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Libro Eroi Elettrici

Travels, dal vivo la sintesi perfetta Metheny-Mays

11/7/2019

2 Comments

 
Nel 1983 (registrato l’anno precedente) fu pubblicato un pregevolissimo disco dal vivo, Travels (doppio), di un gruppo in ascesa in termini di qualità artistica e di consensi di pubblico, oltre che composto di brani perlopiù inediti: ben otto dei dodici (in 11 tracce).
Un’altra particolarità, per un live, è che ben quattro pezzi sono delle minimali ballad prevalentemente chitarristiche: Goodbye, Farmer's Trust, Goin' Ahead e Travels.  
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Il Pat Metheny Group di quest’opera è un quintetto capitanato dal chitarrista-compositore Pat Metheny, sontuosamente coadiuvato dal tastierista-compositore Lyle Mays, e perfezionato dalla “ritmica” di Steve Rodby (basso e contrabbasso) Danny Gottlieb (batteria) e dal brasiliano Nana Vasconcelos (percussioni e vocalizzi). 
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È la stessa formazione che ha registrato l’eccellente Offramp (1982), che vide l’entrata nel gruppo di Rodby, al posto di Mark Egan, e Vasconcelos (che fino allora aveva partecipato solo ai dischi solisti di Metheny). Dopo Travels Gottlieb, il batterista storico del gruppo, sarà sostituito da Paul Wertico e Vasconcelos da Pedro Aznar (che suona talvolta anche la chitarra). Registreranno nel 1984 un altro grande disco: First Circle. Sarà l’ultimo per la casa discografica ECM.
Il carattere distintivo della produzione musicale di Metheny è quello di una Fusion non sincopata e saltellante (funky), è musica rilassata e discorsiva, impregnata di tutto il continente americano, perciò anche quello sud.
Musica romantica, quindi melodica, però non “patetica”, piuttosto molto evocativa, che scorre come immagini di un road movie. Ciò perché non ricorre a melodie con pochissime note e mono-scalari, ma fa defluire le frasi mediante molti tipi di variazioni e varianti, con l’effetto di non essere ciclicamente ripetitivo e insistente come altri, ma lineare e ampio come pochi. Oltre ciò impiega ritmiche poco marcate, alquanto lievi e ariose, anche in termini timbrici; prezioso anche l’uso particolare della voce (perlopiù vocalizzi). 
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Il disco si apre con una bellissima versione di quello che per molti anni sarà un suo cavallo di battaglia nei concerti: Are You Going with Me? Una galoppata chitarristica (sinth) lirica e appassionata, su pochi accordi, ritmica e forma lineare. La chitarra sinth (Roland G-808-GR-300), scelto un timbro che approssima quello di una tromba, permette a Metheny inedite (per i chitarristi tradizionali jazz col timbro “pulito”) escursioni solistiche con linguaggi e articolazioni diverse, con note dal peso specifico maggiore, pertanto con effetti significativamente differenti. Metheny è il primo grande chitarrista a usare estensivamente questo strumento: influenzerà moltissimo questo settore musicale.
Segue la più complessa e ondivaga The Fields, The Sky chitarra semiacustica e tempo rapido con un pulsare “sambato”, armonie che si dipanano fino a ritornare a una specie di centro di gravità ove si presenta un lungo obbligato melodico tra Mays e Metheny. Ancora il martellare delle percussioni e Pat che ribatte una nota quasi fosse uno strumento afro-indiano. Si entra in pieno clima modale. Dopo il chitarrista esegue quasi in solitario una serie di accordi che riporta all’inizio.  
Goodbye medium-lento con la voce e la semiacustica, ritmica lieve sui piatti e basso appena accennato; molte armonie tonali che modulano dolcemente per un’altra notevole improvvisazione del leader.

