ITWOP sembra avere linee guida concettuali che innanzitutto realizzano una principesca cornice che sostiene una tela dipinta magistralmente e che, seppur commetta il peccato di sfruttare più di un’idea del precedente (e di altri autori), rendono questa opera affascinante.
Le espressioni di polarità opposte, di qualsiasi natura, in un "congegno energetico" nel quale evidentemente è necessario ottenere le giuste oscillazioni di flussi, altrimenti si cortocircuita e salta tutto. Insomma il tema tra pace e guerra, raziocinio e istinto, serenità e angoscia, la rete di connessioni e bilanciamento tra ciò sembra permeare tutto ITWOP.
Non è difficile riscontrare che c’è un breve pezzo di musica (ossia Peace) che è sfruttato a mo’ di leitmotiv che, in differenti declinazioni, s’incarna in tre piccoli brani che sono posti all’inizio, in mezzo e a conclusione del disco. Un efficace bilanciatore.
Gli otto brani che costituiscono ITWOP sono alquanto vari in termini di ampiezza temporale: tre lunghi, tre corti e due di media durata. Le velocità di quattro di questi si attesta sul medio-lento; l’altra metà sul lento dei tre brevi bozzetti “Peace” (benché emerga la scansione doppia e comunque sono in rubato), mentre è circa il doppio più rapida quella del brano più lungo, The Devil's Triangle.
Si conclude la prima parte del disco e perciò le reminiscenze col precedente sono, in effetti, quasi imbarazzanti.
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Robert Fripp ha un talento particolare: è tra quei pochi cui basta pochissimo materiale per rendere interessanti gli esiti, spesso rielaborando cose già fatte, e questo disco ne è probabilmente la sua prova più clamorosa. Ha la facoltà di trattare lo spazio sonoro in maniera straordinaria: manipola timbri e tempo come creta, modellando oggetti sonori di grande fascino; è peraltro uno di quei rari artisti che non è preda dell’horror vacui, si distingue anche per questa caratteristica che coniuga benissimo con l’opposto, un amor pleni con cui altrettanto spesso ci ha deliziati in tanti anni di attività.
* La formazione oltre a Fripp che suona chitarre e Mellotron: Peter Giles – basso, Mike Giles – batteria, Greg Lake e Gordon Haskell – voce, Keith Tippett – pianoforte e Mel Collins - fiati
**Si potrebbe intendere più precisamente tre battute 4/4 + una 3/4 + la rullata di Giles di 5/16.
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