificio per ottenere effetti sbalordenti. Spesso ci riesce benissimo.
Naturalmente figlia della sua era techno-pop ha saputo ritagliarsi, “ritagliando” musiche e suggestioni del passato, un’ampia fetta di successo di pubblica e critica.
Bjiork è una particolare creatura musicale, pop nel senso più alto: la sua missione sembra quella di conseguire una comunicazione più estesa possibile mediante un manifesto anticonformismo.
In Post si ritrova parecchio del suo alquanto schizofrenico percorso di crescita artistica, il Pop e il Rock insieme con il simil-Jazz broadwayiano cioè canzoni swing con orchestre (come dire il pop americano dell’epoca), l’industrial e quindi la Dance. Talvolta un po’ tutto in qualche brano, più spesso uno dopo l’altro nel corso dello scorrere del disco.
Army of Me è un industrial rock con riff e senza accordi, con interessante arco melodico cantato.
Hyper-ballad una canzone di tempo medio che, accentando ogni due movimenti, sembra più lenta, poi raddoppia la velocità con la cassa “in quattro” e charleston in levare che fa tanto dance, quindi dà la sensazione di quadruplicare la velocità, trasportando...
The Modern Things pulsa sincopata; poi modula e si riveste di suoni con Bjiork che fa salire di temperatura col suo canto inerpicato in alto e gridato.
It's Oh So Quiet è una cover di un pezzo jazzy-pop dell’immediato secondo dopoguerra.
Enjoy simile ad “Army”, più pesante e industrial; teso e terragno.
You've Been Flirting Again delicata e breve ballata che potrebbe provenire dal songbook frippiano dei primissimi anni crimsoniani; solo voce e archi.
Isobel il brano più lungo; apertura orchestrale, si sovrappone ritmo tribale serrato a tempo medio, segue lei con il suo solito stile melodico, spigoloso che tende sempre ad ascendere nel “ritornello”. È inclusa pure una terza sezione che rende più articolato del solito il pezzo.
Possibly Maybe lenta e minimale per ritmo e suoni impiegati, quasi convenzionale in tal senso (pure con una chitarra slide). Non proprio il risultato finale anche per le (sue) voci sovrapposte sul semplicissimo ritmo e il brevissimo arpeggio di tastiere che generano un “ambiente” onirico.
I Miss You cassa in quattro e percussioni “afrocubaneggianti”, un trenino ritmico… poi, dopo la voce, è inserita una parte di sezione fiati: senza troppe pretese né significativi esiti. Il pezzo più debole.
Cover Me il pezzo più breve, minimale e ambizioso; un ipermoderno lied. Clavicembalo, con suoni ed effetti stratificati, voce filtrata e note cantate, con l’arguto contrappunto tastieristico, che si affacciano per i sentieri dell’avanguardia colta novecentesca.
Headphones è simile al precedente ma senza grosse mire (pur durando oltre il doppio). Più semplice e “scherzoso”, Bjiork gioca con suoni ed effetti e la sua voce sovraincisa; un discretissimo pezzo “ambient” che chiude l’album contrapponendosi all’apertura aggressiva.
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Quindi Post è una sorta di concept album, il cui tema di fondo sembra essere il conseguire in modo sistematico e continuo esiti surreali mediante la ricerca del materiale più disparato, in un processo postmoderno di pescaggio nel grande mare musicale del Novecento, connettendo e amalgamando mirabilmente tutto ciò per costruire scenari originali dai quali emergono quelle sue saettanti schegge melodiche, cantate benissimo.
Disco imperdibile.