Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Allevi vs Beethoven: gioca con i fanti ma lascia stare i santi

29/7/2013

3 Comments

 
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Giovanni Allevi, ospite del Giffoni Film Festival lo scorso 22 luglio: “A Beethoven manca il ritmo. Quello lo possiede Jovanotti. Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven.  Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos’è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo”.

La implicita e volgarissima approssimazione compiuta da Allevi, ovvero Batteria=Ritmo, la dice appunto lunga sullo spessore del personaggio: una carta velina. La qualità delle sue esternazioni è pari alla qualità della sua musica: prendersela troppo con lui è come rubare le caramelle a un bambino.
Tuttavia ci offre un importante spunto di ponderazione: quanto la batteria ha influenzato la musica dell'ultimo secolo e perché.
La batteria (insieme con la chitarra elettrica e in parte con le tastiere) è lo strumento innovativo del XX secolo, è entrata di prepotenza nella musica e ne ha segnato il destino, almeno fino a oggi: l'ha influenzata tantissimo, arrivando a essere sia un fulcro sia una leva sia una basilare piattaforma davvero formidabile di tutte le musiche moderne. Un'arma impropria musicale che ha contribuito però a diffondere una percezione e quindi a delle “curiose” definizioni di ritmo un po’ a tutti i livelli.
E forse questo fa in modo di alimentare dibattiti…
L'ho definita un'arma impropria perché la batteria è uno strumento che non produce note, ma solo suoni che sono RUMORI alquanto brevi e anche per questo li percepiamo meno "melodici", ma ancor più netti, più evidenti e incisivi. In sostanza più RITMICI.
Dunque quando  si suona questo strumento adeguatamente si  realizza qualcosa di strano: IL BATTERISTA PRODUCE RUMORI ORGANIZZATI nel tempo pertanto del tutto RITMICI. Ovvero il batterista deve organizzare alcuni rumori  nello scorrere temporale, in modo tale da offrire una pulsazione che è sia una scansione periodica (esplicitando l'unità di TEMPO musicale) sia un ciclo ritmico: un ritmo è un'organizzazione di  successioni di eventi in unità di durata (con multipli e sottomultipli), quindi con pause e con accentuazioni che ne caratterizzano ulteriormente l’andamento, spesso raggruppati in schemi regolari ciclici. 
La batteria realizza le fondamenta (e anche le interazioni sovrastrutturali) del ritmo della musica moderna, andando a interagire con le vere e proprie strutture e ortodosse costituzioni degli elementi musicali dati da melodia e armonia (e timbro). (Ricordiamoci che comunque questi elementi nelle loro espressioni hanno  il ritmo congenito, in special modo la melodia.)
Dunque la batteria interagisce con eventi che concretano il parametro fondamentale musicale che è il RITMO, in una biunivoca relazione con il TEMPO informando così l’ascoltatore di molteplici cose nello stesso momento, giacché agisce in varie direzioni realizzative: sostiene, dirige, concreta, stimola. 
La batteria è uno strumento dall'energia esplosiva! Ma può anche emettere solo un sottile suono di tic e tac, come di un piccolo orologio, che pure in un'assemblea di suoni enormemente più raffinati è in grado di condurli verso l'armonia del tutto, addensandoli nel tempo in una sublimazione sonica senza precedenti nella storia della musica. (Come coniugare il primitivo passato remoto di rozzi tamburi e canti con il raffinatissimo passato prossimo di melodie e armonie classiche, e quindi offrire un presente che è la sintesi delle due antitetiche epoche.) Sarà anche per questo che la batteria ha un potentissimo e indiscreto fascino per tutti noi?
Affermare che Beethoven e tutti i classici non hanno l'elemento musicale del ritmo, non è solo una banale semplificazione ma una vera mistificazione della realtà: è alterazione oscurantista e negazionista di un'intera ricchissima cultura musicale occidentale che proprio perché non aveva la batteria ha sviluppato così tanto il ritmo che l'occhialuto Allevi non riesce proprio di vedere.
Anzi, a ben pensarci, lui non è un “cieco”, egli è il vero grande sordo. O ignorante inconsapevole o furbetto da due soldi: una qualsiasi melodia senza ritmo è una sequenza di altezze frequenziali di note "stupide", lo sanno tutti che la melodia è legata al ritmo indissolubilmente, è scritto anche in vocabolari generici senza  scomodare trattati specifici.
Le proporzioni ritmiche di una melodia la caratterizzano in modo decisivo: una melodia (o riff melodico) informa di sé soprattutto mediante il suo ritmo, ovvero attraverso la durata delle note.
Anche solo l'inizio (il primo minuto) della nona sinfonia di Beethoven è un inno al ritmo, c'è in sostanza il  jazz shuffle  taa-t- taa-t- taa-t- taa-t-; e il rock  tatatatatata. 
Insomma Beethoven e tutti quelli della tradizione classica non è che non avessero ritmo, anzi ne avevano tantissimi e li usavano continuamente: semplicemente non avevano la batteria.
(Claudio Monteverdi un paio di secoli prima dell'avvento del  grande Ludovico, ha inventato in sostanza il ritmo R&R/Heavy Metal oggi usato tanto anche nel Pop, nel brano del Combattimento di Tancredi e Clorinda, a circa due minuti...)
Ora che suggerite: qualcuno va a dire come stanno le cose ad Allevi, oppure è meglio lasciare perdere il fantino?
3 Comments
Gigi Morello link
31/7/2013 06:29:10

