Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

L'impatto fisico della musica sui gusti dell'ascoltatore

18/10/2022

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In musica il più rapido effetto lo riceviamo dalla natura dei suoni: qualità fisica musicale; sovrastruttura.
Ciò determina quell’impatto emotivo che spesso è permanente negli ascoltatori anche più accorti, e che sovente non permette un approfondimento dell’ascolto più sostanzialmente musicale.
Ossia quel che definisce la struttura della musica: ritmo, melodia e armonia.
Picture
Dunque i caratteri dei suoni, dati primariamente dai timbri (asprezza/dolcezza), registri di altezze (acutezza/gravità) e volumi (piano/forte), mediamente influenzano così tanto il pubblico che gli stessi compositori e musicisti (di conseguenza tutta la filiera produttiva musicale) ne tengono così conto che non di rado se ne approfittano: non badano tanto all’essenza (ritmo, melodia e armonia) quanto invece all’esteriorità (timbri, registri, volumi).
In via più estesa, la qualità fisica di un pezzo musicale è anche data dalla velocità temporale della successione dei suoni (tempo metronomico) e, ancor più allargando il campo di azione, dalla loro messa in opera come avvicendamento di sezioni (intro, strofa, ritornello ecc.).

Pertanto per la stragrande maggioranza degli ascoltatori (soprattutto nel Pop, Rock e dintorni, financo nella Dance), ciò che fa più piacere o meno piacere un pezzo, un disco, un gruppo, o addirittura lo stesso genere, non sono tanto le soluzioni ritmiche, melodiche e armoniche quanto l’uso di certi strumenti invece di altri (anche solo filtrati in modo diverso), presenza di parti (o anche tutto un brano) tendenti più alla cupezza delle basse frequenze (o viceversa) e se sono più o meno martellanti e “strillate”.
Sebbene l’ascoltatore stesso non si accorga un granché di tutto questo.
D’altronde è facilmente verificabile: solitamente il fruitore non riesce ad analizzare le soluzioni strutturali (quali ritmi, scale e accordi), quelle sovrastrutturali sì.
Può attribuire loro delle qualità, appunto, usare degli aggettivi derivanti dalla loro percezione sia dei suoni specifici sia di intere parti o brani: più o meno dolci, forti, acuti, lenti…
​
Quindi, le strutture musicali (le idee compositive) sono quelle che definiscono oggettivamente la musica,
la disegnano, laddove le qualità fisiche sono quelle che soggettivamente la “colorano”, la stilizzano,
anche attraverso traduzioni espressive personali giacché si configurano principalmente come prassi esecutive: l’esempio più eclatante sono le parti cantate.
Uno stesso pezzo può piacere di più o di meno se cantato da Tizia o da Caio (magari con differenze di arrangiamenti, ossia ulteriori variazioni delle qualità fisiche).

Insomma, esagerando per chiarezza, si pensi a Whole Lotta Love o Smoke In The Water coi riff suonati dalla fisarmonica, e poi tamburello e con le melodie suonate da un clarinetto; e il tutto parecchio più rapidamente…
Li riconosceremmo perché le oggettive strutture musicali sono quelle, ma con tutta probabilità siccome diverse le sovrastrutture soggettivamente piacerebbero di meno; o comunque piacerebbero di più a un pubblico diverso. 
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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