soltanto un po' latino
una musica che è speranza
una musica che è pazienza”
Così il nostro grande Ivano cantava nella sua hit di 40 anni fa “La mia Banda Suona il Rock”: il cosiddetto latin-rock fu un termine coniato per inquadrare quella peculiare musica che i Santana dal festival di Woodstock in poi diffusero nel mondo.
Evil Ways, Jingo, Soul sacrifice, Black Magic Woman/Gipsy Queen e Oye como va sono tra i pezzi più celebri in assoluto dei Santana (tratti dai primi due dischi e peraltro la stragrande maggioranza non composti dal leader), nel terzo disco, quello di gran lunga meno famoso dei precedenti, hanno provato a “vendere” alcuni brani ritenuti più digeribili dal pubblico di massa, tramite pubblicazioni di un paio di singoli: nel lato B di un 45 giri si trovava Guajira*.
Guajira si apre con un bellissimo riff di basso (non a caso il compositore è il bassista David Brown), che argutamente sintetizza la scarna armonia modale del pezzo mediante cromatismi, arpeggi e salti di tritono, quinta e quarta: 11 note da manuale.
Di tempi se ne presentano basilarmente tre (la trascrizione attiene a quello di fondo più largo a 64 bpm); due che in pratica si sovrappongono e uno che sembra più un innesto, naturalmente correlati. Il tutto è eseguito con scioltezza straordinaria, con ulteriore reticolo di ritmi intessuto da tutti gli strumentisti.
C’è quello marcato e insistente che scandisce tutti i colpi intesi come ottavi (crome con campanaccio e charleston) all’interno di quello di quarti (semiminime) che espone il classico pattern ritmico di cha-cha-cha (cassa-charleston e percussione guiro). Il primo emerge più nella sezione A (la strofa a 36”) il secondo più in quella B (ritornello che si presenta già all’inizio da 21”).
Poi a 3’27” per il primo solo di chitarra è adottata una soluzione che acuisce l’indole più inquieta e terragna del pezzo: cambia lo scenario ritmico che spinge il chitarrista, esortandolo a fare di più dei suoi predecessori.
Sembra ci sia un’accelerazione; non proprio, è solo una particolare manipolazione temporale tramite segmentazione della pulsazione di fondo dei quarti in sincopate terzine di sedicesimi (semicrome). Pertanto sembra triplicato o comunque velocizzato e intricato, cambia marcia rispetto a quello dei lineari ottavi binari. Per il terzo solo a 4’39” una variante ancora più intensa.
Tutte soluzioni, compreso l’iniziale e brillantissimo riff di basso che inaspettatamente non è più esposto, che normalmente nel Rock, Progressive, Funk, Jazz ecc. non ci sono.
Il latin-rock “è come un treno che è passato/con un carico di frutti”; e compie ufficialmente mezzo secolo: auguri!
* Comunque segnalo due brani su tutti dell’ottimo Santana III: Taboo per i magnifici assoli di Carlos e Toussaint L'Overture, brillantissimo latin-rock con evidente venatura ispanica: tanto teso quanto melodico.
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