Bell'articolo Carlo, soprattutto dove diversifichi la funzione della batteria in relazione al tempo e al ritmico. Molto sottile. Non sono molto d'accordo con i "Rumori" prodotti dalla batteria, in quanto una batteria viene accordata per quarte. Almeno io l'accordo così. Secondo me Allevi ha avuto un grande coraggio. Provocare la cultura classica colpendo uno dei suoi più grandi rappresentanti. Ludwig Van. Una lampante provocazione al mondo della musica classica che detiene il controllo ancora quasi totale della "cultura" musicale italiana. Meditate gente, meditate diceva Renzo Arbore. G

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carlo pasceri
31/7/2013 09:02:09

Caro Gigi,
grazie dell'intervento.
Ti confermo, e non è una mia opinione ma un dato di fatto scientifico, che la batteria in tutti i suoi elementi (rullante, tamburi, cassa, piatti ecc.) produce dei rumori.
Tuttavia i suoi elementi producono suoni con delle differenti zone di frequenze chiamate FORMANTI (pacchetti di frequenze d’intensità superiore ad altre perciò predominanti), che gli conferiscono vari tipi carattere (di bassa frequenza, di alta frequenza ecc.).
Pertanto si può dire (un po' impropriamente) che quei suoni hanno un timbro: tutti i rumori hanno questa caratteristica e (anche) per questo riconosciamo appunto un tuono dallo scroscio di acqua.
Dunque abbiamo un'approssimativa percezione di una vaga e imprecisa nota, ma in realtà sono pacchetti d'indistinte frequenze (rumore) intorno a una specifica, e con quell'accostamento di massima tu e altri vi riferite: tu "accordi" per quarte non una frequenza specifica ma pacchetti di frequenze-rumori che il tuo orecchio predilige come quelli dominanti, perciò è più corretto dire che si "accordano" specie di vaghi timbri tra loro e certamente non note.
Il peso di una provocazione è dato innanzitutto dalla forza e qualità dell'argomento.
Certamente se la provocazione poi è scagliata in modo brutale contro un obiettivo santificato, si produrrà ancor più effetto!
Ma se manca la giustezza dell'argomento e/o dell'argomentazione e rimane solo il santo obiettivo e la brutalità, è solo una volgare "bestemmia" pronunciata pubblicamente per ottenere qualche titolo sui giornali.

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Luca
27/8/2017 20:15:36

Meglio lasciare perdere il fantino. Senza se e senza ma. giacchè il palazzo è troppo lesionato e i dispendi di energia e tempo sarebbero insostenibili per cavare qualcosa di buono. Tanti saluti e buon lavoro!!!

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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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