A me è capitato tantissime volte, ve ne racconto una.
Anno Domini 1980, Pino Daniele con soltanto tastiere, basso, batteria e la sua voce (ed esigue sovraincisioni) ha realizzato uno dei suoi brani più famosi: A Me Me Piace 'O Blues.
No, però qualche peculiarità sì.
È raro trovare un pezzo così tanto apprezzato quanto snello e muscoloso; è musica basata sulle armonie del piano elettrico filtrato (all’”americana”) di Ernesto Vitolo e la smagliante ritmica basso-batteria di Gigi De Rienzo e Agostino Marangolo esposta nelle iniziali tre battute.
Nessun assolo; tre minuti e tempo medio in 4/4.
La forma è costituita di sole 3 sezioni:
La melodia nulla di particolare (A grintosa e martellante B sinuosa) e la struttura armonica è fondata soltanto sulla scala di SI minore; peraltro gli accordi hanno una convenzionale concatenazione (nel divenire due rapidissime e minuscole varianti).
Ciò che fa la differenza è, oltre alla bravura musicale di tutti i musicisti, l’aggressività del disegno ritmico (e dell’articolazione tecnica quindi dell’effetto sonico) dell’Intro e la generale sofisticazione delle armonie.
Significa che gli accordi sono quasi tutti estesi con none, undicesime e tredicesime, talvolta alterati (cioè con alcune note non facenti parte della scala fondamentale di SI minore), andando in questa maniera ad arricchire il campo musicale.
L’obbligato ritmico dell’Intro, quello dopo 2”, è imperniato su una bruciante sincope di natura funk (seconda semicroma), rarissima nel Rock quale che sia la sua declinazione e coniugazione (hard, heavy, prog ecc.). Dunque è un dettaglio importante, fa differenza di genere.
Inoltre gli accordi nella A sono sempre posti sui movimenti 2 e 4 (i “deboli”), mentre nella B sempre posti su 1 e 3 (“forte” e “mezzoforte”) cosicché l’effetto di apertura è aumentato. La batteria suona semplicissima, “dritta”, ma incessantemente con un disegno in levare del charleston nella A e sul piatto ride nella B.
Talvolta per fare un grande pezzo bastano queste piccole accortezze, però in musica c’è sempre bisogno di concretarle le composizioni, la musica va suonata e da più persone; e quando lo fa qualcuno come Pino Daniele (e i suoi “amici”) è l’inestimabile valore aggiunto, cui oggi, Anno Domini 2019, dopo decenni di ascolti non ci stanchiamo di rendere grazia.
Pino Daniele è presente nel libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra