Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Start Me Up e la formula del successo dei Rolling Stones

31/7/2020

2 Commenti

 
Tutti sanno che i Rolling Stones sono un gruppo che ha macinato brani di gran successo sin dagli anni Sessanta e che la loro musica è fondata sull’estrema semplicità: grezzo rock striato di R&B.
Foto
In grande maggioranza semplici riff di chitarra elettrica satura basati su pochissimi accordi e brevi motivi cantati con simpatica sguaiatezza: contagiosa e graffiante allegria da impenitenti festaioli; a volte qualche punta lirica con retrogusto amarognolo.

Ma forse non tutti sanno che per conseguire ciò non è bastato loro (Jagger e Richards in testa, essendo gli autori praticamente di tutti i pezzi) lasciarsi andare al proprio talento di riff-songwriter a stelle e strisce bianche, rosse e blu.
Hanno dovuto lavorare sodo per riuscire a liofilizzare, ma al contempo sofisticare, musiche che hanno dalla loro la caratteristica di essere semplici e immediate, traendo linfa dal tronco blackblues dei ’60 e innestando la saturazione guitarock propria dei “bianchi”*.

Start Me Up è un ottimo esempio dell’abilità rollingstoniana, essendo un pezzo pubblicato in un periodo (1981) di evidente crisi, ma che è stato un gran successo e inserito in un disco denso di riesumazioni di scarti degli anni precedenti: Tattoo You.
Malgrado tutto, un gran disco.
Il pezzo fu scartato diverse volte per i dischi precedenti, troppo simile al loro vecchio rock&roll (Brown Sugar in testa), allora lo provarono anche in salsa reggae, tuttavia non soddisfaceva (soprattutto Richards)…
Alla fine eccolo, un breve pezzo in medio tempo quasi monoblocco. 
​
(A) Intro strumentale - A - B 
A - ​B - A - (A) Coda voce

Con la parte A (8 misure) che alterna rapidamente 4 triadi maggiori che generano un semplicissimo riff in stile motown con ritmo (non terzinato) un po’ sincopato un po’ spinta rock&roll (carina l’idea dell’entrata col backbeat invertito di Watts**). Poi la parte B (10 misure) incalzante a ottavi dritti rock&roll partizionata in 6 misure (avvicendando una battuta di DO e una di FA), e 4 alquanto sospensive in DO con salita del basso che giunge al FA per rilanciare la parte A.
Tutto qui. Però...
​​
Mille variazioni e varianti della stessa musica, inesauste dimensioni di ricerca espressiva per elevare una ruvida radice dal terreno e farla gemmare su un ramo; scintillanti vibrazioni di una materia già plasmata mille volte ma che i Rolling Stones riescono a trasmutare in maniera seducente.
Questi tipi sono sicuramente discendenti di Paracelso e i suoi simili: come quegli arcaici scienziati, conoscono quei processi esoterici che permettono loro di ottenere nuove e fascinose essenze mescolando le elementari sostanze. Zolfo e mercurio, talismani musicali.


*Forse non ci si pensa un granché perché c’è stato un tipo chiamato Jimi Hendrix, ma lui è stato uno dei pochissimi musicisti neri che ha fondato, o perlomeno innervato, la propria musica con la chitarra elettrica distorta.
**La batteria entra (a 4”), dopo la prima battuta della sola chitarra, sul terzo-quarto (della seconda battuta) col charleston e cassa sul quarto-quarto, trovandosi rovesciata sulla terza misura col rullante sul primo-quarto (di norma c’è sempre la cassa) e la cassa sul secondo-quarto (c’è sempre il rullante), per poi riprendere con un altro colpo di cassa (sul terzo-quarto) la convenzionale distribuzione backbeat.
2 Commenti
Massimiliano Brazzo
1/8/2020 14:26:53

Caro Carlo, ottimo articolo come sempre. Solo una domanda però: qual'è la tua opinione più generale sugli Stones come musicisti e sul loro contributo (in termini soprattutto di originalità ed innovazione) alla storia della musica contemporanea ? Te lo chiedo in quanto non posso considerarmi esattamente un estimatore del gruppo, e quindi vorrei comprendere meglio la posizione di un esperto a riguardo.

Rispondi
carlo pasceri
1/8/2020 15:31:48

Ciao Massimiliano,
come musicisti (strumentisti-cantanti) non sono stati importanti.
Fatto salvo Richards, che si è distinto nel ruolo di chitarrista ritmico, adottando soluzioni molto efficienti, considerando il timbro distorto che usava.
Ha così contribuito (anche per il successo dei loro dischi) ad aprire una via notevole del funzionalismo della chitarra rock, rendendo brani con ossatura armonico-melodica spesso semplicissima, se non banale, molto intriganti.
A presto.

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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