I 40 anni di "A Trick of the Tail" dei Genesis

Il 2 Febbraio 1976 esce "A Trick of the Tail". Da più parti considerato un disco minore dei Genesis e del Prog in generale, in realtà “A Trick of the Tail” è un'opera di grande pregio.

Probabilmente la stima del disco, anche e soprattutto nei decenni successivi e ancor più "oggi", paga lo scotto della dipartita del grande Peter Gabriel, non tanto per il suo mancato apporto quanto nella considerazione dei più a prescindere: Gabriel un prerequisito per prendere in seria considerazione l'opera e valutarla positivamente. Collins pur non essendo istrionico e teatrale come Gabriel, svolge un ottimo lavoro, perfettamente contestuale a un profilo genesisiano un po' più moderno (con l'eccezione del pezzo omonimo smaccatamente omaggio ai Beatles), meno barocco e ondivago ma più compatto e coeso pur sinuoso e variegato. Disco meno favolistico, più diretto. “A Trick” pur essendo composito nei suoi elementi costitutivi (atmosfere, derivazioni, soluzioni musicali) è perfettamente omogeneo nella realizzazione. Infatti, alcune ingenuità sia in termini di suonato sia come formule compositive non sono presenti, come invece qua e là erano presenti nelle opere precedenti: talvolta giunzioni tra le sezioni, sovrapposizioni e accostamenti non perfettamente riusciti, soluzioni un po' forzate e "tagliate con l'accetta" (che di solito generavano delle prolissità). La loro meravigliosa formula Rock di accostare e fondere Canzone e Musica Classica, espressa soprattutto nella straordinaria trilogia “Nursery-Foxtrot-Selling” (“The Lamb” è un disco particolare: poco Genesis e molto Gabriel, in assoluto inferiore a tutti questi), è rappresentata perfettamente pure in "A Trick", dove si accostano e coagulano, senza soluzioni di continuità, brani cantabili (ma assolutamente non banali) a sviluppi e approfondimenti strumentali davvero notevoli, introducendo qualche mini-novità (accenni di soluzioni più grintose e jazz-rock con qualche etnicità - "Dance on a Volcano”, “Los Endos"). Insomma, "A Trick" è una perfetta sintesi tra le complicanze della "trilogia" e la semplicità del precedente "The Lamb".

Tra i brani c'è "Los Endos" qui in versione live.