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Libro Eroi Elettrici

La straordinaria unicità di Led Zeppelin III

5/10/2016

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L’assetto più agile e crudo del Rock è il trio chitarra-basso-batteria; più la voce. Dopo la metà dei ‘60 i Cream e gli Experience di Jimi Hendrix sono stati i gruppi più creativi e potenti. In seguito ce ne stati altri, ma non poi così tanti come forse si potrebbe immaginare. Pochissimi a quel livello… Nell’antropologia musicale questi sono fuori scala.
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​E i Led Zeppelin rientrano in quest’alveo, hanno prodotto della musica a largo spettro, pur non usando le tastiere se non occasionalmente in studio e con alcune sovraincisioni di chitarra; ciò è stato possibile per le soluzioni ingegnose nei loro contenuti e dalla capacità di esporli con caratteristiche individuali straordinare. 
Led Zeppelin III è un apice del gruppo. Dopo due dischi che avevano come focus il loro potente impatto, interpolato con qualche sperimentazione e sprazzi acustici e gentili, talvolta un po’ manieristici, in questo terzo disco si avverte un importante processo di maturazione espresso dal pieno controllo delle loro potenzialità sia compositive sia esecutive, che ha permesso loro, dopo due dischi di successo, di non temere di trascurare, seppur parzialmente, la formula hard-blues’n’heavy che aveva fornito già delle grandi soddisfazioni, ed esplorare nuove soluzioni rock, svoltando con un disco differente sia a livello sonico sia a livello di materiale musicale.
LZ III ha una sua sofisticata ruvidità, questa peculiarità è fornita da alcuni elementi musicali differenti dai canoni rock (che loro stessi con i primi due dischi avevano contribuito a stabilire e stabilizzare), ma suonati con la consueta spontaneità. A volte i brani acustici sono suonati molto aggressivamente, quelli elettrici con finezza.
Più acustico e folk, meno blues, meno assoli infuocati di chitarra elettrica, più aperto e allo stesso tempo più omogeneo; meno prevedibile. Strumenti non consueti come il dulcimer, banjo e pedal steel, tante accordature aperte, tutto ha contribuito ad aumentare il volume espressivo del gruppo.
LZ III è un disco semplice e complesso allo stesso tempo, che non si basa sull’energia e bravura dei singoli che, a cominciare da Plant per finire a Bonham, è diventata quasi proverbiale; non si basa sull’impatto della elettrica distorta… Si basa su un collettivo che ha mirato, mediante un’indagine delle proprie origini britanniche (episodicamente anche quelle più esotiche), a realizzare un’opera che avesse la coesione di una moderna classicità del Rock; fatta per durare.
LZ III è semplice come materiale musicale, complesso come soluzioni nel presentarlo, dunque comporlo ed eseguirlo. Nuove dimensioni del Blues, del Folk e del Rock duro e pesante. Unico.

​
Jimmy Page è uno dei protagonisti del mio libro Eroi Elettrici - I grandi solisti della chitarra​
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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