Phase Dance (dal primo disco del gruppo) fu il suo primo cavallo di battaglia; apre con un riff che alterna quattro triadi modulanti e procede con ritmica più afro-latin di quanto a tutta prima possa sembrare. Armonie scarne di raffinato collegamento ruotano l’asse percettivo di questo brano solare.
Straight on Red veloce pulsare ritmico (batteria e percussioni che rimandano piuttosto esplicitamente al Brasile e al samba; poi tastiere, chitarra semiacustica e basso a completare la costituzione di un brano che a un certo punto interseca linee melodiche obbligate che lanciano la bella improvvisazione di piano. Poi assoli di batteria e percussioni con una piccola variazione del tema centrale prima del termine.
Farmer's Trust chitarra classica per, in assoluto, uno dei brani più belli e delicati di Metheny.
Appena sussurrati basso e batteria con spazzole, tempo in 3/4, effetti di versi di uccelli di Vasconcelos e tastiere. La melodia è ampia e lineare, evoca larghi orizzonti; breve intervento di piano e poi Metheny a improvvisare… ancora melodie per terminare in modo inaspettato, quasi perentorio su una nota seguita da un accordo di tastiere a sfumare.
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Extradition apre il secondo disco ed è un’altra intensa valicata dei molti sentieri improvvisativi che Metheny è in grado di percorrere, qui con la Roland, ma, a differenza di “Are You…”, le armonie sono più tonali e con mutazioni armoniche; è in un medio 6/4 e la ritmica è alquanto latina: il basso afrocubano e la batteria più brasileira.
Goin' Ahead è una ballata per sola chitarra (semiacustica) di circa tre minuti con agganciato il brano As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls pubblicato nel 1981 qui in versione un po’ ridotta.
L’atmosfera si fa cupa, quasi minacciosa, col rapido pulsare del basso, suoni tonanti, poi di velivoli, i vocalizzi di Vasconcelos… C’è una lenta metamorfosi a partire dai sette minuti in poi, l’aria sembra farsi un po’ più quieta ed esotica. Entrano percussioni, tastiere, innesti di varia natura; e verso la fine anche l’incedere della batteria, che porta a conclusione questo brano molto suggestivo, ove in pratica, pur durando oltre 13 minuti, non ci sono veri e propri assoli. La versione methenyiana di una visione weather-pinkfloydiana
Travels è una melodica canzone, con la semiacustica di Pat protagonista, accompagnata dagli altri in punta di piedi (Vasconcelos assente), offrendo ancor più leggerezza e soavità.
Song for Bilbao è ancora un pezzo latineggiante per la Roland-sinth di Metheny, tuttavia dopo l’esposizione del tema, il leader lascia al piano di Mays l’onore del primo assolo, durante il quale si ritaglia un ruolo di grande armonizzatore delle linee melodiche con impulsi ritmico-armonici a metà tra il Jazz e l’Afro-latin. Poi subentra Metheny che scalda ancor più l’aria con rapide linee qua e là dissonanti.
San Lorenzo chiude l’opera; composizione proveniente dalla prima produzione di Metheny e che, similarmente a Phase Dance, è al contempo più complessa e lietamente melodica, oltre che di natura “latina”. Questo brano, un po’ weathereportiano, è molto articolato, quasi una suite (usata anche una 12 corde elettrica); e questa è una versione alquanto fedele all’originale, però un po’ più estesa, con ottimo e lunghissimo assolo di Mays al pianoforte.

Dunque, fatte salve le escursioni più jazzistiche e senza tastiere dei suoi dischi solisti, a partire dal suo bellissimo esordio del 1976 (Bright Size Life), però mettendoci la vena minimale e intimistica degli altri, Travels è la felice sintesi che Metheny e Mays hanno compiuto della loro musica, peraltro con una più matura articolazione tecnica da parte di tutti, offrendo così una solida, netta e densa prova della loro arte.

​Pat Metheny è uno dei protagonisti del libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
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2 Comments
Domenico Del Rossi
25/7/2020 21:25:32

Per chi conosce e ascolta Pat Metheny dall'inizio della sua carriera, leggere la recensione critica di un esperto nonché addetto ai lavori come Carlo Pascieri è come guardare all'interno di un grande caleidoscopio e riconoscere le proprie sensazioni da lui descritte con così profonda sensibilità musicale da commuovrrmi. Grazie

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carlo pasceri
26/7/2020 07:28:08

Grazie, Domenico.

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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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